Saman, Francia e Islam: nodo mai risolto. Macron primo a sfidare i radicalismi

Un disegno di legge toglie il permesso di soggiorno a chi rifiuta apertamente i valori repubblicani

Il presidente Emmanuel Macron

Il presidente Emmanuel Macron

Saman e l’oppressione islamica: la Francia conosce bene il problema, visto che troppe ragazze musulmane sono ancor oggi esposte alla violenza. Nella patria dei diritti civili in cui sventola la bandiera del laicismo debbono ubbidire al padre, al fratello, allo zio e al cugino che non tollerano la loro ‘apertura’ ai costumi del mondo occidentale. Sono le vittime del fanatismo e della radicalizzazione islamica. Debbono sposare uomini imposti dalla famiglia, esibire certificati di verginità prima delle nozze, uscire coperte dal chador, frequentare solo compagnie autorizzate, sottomettersi all’autorità del maschio padrone. Come Saman, la diciottenne di origini pachistane che sui social si era ribattezzata Italian girl e voleva vivere la sua vita.

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Il suo dramma ha una risonanza particolare in questo Paese in cui l’islamizzazione radicale, cresciuta parallelamente alla colonizzazione del Maghreb, ha dato vita a un enorme conflitto sociale, politico e culturale, che Emmanuel Macron sta cercando coraggiosamente di risolvere. Quante Saman ci sono nelle banlieues di Parigi, di Lione e di Marsiglia? Quante di loro vengono schiavizzate, violentate, picchiate e uccise?

"L’avanzata dell’islamismo è oggi più forte che in passato. Il conformismo dettato dall’obbedienza religiosa crea situazioni abnormi che possono portare al terrorismo e alle peggiori atrocità, come abbiamo visto ultimamente con la decapitazione di Samuel Paty in una scuola di Tolosa", dice la scrittrice Fatiha Agag Boudjahlat, autrice di Combattere il velo e Laicità, il futuro insieme. Alla pari di Michel Houellebecq, lo scrittore che in Soumission denuncia l’incubo della sottomissione dell’Occidente al mondo arabo, Fatiha si scaglia contro l’ipocrisia di una certa gauche francese: "Troppi intellettuali chiudono gli occhi davanti a pratiche vergognose, come la richiesta dei certificati di verginità, con il pretesto che bisogna rispettare le tradizioni musulmane. Io esigo invece che i valori universali del Paese in cui si è ospitati vengano rispettati da tutti".

Il problema – e la tragedia della povera Saman lo dimostra – è proprio questo: lo Stato deve stabilire e applicare regole identiche per tutti i cittadini, immigrati compresi. Sembrerebbe una cosa ovvia, ma non lo è: troppi musulmani in effetti pretendono in nome della loro religione di comportarsi in modo opposto a quanto stabilito dallo Stato in cui si sono impiantati. Lo si vede quando accorrono ad ascoltare nelle moschee i discorsi incendiari degli imam integralisti, quando rifiutano che le loro donne ottemperino al divieto d’indossare il chador in pubblico, quando esigono che le piscine abbiamo orari riservati in funzione del sesso, quando impongono matrimoni forzati alle ragazze. Una pratica arcaica, quest’ultima, vietata per legge fin dal 1805 ma tuttora esistente: secondo Marlène Schiappa, ministro delegato per la Cittadinanza, ben 200mila giovani donne musulmane sono state costrette in Francia ad accettare negli ultimi 20 anni unioni non volute.

"Esiste un problema culturale per l’Islam. L’abbiamo visto anche a proposito dell’assassinio di Samuel Paty, in cui ritroviamo la simbologia tipica del rito in cui la decapitazione è la replica del sacrificio animale", commenta Gilles Kepel, il più autorevole studioso del mondo islamico. Aggiunge il filosofo di destra Alain de Benoist: "La soluzione di questo problema si potrà trovare soltanto andando alle radici del fenomeno, che è l’immigrazione. Bisogna bloccarla se possibile, limitarla al massimo, controllarla con estrema severità".

Il primo – e unico, bisogna riconoscerlo – capo di Stato europeo che ha preso in pugno la situazione è il francese Emmanuel Macron: lanciando la proposta di una legge globale sul separatismo islamico, Macron ha messo la Francia e l’Europa davanti alle proprie responsabilità. Il discorso che ha pronunciato il 2 ottobre scorso a Les Mureaux rappresenta una svolta e resterà nella storia. "Dobbiamo contrastare il separatismo islamista, che spesso si traduce nella costituzione di una contro-società", ha detto Macron. Approvato prima alla Camera e poi al Senato in prima lettura lo scorso aprile, il dispositivo di legge offre allo Stato i mezzi per contrastare il comunitarismo e lo sviluppo dell’islamismo radicale: no al velo in pubblico, no al burkini, no ai certificati di verginità, no alle preghiere all’interno delle università, no soprattutto no alla concessione del permesso di soggiorno per gli stranieri che rifiutino manifestamente i principi della Repubblica.

Chissà: se una legge del genere fosse esistita in Italia, Saman sarebbe forse ancora viva, libera di sposarsi con chi vuole, con la benedizione e la protezione dello Stato.