Da settimane, Mario Draghi ha un chiodo fisso da cui dipende la ripresa dell’economia italiana, il pieno utilizzo dei fondi europei e la forza della politica estera nazionale. La sua missione è riuscire a rendere l’Italia indipendente dalle importazioni di gas russo, a seguito dell'invasione dell'Ucraina. Ora che il premier è risultato positivo al Covid-19, dovrà delegare le visite, ma ogni giorno che passa rende il suo obiettivo più urgente. Russia blocca le forniture di gas alla Polonia: squadra di crisi riunita a Varsavia Da molti anni, l’Italia importa dalla Russia 29 miliardi di metri cubi di gas, pari al 38 per cento del proprio fabbisogno nazionale. Del restante 62 per cento, il 31 viene dall’Algeria, il 9 dal Qatar, il 7 dall'Azerbaijan, il 7 dal Qatar, il 4 dalla Libia e poi da Norvegia, Stati Uniti e altri Paese. Quello prodotto in Italia è circa il 3 per cento. Non è facile emanciparsi da una fornitura essenziale come quella russa, soprattutto in un periodo che ha visto le bollette quasi raddoppiare rispetto all’anno scorso, con gravi conseguenze per famiglie e imprese. !function(){"use strict";window.addEventListener("message",(function(e){if(void 0!==e.data["datawrapper-height"]){var t=document.querySelectorAll("iframe");for(var a in e.data["datawrapper-height"])for(var r=0;r Il piano di Draghi, tuttavia, è fondamentale per pevenire le mosse di Vladimir Putin. Questo sia nel caso in cui l’Unione europea scelga di ridurre le importazioni come sanzione economica per la Russia, sia nell’ipotesi che il Cremlino decida di interrompere l'erogazione per ritorsione. In ogni caso, sarà difficile arrivare all’indipendenza energica prima del 2024. Il primo passo importante, Draghi lo ha fatto in Algeria. Il governo di Algeri ha assicurato all'Italia che incrementerà l'erogazione di tre miliardi di metri cubi quest'anno e altri sei miliardi nel 2023. Secondo le stime, entro fine 2023 anche Libia e Azerbaijan aumenteranno le forniture di due miliardi di metri cubi in più a ...
© Riproduzione riservata