Rigopiano, l'avvocato di una vittima: "Vi spiego perché mi aspetto delle assoluzioni"

Si torna in aula la prossima settimana, parleranno sempre i legali degli imputati. Fabio Salzetta, scampato alla strage dove è morta la sorella Linda: "È cominciato lo scaricabarile"

Pescara, 21 gennaio 2023 - Rigopiano: le responsabilità per la strage - per i 29 morti nell’hotel travolto da una valnga il 18 gennaio 2017 -, vanno ricercate altrove.

Rigopiano: l'interno dopo la valanga
Rigopiano: l'interno dopo la valanga

Così scandiscono uno dopo l’altro, con argomentazioni diverse, gli avvocati difensori degli imputati, 29 persone fisiche e una società. Lunghe arringhe o interventi concisi, alla fine la stessa conclusione: chiedo l’assoluzione perché il fatto non sussiste o nella formula che la vostra signoria... Spetterà al giudice Gianluca Sarandrea dare un nome a questo altrove. La prossima settimana si torna in aula, a febbraio è attesa la sentenza. Mentre l’anniversario quest’anno è stato diviso tra udienza in tribunale e ricordo delle vittime, niente messa sulle rovine dell’hotel perché c’era troppa neve. Ed è saltato il minuto di ricordo in aula "ci hanno spiegato che in tribunale non si può", spiega senza polemica Marcello Martella. Uno dei volti più familiari di questa tragedia: papà di Cecilia, 24 anni, che lavorava come estetista nell’hotel, è anche  tra le anime del comitato vittime presieduto da Gianluca Tanda, anche suo fratello Marco è tra le vittime. 

"Chiedo l’assoluzione"

Gianluigi Tucci è il difensore di Giulia Pontrandolfo, la funzionaria della prefettura di Pescara indagata per depistaggio. C’è di mezzo la famosa telefonata di Gabriele D’Angelo, il volontario della Croce Rossa che fece di tutto per attirare l’attenzione su quel che stava succedendo.

"Le responsabilità vanno attribuite, distribuite e soprattutto individuate - dichiara il legale -. Per quanto riguarda la posizione di Pontrandolfo, io e il collega co-difensore Castrataro abbiamo voluto sottolineare che non c’era possibilità per lei di commettere un’azione depistatoria: aveva già detto ciò che doveva un pubblico ufficiale". Ma come si spiega la strage di Rigopiano? "Ventinove persone hanno perso la vita per due tragici eventi – risponde il legale –. Un’incredibile nevicata che ha colpito la nostra zona e purtroppo varie scosse di terremoto. La risposta va cercata nella perizia che ha richiesto il giudice per l’udienza preliminare. È una perizia nivologica molto attenta". Però le perizie sono diverse e arrivano a conclusioni opposte... "Sono ipotesi e come tutte le ipotesi hanno un’antitesi che poi avrà una sintesi. La sintesi sarà la sentenza del giudice".

"Mi aspetto assoluzioni"

Camillo Graziano assiste Alessio Feniello, il papà di Stefano, 28 anni, che a Rigopiano il giorno prima della valanga killer aveva festeggiato il suo ultimo compleanno. L'uomo è noto alle cronache per essere stato messo sotto processo – e poi assolto – dopo aver violato i sigilli delle rovine, "volevo portare un mazzo di fiori a mio figlio".

Avvocato, si aspetta assoluzioni? "Sì - risponde Graziano -.  L'idea che gli organi di un ufficio che non ha funzionato possano risponderne tutti non mi pare probabile". Aggiunge: "Ho ascoltato le arringhe dei colleghi. Qualcuno si è difeso addossando la colpa a qualcun altro. Oppure si dice: il mio assistito non aveva le competenze che la procura gli ha assegnato. Questo devo dire mi sorprende molto. Qualcuno infine ha dichiarato che il suo assistito è stato tirato in ballo dall’accusa senza motivo

Il precedente dell’Aquila

Tra i familiari c’è timore anche per la sentenza del tribunale dell’Aquila che a ottobre ha attribuito un 30% di responsabilità alle vittime del terremoto, per la "condotta incauta" di essere rimasti a dormire, nonostante il rischio, in un edificio poi crollato. "Sì, questa paura c’è – riconosce Martella –, con quella sentenza hanno creato un precedente. Tutto è possibile anche se noi confidiamo molto sul lavoro svolto dai pm. La nostra speranza è che il giudice confermi tutte le richieste di condanna".

Il superstite Fabio Salzetta

Fabio Salzetta nel giorno del sesto anniversario esce dal tribunale con gli altri familiari, nel cuore il peso del dolore per la sorella Linda, che lavorava come cameriera nell'hotel, tra le vittime. Gli resta la memoria indelebile di quei momenti. Lui, manutentore nel resort, scampato, con Giampiero Parete il 18 gennaio 2017 fece di tutto per far arrivare i soccorsi. "Noi cerchiamo sempre giustizia anche se sono già cominciati i primi scaricabarile - è il suo commento amaro –. Il mio dolore è immenso, rivivo continuamente quell’immagine, tutto quello che è successo e la rabbia di quello che si poteva evitare e di quello che non è stato fatto". "Le stragi sono tutte uguali", è la didascalia di Antonio Morelli, presidente del Comitato vittime di San Giuliano, la sua croce è la morte della figlioletta Morena, rimasta uccisa con altri 26 bambini e una maestra. Dice solo: "Per questo oggi sono qui".

Il comitato Rigopiano in attesa del fiore