Ucciso con arco e freccia. "Faceva troppo rumore"

La vittima, un 41enne peruviano, stava litigando in strada con un amico. Arrestato l’artigiano che ha scoccato il colpo mortale: "Li avevo avvertiti"

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Genova, 3 novembre 2022 - Morire per un litigio in strada, per aver alzato la voce e dato fastidio ad uno dei condomini dei palazzi prospicenti. Morire ucciso con un solo colpo, un dardo scoccato da un arco durante le ore piccole della movida, quando l’alba è ancora lontana dietro l’ultimo carruggio. Ha dell’incredibile quanto successo l’altra notte nel centro storico di Genova, nel dedalo di viuzze carie a Fabrizio De Andrè, dove il peruviano Javier Alfredo Romero Miranda, 41 anni, non ha incontrato né Marinella, né Bocca di rosa, ma solo e per sempre la Signora Morte.

Ucciso da una freccia a Genova, la Procura: "Odio razziale come aggravante"

Troppo profonda la ferita inferta dalla freccia scagliata dall’artigiano Evaristo Scalco, 63 anni, collezionista di archi, arrestato dai carabinieri per omicidio e ora rinchiuso nel carcere di Marassi.

Tutto succede dopo mezzanotte. Due amici peruviani escono da un bar. Sono alticci, prima chiacchierano a voce alta, poi incominciano a litigare, offuscati dalla nebbia dell’alcol che può trasformare le parole in offesa e alzare ulteriormente i decibell. Di certo, in questo caso sopra la soglia di sopportazione di Scalco che si affaccia da una delle finestre della sua casa, affacciata sul carruggio, per gridare ai due di fare silenzio. I peruviani non desistono, lo insultano. Tirano anche qualcosa contro la finestra, forse un petardo, ma saranno le indagini a fugare ogni dubbio. L’artigiano a quel punto li minaccia, dice che se non se ne vanno userà un arco. I due continuano a urlare, forse non realizzano la portata dell’ultimatum, lo minacciano di morte. È a quel punto che il 63enne imbraccia l’arma e scocca un dardo.

La freccia colpisce al fianco Romero che stramazza a terra. Scalco, spaventato, si precipita in strada, prova a estrarre la freccia, la rompe. Nel frattempo alcuni avventori del bar chiamano i soccorsi. Il personale del 118, con l’automedica, trasporta Romero prima al Villa Scassi e poi al San Martino dove l’uomo finisce sotto i ferri in piena notte prima per estrargli la freccia e poi per il trapianto di fegato. Ma Romero muore ieri a ora di pranzo in Rianimazione.

In casa di Scalco, arrivato un mese fa a Genova da Varese, i militari hanno trovato tre archi e 30 frecce, tutti costruiti da lui. Segno di una passione profonda, diventata omicida nel giro di una notte.