Prezzo benzina, sfonda 2 euro anche nel self. Carburanti alle stelle: a quanto sono

L'elaborazione di Quotidiano Energia: livelli folli e senza più freni. Rincari anche su diesel, Gpl e metano. Unc: "Governo intervenga"

Roma, 7 marzo 2022 - La guerra in Ucraina pesa anche sull'economia. Nel dodicesimo giorno di invasione russa, proseguono gli incrementi sulla rete carburanti, che arrivano a livelli folli e senza più freni. In base all'elaborazione di Quotidiano Energia dei dati alle 8 di ieri, comunicati dai gestori all'Osservaprezzi carburanti del Mise, il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self sale a 2,004 euro al litro (solo venerdì era a 1,912), con i diversi marchi compresi tra 1,994 e 2,032 euro al litro (no logo 1,971). Ma schizza anche il prezzo medio del diesel self, che arriva a 1,901 euro al litro (venerdì 1,788) con le compagnie posizionate tra 1,881 e 1,977 euro al litro (no logo 1,891). 

Crisi Ucraina, Borse a picco e gas alle stelle

È un lunedì nero anche per il servito: sempre in base ai dati di Qe, gli impianti colorati mostrano prezzi medi praticati tra 2,069 e 2,226 euro al litro (no logo 2,014). La media del diesel servito vola a 2,019 euro al litro (venerdì 1,921), con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi praticati compresi tra 1,999 e 2,095 euro al litro (no logo 1,930). E non sono da meno Gpl e metano. I prezzi praticati del Gpl risultano ancora in salita e vanno da 0,859 a 0,879 euro/litro (no logo 0,854), mentre il prezzo medio del metano auto si posiziona tra 1,854 e 2,021 (no logo 1,975). Una stangata, non da poco, che preoccupa tutte le famiglie.

Benzina, gli aumenti
Benzina, gli aumenti

La guerra in Ucraina fa schizzare il prezzo del gas

Con le quotazioni dei prodotti petroliferi in Mediterraneo che hanno chiuso venerdì in forte crescita (specialmente il diesel), per la quinta seduta consecutiva, quindi, le compagnie nel fine settimana hanno rivisto al rialzo i prezzi raccomandati di benzina e diesel. Nel dettaglio, Eni è salita questo sabato di 5 centesimi su entrambi i carburanti, IP, Q8 e Tamoil di 4 centesimi. 

Consumatori

"Una speculazione bella e buona! Vedremo domani cosa diranno i dati ufficiali del Mite, il ministero della Transizione Ecologica, ma quello che è certo è che, come temevamo, sono scattati rialzi del tutto ingiustificati", è quanto afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. "Le quotazioni internazionali del petrolio, come di molte altre materie prima, stanno, infatti, volando solo sulla base dell'ipotesi di uno stop dell'import dalla Russia che per il momento non c'è. Ancora più infondati i rincari alla pompa, visto che il petrolio greggio prima di diventare benzina va distillato e raffinato". "Il Governo - conclude Dona - deve intervenire per calmierare i prezzi, come chiediamo da mesi, riducendo le accise sui carburanti".

Lo scenario mondiale

Il presidente Usa, Joe Biden, non ha ancora preso alcuna decisione sull’embargo del petrolio russo: lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Jen Psaki. La portavoce ha riferito che Biden ha affrontato la questione nel colloquio con i leader di Germania, Francia e Regno Unito e ha sottolineato: “Abbiamo capacità e possibilità diverse". Bloomberg riporta però che gli Stati Uniti sono pronti a chiedere l’esclusione della Russia dall’Organizzazione mondiale del Commercio (Wto) e porteranno avanti questo obiettivo, che prevede l’embargo al petrolio russo, anche senza l’intesa con gli alleati europei. Per il vice premier russo e responsabile dell'energia, Alexandre Novak un’eventuale messa al bando del petrolio russo avrebbe “conseguenze catastrofiche per il mercato mondiale”. “E’ abbastanza ovvio che il rifiuto di acquistare petrolio russo porterà a conseguenze catastrofiche per il mercato mondiale - ha dichiarato Novak, citato dalle agenzie di stampa russe - l’impennata dei prezzi rischia di essere imprevedibile e di superare i 300 dollari al barile, o anche di più”.