Caro bollette: ecco tutte le misure adottate in un anno dal governo

Per contenere i rincari, Palazzo Chigi da settembre ha stanziato 49,5 miliardi di euro. Dopo il decreto Aiuto Bis di agosto, arriva un altro intervento da 5-10 miliardi

Bollette, un'odissea nel bilancio familiare

Bollette, un'odissea nel bilancio familiare

Le misure introdotte con il decreto Aiuti bis del 9 agosto, la cui conversione in legge avverrà nei prossimi giorni dopo il nulla osta del Senato, sono le ultime di una lunga lista di interventi varati dal settembre dell’anno scorso per contenere i costi dell’energia sostenuti da famiglie e imprese. In totale, da allora, il governo ha speso per contrastare i rincari 49,5 miliardi di euro. Dall’inizio dell’anno, tra riduzioni dell’Iva sul gas, bonus sociali e sterilizzazione degli oneri generali di sistema, i fondi destinati a contrastare il caro bollette sono stati pari a circa 15,3 miliardi di euro.

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Cifre importanti che, però, hanno compensato soltanto in parte l’esplosione dei prezzi dell’energia elettrica e del gas che si è verificata dall’autunno del 2021. Infatti, la riduzione registrata nel secondo trimestre (-10,2%) e l’aumento contenuto nel terzo (+04%) della bolletta elettrica per le famiglie in regime di tutela, sono insufficienti a recuperare i rincari del primo trimestre di quest’anno (+55%) e dell’ultimo del 2021 (+29,8%).

Stesso discorso per il gas. A fronte di una variazione nulla per il periodo luglio-settembre e di un calo del 10% nei tre mesi scorsi, durante il primo trimestre di quest’anno il gas ha registrato un aumento del 41,8% mentre nell’ultimo del 2021 l’incremento è stato del 14,4%. Insomma, nonostante i diversi provvedimenti varati, la crisi energetica continua a mordere su famiglie e imprese. Per questo il governo sta studiando un nuovo intervento con una dote compresa tra i 5 e i 10 miliardi.

L’auspicio è quello di evitare uno scostamento di bilancio, contando sugli aumenti delle entrate tributarie (in particolare il gettito aggiuntivo dell’Iva di agosto, non ancora conteggiato dalle statistiche) e sugli incassi derivanti dalla norma sugli extraprofitti delle imprese energetiche. Ma cosa è stato fatto finora? Per calmierare i rincari, il decreto Aiuti bis ha stanziato più di 6 miliardi di euro, per la maggior parte destinati a prorogare le misure varate in precedenza.

Nello specifico, 1,05 miliardi vanno a estendere la riduzione dell’Iva sul gas dal 22 al 5% e delle accise su benzina e diesel (30 centesimi al litro), mentre 5 miliardi servono a confermare l’azzeramento degli oneri generali di sistema delle bollette dell’elettricità per il quarto trimestre per gli utenti domestici e non (con potenza disponibile fino a 16,5 kW). Viene poi rafforzato, fino alla fine dell’anno, il bonus sociale a favore dei clienti economicamente svantaggiati e in gravi condizioni di salute.

Inoltre, sempre per questi utenti, il decreto stabilisce che, da gennaio 2023, il prezzo delle forniture di gas naturale rifletta “il costo effettivo di approvvigionamento nel mercato all’ingrosso”. Infine, all’articolo 3, si prevede la sospensione delle modifiche unilaterali dei contratti di fornitura di energia elettrica e gas naturale fino al 30 aprile 2023. Come detto, il decreto Aiuti bis, attualmente fermo al Senato, riproduce più o meno le stesse misure del suo gemello, il decreto Aiuti del 17 maggio scorso, e dei diversi provvedimenti che l’hanno preceduto.

Le misure adottate dal governo sono più o meno le stesse dal 27 settembre del 2021, quando vi fu il primo intervento contro il caro bollette che azzerò gli oneri generali di sistema per l’elettricità (2 miliardi di euro) per gli utenti domestici e non domestici in bassa tensione (potenza disponibile fino a 16,5 kW) e li ridusse per il gas (480 milioni di euro), annullando le componenti Re (risparmio energetico), Gs (bonus gas) e Ug3 (recupero oneri di morosità per gli esercenti i servizi di ultima istanza) per tutti i clienti. Con lo stesso provvedimento, il governo ridusse l’iva sul gas per “usi civili e industriali” al 5%.

