Veglioni, eventi affollati, cinema, teatri, discoteche. Tampone anche per i vaccinati

Cabina di regia il 23, dopo Natale la stretta. L’ipotesi: nei luoghi a rischio non basta il Super pass

Salvare il Natale dall’incubo-contagi: ieri 28.064, con 123 morti. Giovedì prossimo, 23 dicembre, Mario Draghi dirigerà la Cabina di regia. Per "difendere con le unghie e con i denti" i risultati ottenuti con i vaccini – come dichiarato alla vigilia del Consiglio europeo quando i nuovi casi giornalieri non sfioravano certo quota 30mila – il premier ascolterà gli esperti e poi tirerà una riga. Una stretta a 48 ore dal Natale in vigore dopo Santo Stefano? Nessuno la anticipa, nessuno la esclude. E pazienza se la narrazione di governo – con le misure annunciate il 24 novembre quando la variante Omicron non esisteva – subirà modifiche. Draghi è uomo pragmatico e di fronte a uno scenario in rapida mutazione, se necessario, agirà. Tra le opzioni in valutazione, spiccano obbligo di mascherine all’aperto in zona bianca e di tamponi per gli ingressi in luoghi affollati come discoteche, cinema e teatri. Ancora: riduzione della validità del Green pass a 5 mesi, estensione dell’obbligo vaccinale ad altre categorie lavorative a contatto col pubblico (P.A. in primis) o adozione del pass rafforzato negli stessi ambiti.

Dati Covd Italia del 19 dicembre 2021

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L’intenzione è di tenere alta la guardia, naturalmente alla luce dei report ospedalieri (i ricoverati per Covid sono 7.576 di cui 953 in terapia intensiva) e delle indicazioni degli scienziati. Di sicuro il governo rinnoverà l’appello a tutti i cittadini a un atteggiamento di massimo rispetto delle regole anti-Covid. Che poi all’appello si aggiungano anche misure d’emergenza – a carico di vaccinati, non vaccinati o di tutti, in vista dei veglioni di fine anno – dipenderà dai numeri dei prossimi giorni, in un contesto in sensibile deterioramento e tuttavia ancora di favore rispetto ai lockdown paventati o già decisi in mezza Europa.

In Italia preoccupa non poco l’aumento dei casi tra i bambini e i ragazzi: nella fascia d’età 0-9 anni l’incidenza settimanale passa da 275 a 317 casi per 100mila. Ancora: nella fascia d’età 6-11 anni emerge il 50% dei casi diagnosticati nella popolazione 0-19 anni. Numeri allarmanti che spingono i sindaci di centrosinistra riuniti nell’Ali (Autonomie locali italiane) a chiedere al governo di "introdurre subito il Green pass per salvare la scuola in presenza" dal "rischio concreto che da gennaio tutte le scuole italiane vadano in Dad". "Non possiamo permetterlo", riporta l’appello firmato dal presidente Matteo Ricci, sindaco di Pesaro, e sottoscritto anche da Roberto Gualtieri (Roma), Giuseppe Sala (Milano), Gaetano Manfredi (Napoli), Dario Nardella (Firenze), Matteo Lepore (Bologna), Stefano Lo Russo (Torino), Leoluca Orlando (Palermo). "L’ulteriore misura restrittiva per preservare un istituto fondamentale per bambini, ragazzi, famiglie e lavoratori" viene però immediatamente bocciata dal mondo scolastico.

"Comprendiamo la preoccupazione di chi si trova a fronteggiare la quarta ondata – ragiona il presidente dell’Associazione presidi Antonello Giannelli –, ma la scuola necessita di una estrema e doverosa gradualità nell’introduzione di misure che potrebbero comportare una compressione del diritto all’istruzione". "Proposta irricevibile", reagisce con toni più aspri il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso. Secondo l’esponente del Carroccio, "sono altre le rivendicazioni da portare avanti". Nell’ordine, "chiedere al ministero della Salute di potenziare i tracciamenti, al generale Figliuolo i rinforzi militari per le strutture sanitarie sul territorio, al Mef e al governo ulteriori 300 milioni di euro per gli impianti di aerazione nelle scuole dopo i primi 150 stanziati ad aprile". Insomma, a pochi giorni dalle vacanze di Natale, tra sindaci, presidi e Ministero si litiga in nome del "diritto costituzionale all’istruzione e allo studio". C’è tempo fino al 9 gennaio per trovare una composizione, prima della ripresa delle lezioni.