Covid, Palù (Aifa): "A ottobre il vaccino polivalente"

Contagi giù e rianimazioni svuotate. "Draghi sa perfettamente come tutelare diritto alla salute ed economia"

Secondo Giorgio Palù la primavera potrebbe rallentare la diffusione del virus

Secondo Giorgio Palù la primavera potrebbe rallentare la diffusione del virus

Milano, 22 febbraio 2022 - Scendono i contagi Covid, calano i ricoveri, e Bruxelles già chiede la revoca della "restrizione temporanea dei viaggi non essenziali verso l’Unione per le persone vaccinate". Un altro passo verso la normalità, ma l’Italia resta col freno a mano tirato. Anche se un allentamento delle misure è atteso a breve. Complice il parere favorevole della comunità scientifica. "Tutti i parametri sono in regressione, non solo i contagi ma anche i ricoveri nelle terapie intensive", osserva Giorgio Palù, presidente dell’Aifa, della Società europea di virologia e componente del Comitato tecnico scientifico. "Fatta eccezione per Romania, Bulgaria e altri Paesi dell’Est – continua – tutta l’Europa registra questo trend".

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Quindi, professore, perché non uniformarsi agli altri Paesi che hanno scelto una sorta di «liberi tutti»? "Una scelta di questo tipo spetta alla politica. Credo che il governo italiano abbia in programma di allentare le attuali misure. Ma di farlo con gradualità. Non solo in rispetto della prudenza, che con questo virus è d’obbligo, ma anche dei dettami costituzionali".

Il diritto alla salute? "Direi l’articolo 2. Quello, cioè, che garantisce i diritti inviolabili dell’uomo e che richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. Dove il termine sociale include il concetto di salute".

Messo alla pari con quello di tipo economico. "Abbiamo un premier, Mario Draghi, che come ha già dimostrato sa perfettamente equilibrare salute ed economia. L’economia, d’altronde, non serve soltanto a far crescere il Pil, ma anche a far progredire la ricerca scientifica e a tenere in piedi gli ospedali".

Boris Johnson riapre tutto; Francia e Spagna fanno il pieno di turisti. Tolta l’Italia, i Paesi europei peccano di imprudenza? "Hanno approcci diversi. Gli inglesi sono empiristi. Sperimentano, come vuole la tradizione del neopositivismo. Ora stanno liberalizzando, evitando anche di isolare i positivi al Covid. Lo stesso i Paesi scandinavi, mentre i tedeschi no. Il nostro approccio è graduale e progressivo. Prudenziale, cioè basato su dati effettivi".

Che lettura dà dell’attuale situazione? "Oggi il virus ha un tempo di incubazione di due-tre giorni rispetto ai cinque di quello originario. Ha un indice di trasmissione stimato superiore a 10, che si avvicina a quello del virus più contagioso, cioè quello del morbillo. Ha perso un po’ della sua virulenza, si sta adattando alla specie umana, suo ospite naturale, per riuscire a sopravvivere. Stiamo andando verso l’endemizzazione. Non dimentichiamo però che la variante Omicron sta portando in terapia intensiva i non vaccinati e può essere pericolosa per pazienti immunodepressi".

La primavera potrebbe esserci d’aiuto? "Potrebbe rallentare la diffusione del Sars-Co V-2. Ma il virus potrebbe riprendere vigore con l’inverno. O ripresentarsi come un’influenza".

Significa che potremo vaccinarci ogni anno come si fa contro l’influenza di stagione? "Il nuovo vaccino, già in fase di studio, dovrà essere allestito tenendo conto dell’evoluzione del virus. Quindi della variante più recente. E dovrà essere polivalente. Cioè efficace non solo contro la proteina S ma anche contro la nucleoproteina. Non eliminerà il virus, ma eviterà le emergenze".

Perché non abolire il Green pass? "Posto che spetta al governo decidere, è sbagliato mettere il Green pass in contrapposizione col concetto di libertà personale. È solo un certificato vaccinale. Come quello che alcune categorie professionali devono esibire da anni. Per esempio per dimostrare di essere vaccinati contro il tetano o l’epatite C. In questo senso il certificato verde è una garanzia per se stessi e per gli altri".

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