Cosa serve per il Green pass europeo: domande e risposte

Tamponi, guarigioni e doppia dose. Ieri il debutto, Von der Leyen esulta: oltre 200 milioni di certificati rilasciati. Caos sulla vaccinazione eterologa

Una ragazza in aeroporto

Una ragazza in aeroporto

Primo giorno di entrata in vigore del Green pass europeo e prime grane per un documento che, nelle previsioni dei piani alti di Bruxelles, dovrebbe rilanciare il turismo e, più in generale, la mobilità tra i 27 Paesi dell’Unione e nell’area Schengen. Attivo da ieri sul territorio comunitario, il certificato verde paga la mancata uniformità delle regole d’ingresso nazionali e la confusione venutasi a creare con i pass lanciati da alcuni governi (Italia compresa) in anticipo sui tempi rispetto alle decisioni della Ue. Un esempio su tutti il destino di quei 13 milioni di italiani che hanno scaricato il lasciapassare (nostrano) dopo aver ricevuto solo la prima dose e che ora si trovano impossibilitati a farlo valere in un’Europa che ha previsto il completamento del ciclo d’immunizzazione per ovviare a tamponi e quarantene alle frontiere. Unica eccezione la Croazia che di sua sponte consente l’accesso anche senza richiami.

Bollettino contagi Covid del 2 luglio

Come scaricare il Green Pass: tutti i modi per richiedere la certificazione

A CHE COSA SERVE IL GREEN PASS EUROPEO?

Il certificato, annunciato tre mesi fa e pronto a tempi di record, considerando l’atavica lentezza delle procedure comunitarie, permette di viaggiare liberamente da un Paese all’altro dell’Unione.

CHI HA DIRITTO AL LASCIAPASSARE?

Sono tre le categorie di europei che possono beneficiare del Green pass: chi negli ultimi sei mesi è guarito dal Covid, coloro che si sono immunizzati (valgono solo i sieri Pfizer, Moderna, Johnson&Johnson e AstraZeneca) e chi presenta un tampone negativo. Nel primo caso il certificato è valido per sei mesi dall’undicesimo giorno successivo al primo test positivo, nel secondo la validità di nove mesi scatta trascorsi 15 giorni dal richiamo (o dalla dose unica per il vaccino J&J), mentre, in presenza di un tampone negativo, la vigenza del documento varia (48 ore per il test antigenico, 72 per il molecolare). Sulla questione profilassi, è l’Austria a muoversi in solitaria: per accedere nel Paese è necessario che siano passati 22 giorni dall’iniezione.

COME SI OTTIENE IL CERTIFICATO?

Il Green pass viene rilasciato in forma digitale, anche se ovviamente può essere stampato. Contiene un Qr Code che andrà presentato all’ingresso del Paese di destinazione. Si ottiene tramite il sito www.dgc.gov.it, le app Immuni e IO, il fascicolo sanitario oppure attraverso il proprio medico di base.

UNA DOSE BASTA PER AVERE IL PASS?

In Italia il certificato verde è una realtà dall’aprile scorso. Tramite questo lasciapassare è possibile muoversi fra regioni arancioni o rosse, partecipare a matrimoni ed accedere nelle Rsa. Per averlo fino a ieri era sufficiente essersi sottoposti a una sola somministrazione di vaccino. Con l’entrata in vigore del Green pass europeo, da due certificati si è passati a uno solo. Tradotto, per il rilascio del certificato, l’Italia deve conformarsi a Bruxelles per la quale una dose non basta.

COME FUNZIONA CON L’ETEROLOGA?

Alcuni italiani, che hanno effettuato il richiamo della profilassi con un siero diverso da quello della prima dose (Pfizer al posto di AstraZeneca), hanno ricevuto un Green pass europeo errato. Questo riporta solo una dose effettuata e non il completamento del ciclo vaccinale. Inevitabili le ripercussioni negative sul fronte vacanze all’estero. Il ministero della Salute ha garantito che risolverà il problema in tempi rapidi.

IL GREEN PASS È PARTITO IN TUTTA EUROPA?

"Il certificato Covid digitale europeo è il simbolo di un’Europa aperta e sicura che sta riaprendo con cautela – esulta la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen –. Ad oggi sono già stati generati oltre 200 milioni di certificati". Non in Irlanda, però, alle prese con un attacco hacker che ha messo ko i circuiti tecnici. Anche per ovviare a situazioni simili, l’Unione ha previsto un periodo di transizione di sei settimane (fino al 12 agosto) durante il quale possono essere presentate altre prove di vaccinazione eo test per varcare i confini nazionali.