PER PLATONE le cicale sono musicisti reincarnatisi in insetti: tanto forte la loro passione per l’arte che dimenticano persino di nutrirsi e finiscono per morire cantando. Invece per Esopo l’insetto di cui ogni estate ascoltiamo l’incessante frinire rappresenta l’individuo che se la spassa, suona e canta invece di lavorare. Proprio l’opposto dell’operosa formica. E per questo all’arrivo dell’inverno la cicala non ha scorte di cibo, non ha casa e muore. Nella nostra cultura è proprio la versione data dalla favola di Esopo “La cicala e la formica” (ripresa anche da La Fontaine) ad avere messo radici, mentre la purezza attribuita alle cicale platoniche è scomparsa.
Le cicale restano tuttavia insetti che attraggono l’attenzione e non solo per l’assordante fri-fri che emettono da mattina a sera. Anche la loro vita e la loro morte repentina, a fine estate, suscitano curiosità. E come spesso accade quando si entra nel regno della natura, c’è di che restare ammaliati.
Ne parliamo con un naturalista, il dottor Matteo Cordaro, direttore del Centro di Scienze Naturali di Prato che ha dedicato una serie di lezioni divulgative proprio alla cicala. Perché?
 

«Perché potremmo dire che tutti conoscono la cicala e nessuno la conosce. Tutti ne hanno sentito parlare, hanno sentito il suo frinire, ne conoscono magari la fama favolistica di oziosa dilapidatrice, ma solitamente si sa ben poco della sua vera vita di insetto e del modo con cui produce quel suono ossessivo».
 

Cominciamo allora a farcene un’idea.
«Intanto le cicale che vivono sul territorio italiano, di solito dove ci sono olivi e pini, sono di due specie, la Lyristes plebejus e la Cicada orni, non molto diverse l’una dall’altra. Questi insetti omotteri sono lunghi circa cinque centimetri, hanno quattro ali trasparenti e membranose che a riposo vengono tenute “a tetto” sopra il corpo. Hanno due occhi cosiddetti composti perché hanno più unità e tre “ocelli” che sono occhi primitivi che servono per orientarsi grazie alla variazione di luminosità».
 

Differenze tra maschio e femmina?
«Poche. Quella sostanziale è proprio l’organo con cui friniscono e l’organo ricettivo con cui sentono il richiamo. A frinire infatti è il maschio. I maschi stanno in gruppo, friniscono, ovvero emettono un suono stridente e monotono, e la femmina sceglie proprio in base al canto. Una volta scelto il partner, maschio e femmina si accoppiano stando a contatto per qualche minuto. Poi la femmina depone le uova all’interno di tessuti vegetali, per esempio la corteccia dell’albero, principalmente pini e olivi. Quando l’uovo si schiude la larva cade a terra e, grazie agli uncini di cui è munita, penetra sottoterra, vicino alle radici».
 

Ed è forse questa vita sotterranea, ipogea, a essere la più sorprendente, almeno per la durata.
«Infatti. La larva vive sotto terra 3 o 4 anni. Ma alcune specie nordamericane trascorrono da larve anche 17 anni. Trascorso questo tempo, la cicala diventa insetto – sfarfalla, come si dice - e quindi sbuca all’aria aperta, sale sull’albero e, se maschio, comincia a cantare o meglio a suonare. Questa vita fuori è molto breve: dal momento in cui sfarfalla a quando si accoppia e depone le uova passa circa un mese, dopodiché sia il maschio sia la femmina muoiono».
Le larve sfarfallano tutte insieme, quasi avessero un orologio biologico interno.
«Sì, dopo essere state anni sotto terra diventano insetti tutte insieme: si pensa che sia una strategia evolutiva per la sopravvivenza della specie. Uscendo insieme, una parte sarà divorata dai predatori, artropodi e uccelli, ma una parte riuscirà a ricominciare il ciclo».
 

Ma veniamo allo straordinario strumento con cui frinisce.
«La cicala è dotata di un cavità addominale che funziona da cassa di risonanza. All’interno c’è l’organo stridulatore ovvero delle membrane o lamine dette “timballi” che vengono fatte vibrare attraverso un formidabile apparato muscolare, uno dei più potenti del regno animale. La cavità serve a amplificare fino a venti volte il rumore prodotto dalla vibrazione e l’effetto finale è quello di un fri-fri-fri continuo. Anche le femmine emettono un suono, molto più difficile da percepire».
 

Ultima sorpresa?
«Non ha nulla di scientifico, è solo questione di gusti, ma è pur sempre una curiosità: per gli asiatici la cicala è anche gustosissima, o meglio le larve lo sono. Fritte vengono considerate una prelibatezza, una vera leccornia!».