Roma, 30 aprile 2018 - Mario Castiglioni, 59 anni, una guida alpina italiana è tra i quattro escusionisti morti sulle Alpi svizzere, a causa del maltempo. Cinque compagni versano in gravi condizioni dopo essere stati costretti a trascorrere la notte fra domenica e lunedì a oltre 3.200 metri di altitudine. "Facevano parte di due gruppi, che avevano lasciato il rifugio alle 10 di domenica. La tempesta li ha bloccati e hanno dovuto passare la notte all'addiaccio - ha raccontato Steve Leger, portavoce della polizia cantonale -. Il gruppo più numeroso, di 10 persone, aveva una guida". Era Castiglioni.
IL GRUPPO IN PARTENZA
La conferma è giunta in serata a Como, dove vivono i suoi tre figli. Castiglioni, nato a Como, da qualche anno si era trasferito in Svizzera, in Canton Ticino, con la moglie di origine bulgara e con lei aveva aperto un'agenzia, MLG Moutain Guide, che organizzava escursioni in montagna.
Alpi Svizzere, due morti a Chamonix. Due sulle Alpi Bernesi. Una sul Monte Bianco
Le persone rimaste bloccate sull'Haute Route Chamonix-Zermatt in totale erano 14, di nazionalità italiana, francese e tedesca. L'allarme è partito dal rifugio Cabane des Vignettes con richiesta d'aiuto inedita per le imponenti modalità. Sette gli elicotteri impiegati per il recupero "nella zona di Pigne d'Arolla". La situazione è apparsa subito drammatica: sei persone erano prive di conoscenza, una era già morta "probabilmente" di una caduta.
I sopravvissuti sono stati portati al rifugio di Vignettes dove i medici hanno fornito un primo soccorso e poi hanno deciso, caso per caso, il da farsi. Gli alpinisti sono stati smistati tra gli ospedali della zona, ma tre sono deceduti dopo l'arrivo. Cinque si trovano tra la vita e la morte. Gli altri soffrono di leggera ipotermia ma non sono in pericolo.
Il Canton Vallese ha aperto un'inchiesta. Intanto la Farnesina, attraverso l'ambasciata l'Italia a Berna, è al lavoro per accertare le condizioni degli italiani coinvolti.