Omicron 5, incubazione: quando iniziano i sintomi e per quanto si è contagiosi

La variante Covid fa decollare i contagi. Separiamo i dati oggettivi dai giudizi personali. Il Fact chekcing

In questi giorni un ritorno di fiamma del Covid-19 scuote l'Italia, questo è sotto gli occhi di tutti. La variante Omicron BA.5 è molto contagiosa, riesce a infettare persone già immunizzate, il virus attacca pure le persone guarite che hanno sviluppato anticorpi, ferma restando la validità della vaccinazione che protegge come uno scudo dalle forme più gravi, quelle che portano in terapia intensiva, con esito letale. Gli esperti paragonano la sintomatologia tipica di questi giorni a un raffreddore, ma perché questo virus Sars-Cov2 continua a mutare e ci tormenta d'estate? Le cronache hanno ripreso a rilanciare le opinioni di illustri virologi, infettivologi, epidemiologi, ma sono spesso dei commenti, ipotesi, impressioni a volte discordanti tra loro, a chi dare retta? Vediamo in questa pagina di separare i dati oggettivi dai giudizi personali, seguendo il metodo del fact-checking.

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Variante Omicron BA.5
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Indice di trasmissione

I decessi per Covid, per quanto pochi, si registrano tuttora, e sono dovuti a complicanze in pazienti già compromessi per altre cause. Se colonizza una persona senza difese immunitarie anche Omicron BA.5 diventa cattivo, del resto anche una sindrome influenzale può mandare gambe all'aria una persona con difese immunitarie indebolite. L'incidenza dei casi ha raggiunto il valore di 504 per 100mila abitanti, l'indice di trasmissibilità Rt a quota 1,07 ha superato il valore della parità, dunque le statistiche lo confermano: il numero dei contagiati si allarga a macchia d'olio. Sale anche il tasso di positività, al 23%.

L'incubazione

Questo è il punto, nel sottogruppo Omicron BA.5 il periodo medio di incubazione scende a tre giorni. Le varianti dei mesi scorsi (Wuhan, Delta) potevano impiegare anche una settimana, talvolta due settimane prima di esplodere con quadri drammatici di polmonite interstiziale. Oggi il virus è mutato, meno feroce nei giovani sani e negli adulti vaccinati, preferisce infettare alla svelta per diffondersi più rapidamente, senza infierire come faceva prima. Ma dove avviene l'incubazione nel Covid, come si calcolano i giorni di latenza, e perché è utile capire la dinamica?

L'incubazione, si legge sull'enciclopedia Treccani, è quel periodo che intercorre fra l'ingresso di un agente infettivo nell’organismo e la comparsa dei primi segni di malattia: può essere di pochi giorni (influenza, scarlattina, colera) o di settimane e mesi (rabbia, tetano) e talora di anni (tubercolosi, lebbra). La Omicron BA.5 è più contagiosa del morbillo e della varicella.

Quando iniziano i sintomi

L'European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) considera che il lasso di tempo tra il primo contatto con il virus Sars-Cov2 e l'insorgenza dei sintomi sia compreso in un intervallo tra 2 e 12 giorni, fino a un massimo di 14 giorni, ma le varianti più recenti, secondo gli specialisti, hanno un periodo di incubazione mediamente di tre giorni, quindi tendono a manifestarsi mediamente dopo 72 ore dal contagio. Ma come si calcola il periodo di incubazione? Chiunque può dare una risposta empirica, come spiegato nell'esempio seguente. 

Come evolve l'infezione

Facciamo un esempio pratico. Tizio ha viaggiato in macchina con altre persone, senza indossare la mascherina. Uno dei passeggeri tossiva, scopre solo in un secondo momento di essere positivo al Covid e avverte il resto della comitiva. Nei giorni successivi la moglie di Tizio si ammala, sono passati quattro o cinque giorni dal primo episodio, il marito (asintomatico) ha contagiato la moglie, che si dimostra più sensibile al virus rispetto al marito, quest'ultimo manifesta solo tardivamente sintomi lievi di malessere. I virus galleggiano sull'aria, aggrappati a microscopiche particelle di saliva emesse da diffusori. Si propagano e vengono inalate in conseguenza degli atti respiratori dell'ospite, si insinuano nelle cellule della mucosa delle fosse nasali, dove trovano un terreno favorevole e si moltiplicano.

