Spostamenti vietati fuori dai confini comunali. Governo pronto alla maxi stretta di Natale

L’ala rigorista preme per misure più severe nel timore di una terza ondata. Al vaglio fino a 14 giorni di stop a partire dal 24 dicembre

Schierati 70mila agenti per garantire il rispetto delle misure contro la pandemia (Ansa)

Schierati 70mila agenti per garantire il rispetto delle misure contro la pandemia (Ansa)

La trattativa è serrata, l’obiettivo è chiudere entro mercoledì, se non addirittura domani sera. Il Cts ieri, incontrando il premier Conte, è stato chiaro: bisogna ridurre la mobilità durante le feste, pena una terza ondata che i tecnici dell’Iss annunciano potrebbe essere "molto dolorosa". Oggi si discuterà al ministero della Salute del parere formale e motivato che è stato chiesto ieri al Cts, poi ci sarà un nuovo incontro a palazzo Chigi con i capidelegazione di maggioranza e i ministri direttamente coinvolti e quindi si arriverà entro domani a un incontro con le Regioni e le Province autonome e a un altra riunione di maggioranza dopo la quale il governo, maturata una linea e una bozza di testo di massima, sentirà l’opposizione. A quel punto, sciolti gli ultimi dubbi, scatterà l’ora delle scelte.

Dpcm Natale: cosa può cambiare per spostamenti e coprifuoco

A ieri l’orientamento prevalente (ma non esclusivo) del governo sarebbe quello di non fare ricorso a zone rosse ma a zone arancioni, con blocco della mobilità nei confini comunali, mitigato da una eccezione per comuni limitrofi sotto i 5 mila abitanti (o in alternativa, alla facoltà di muoversi entro un raggio di 20-30 chilometri dal proprio domicilio o residenza). I ministri Speranza e Boccia preferirebbero un blocco unico ‘"alla tedesca", dal 24 dicembre al 1° gennaio compreso (9 giorni) o addirittura fino al 6 gennaio (14 giorni). Ma è abbastanza difficile che una misura così estrema e lunga, specialmente la seconda, passi, anche se fosse in effetti un innalzamento a zona arancione e non rossa, quindi con i negozi aperti, per i clienti che risiedono in quel comune. Più probabile che si scelga la linea, cara a Palazzo Chigi ma anche al Viminale, di un blocco dal 24 al 27 dicembre, dal 31 dicembre al 3 gennaio e poi il 5 e 6 gennaio (10 giorni totali), sempre come zona arancione.

Resterebbero in ogni caso confermate le misure quadro del Dpcm del 3 dicembre e quindi l’inviolabilità dei confini regionali dal 21 dicembre al 6 gennaio, fatte salve le necessità di lavoro, sanitarie o le urgenze e il diritto di rientrare al proprio domicilio o residenza. E fatta salva la deroga per i piccoli comuni confinanti, sui quali anche gli esperti del Cts hanno dato sostanziale ok.

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A premere sul governo sono praticamente tutti i tecnici e gli esponenti dell’area rigorista. "A mio avviso – osserva il ministro degli Affari Regionali Francesco Boccia – è necessario restringere di più, ma deve essere una decisione basata sulla scienza e condivisa. Se ci saranno ulteriori restrizioni, saranno per le festività e riguarderanno un periodo limitato. La terza ondata è sicura, e non possiamo permetterci di affrontarla con gli ospedali appesantiti". Con lui il ministro della Salute Roberto Speranza. "La mia opinione – dice al Tg 3 – è che le nuove misure ci possono aiutare soprattutto nelle settimane delle vacanze natalizie ad evitare una forte ripresa dei contagi. Stiamo ragionando sulle due settimane delle vacanze di Natale: quello è il periodo più complicato. Ascolteremo con attenzione i nostri scienziati e l’auspicio è che in poco tempo si possano assumere ulteriori misure in grado di scongiurare una terza ondata".

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