Venendo all’anno in corso, la legge di Bilancio 2022 ha destinato a contrastare i rincari 1,8 miliardi di euro, ulteriori rispetto ai fondi già stanziati dal decreto-legge 99/21 e dal decreto-legge 130/21, rispettivamente per il terzo e il quarto trimestre del 2021. Sul fronte elettricità, tali risorse hanno consentito ad Arera, l’autorità di regolazione del settore, di confermare il livello (quasi dimezzato) delle componenti Asos (oneri generali relativi al sostegno delle energie rinnovabili) e Arim (altri oneri generali) del quarto trimestre del 2021 e annullarle per gli utenti domestici e quelli industriali in bassa tensione (fino a 16,5 kW).

“In assenza dell’intervento dello Stato” scrive Arera nell’aggiornamento del 30 dicembre 2021, “sarebbe stato necessario procedere alla riattivazione delle componenti tariffarie Asos e Arim, con un impatto sull’utente domestico tipo di circa +10%”. La legge di Bilancio 2022 ha poi stanziato per il settore gas 480 milioni di euro, che hanno consentito di confermare, per il primo trimestre del 2022, l’annullamento, per tutti i clienti, delle aliquote delle componenti tariffarie Re, Gs e Ug3.

In assenza del provvedimento, l’aumento sulla spesa per l’utente domestico tipo sarebbe stata di circa l’1,5%. Infine, è stata prorogata l’iva ridotta al 5% sul gas, per un costo stimato, in termini di minor gettito, pari a 608 milioni di euro. Ma la stessa legge di Bilancio ha rafforzato i bonus elettrico e gas, ovvero sconti automatici nelle bollette a favore di famiglie “in condizioni di disagio economico”, con ulteriori 910 milioni di euro. Tuttavia, mentre negli anni passati l’importo dei sussidi veniva aggiornato all’inizio dell’anno, vista la volatilità dei prezzi dell’energia degli ultimi mesi, Arera ha stabilito di rinviare l’adeguamento ai trimestri successivi.

Per compensare i rincari, è stato perciò introdotto un bonus straordinario aggiuntivo a quello ordinario (che rimane uguale a quello del 2021). Infine, l’Autorità, sulla base di quanto disposto dalla legge di Bilancio, ha definito le modalità per la rateizzazione, senza interessi, delle fatture emesse nel periodo primo gennaio - 30 aprile 2022 (misura poi prorogata al 30 giugno). Poi, in attuazione del decreto Sostegni Ter del 27 gennaio, Arera ha stabilito l’annullamento degli oneri generali per tutti gli utenti, non solo per quelli domestici e industriali in bassa tensione, superando il precedente tetto dei 16,5 kW.

Il successivo intervento del governo risale al primo marzo con il decreto legge 17/22. Con il provvedimento sono stati stanziati, per il settore elettrico, 3 miliardi di euro, denaro che è servito ad azzerare, per tutti gli utenti, le componenti Asos e Arim, come avvenuto nel primo trimestre 2022. In assenza dell’intervento l’impatto sulla spesa dei clienti sarebbe stato del +6%. Per quanto riguarda il gas, il dl 17/22 ha destinato 250 milioni di euro all’annullamento, per tutti, delle aliquote delle componenti Re, Gs e Ug3, scongiurando un incremento della spesa per l’utente tipo dell’1%. Ma la novità del dl 17/22 riguarda i Bonus sociali, ai quali sono andati 400 milioni di euro.

Somme che sono state usate per estendere la platea dei beneficiari, aumentando la soglia Isee che dà diritto al sussidio da 8.265 euro a 12mila per il periodo compreso tra il primo aprile e il 31 dicembre 2022. L’ultimo atto è andato in scena con il decreto Aiuti del 17 maggio scorso, con cui Palazzo Chigi ha messo sul piatto tre miliardi di euro. Nello specifico, 1,915 miliardi sono serviti a prolungare per i prossimi tre mesi l’azzeramento degli oneri generali di sistema per tutti i clienti (componenti Asos e Arim).

Sul fronte gas, invece, le risorse stanziate sono state pari a 532milioni, con i quali, oltre a prorogare l’annullamento per tutti i clienti delle componenti Re, Gs e Ug3, si è finanziata l’ulteriore riduzione della voce Ug2 (-19,7% nel trimestre luglio-settembre), relativa alla compensazione dei costi di commercializzazione della vendita al dettaglio. Ai bonus elettrico e gas, poi, sono stati destinati ulteriori 116 milioni di euro in aggiunta a quanto stanziato nel 2021 per la riduzione degli oneri generali e il potenziamento dei sussidi, risorse poi risultate in eccesso per circa 518 milioni di euro. Infine, è stato confermato il bonus sociale “straordinario”.