Quanto dura la malattia?

La durata dei sintomi (febbre o febbricola, dolori muscolari, congestione nasale, risentimento intestinale) dipende da molte variabili e può durare da uno a dieci giorni. La variabilità del quadro clinico dipende da 1. la carica virale infettante alla quale si viene esposti, 2. le difese immunitarie innate e quelle acquisite con la profilassi vaccinale o in convalescenza, 3. la forma fisica, 4. la presenza di comorbilità (persone in terapia per diabete, trapianto di organi, emolinfopatie, deficit immunologici, obesità, ad esempio, hanno un quadro sintomatologico più accentuato), 5.l'età, ovviamente gli anziani sono più vulnerabili, ma anche i bimbi possono sviluppare un Covid severo, per non parlare del Long Covid, in questi casi l'infezione cronicizza e si protrae per settimane o mesi.

Per quanto tempo si è contagiosi

La contagiosità si presume proporzionata ai livelli di viremia nel sangue. Questo significa che c'è un momento particolare nel quale il virus replica intensamente, quindi con un picco o una curva di massima crescita, e poi si attenua nei giorni. Possiamo dire che con Omicron 5 il più delle volte si è contagiosi per 4-5 giorni, in concidenza con la comparsa dei sintomi. A questa regola generale vanno aggiunte diverse eccezioni, ad esempio si può essere precocemente contagiosi come avviene negli asintomatici che diffondono la malattia ad altri inconsapevolmente. Ed è possibile viceversa essere contagiosi per periodi protratti nel tempo continuando a seminare l'agente infettivo anche 10-15 giorni dopo il momento di massima replicazione del virus. 

Quando arriva la guarigione

La guarigione con Omicron5 arriva quando l'organismo, in genere dopo tre quattro giorni dall'insulto iniziale, sviluppa anticorpi. Tornano le forze, spariscono febbre e dolori osteoarticolari, si negativizza il tampone.

“Abbiamo a che fare con un virus con una ridotta patogenicità ma ha una altissima capacità di diffondersi, ed è probabile che si arrivi presto a 100mila casi al giorno vista questa circolazione, e con meno attenzione alle misure di contrasto”. Così Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit).

Come difendersi

Al fine di proteggersi al meglio da BA.5 è bene vaccinarsi, indossare una mascherina in ambienti pubblici al chiuso o in mezzo alla folla anche all'aperto, rimanere a casa quando si è malati e praticare una buona igiene. In caso di sospetta infezione rivolgersi subito al medico, che valuterà la terapia più indicata. Nei casi che rientrano nelle fasce a rischio sarà il medico a valutare se avviare tempestivamente una profilassi con antivirali. Ricordare sempre che esiste una percentuale di persone infette che diventano diffusori asintomatici mentre è in atto l'ìncubazione del virus, hanno più tempo per infettare più persone senza essere rilevate. Tutti questi sono fattori chiave che influenzano la trasmissibilità della variante Covid-19. Le industrie farmaceutiche stanno sviluppando un vaccino specifico per Omicron più efficace rispetto ai vaccini anti-Covid originali concepiti per stoppare la proteina Spike. “In autunno - ha ricordato Sergio Abrignani, immunologo dell'Università di Milano - quasi certamente avremo i primi vaccini su base Omicron, da cui ci aspettiamo una protezione decisamente migliore. Questo virus ce lo porteremo dietro per un bel po' di anni ma in ogni caso abbiamo degli strumenti che prima non avevamo, come i vaccini e gli antivirali”.