Bassetti: "Niente mascherina per i vaccinati. Bisogna tornare alla normalità"

L'infettivologo boccia l’ipotesi di nuove zone gialle. "Col Covid bisogna convivere, chi ha il Green pass sia libero"

La campagna vaccinale segna il passo: poche prime iniezioni

La campagna vaccinale segna il passo: poche prime iniezioni

L’Italia come il Regno Unito. Anche noi possiamo avere il nostro (primo) Freedom day. Da subito, anche se con una puntuale differenza. "Basta parlare all’infinito di restrizioni, dobbiamo convivere con questa malattia e pertanto, invece di terrorizzare la gente pensando a un ritorno delle zone gialle in conseguenza dell’aumento dei contagi, togliamo piuttosto le ultime limitazioni a chi ha il Green pass – è la ricetta di Matteo Bassetti, direttore dell’Infettivologia del Policlinico San Martino di Genova, per gestire questa fase ormai cronica della pandemia –. Diamo ai vaccinati, ai guariti e a chi ha un tampone negativo la possibilità di partecipare ai grandi eventi all’aperto, archiviando così i limiti di capienza; di togliere del tutto la mascherina, salvo in alcune circostanze come nei trasporti pubblici affollati; di andare in discoteca e, in prospettiva per l’autunno, di accedere ai ristoranti al chiuso".

Professore, gli inglesi indicano la via per tornare alla vita normale?

"Il ritorno alla quotidianità antecedente al Covid in verità si avrà solo quando avremo il 100% degli italiani over 12 vaccinati o almeno i 23 di loro. Adesso siamo ancora attorno al 60% di cittadini con almeno la prima somministrazione. Io capisco e condivido la scelta di Londra, che ci fa comprendere come non dobbiamo più fissarci sull’incremento dei positivi quanto piuttosto tenere d’occhio l’eventuale aumento dei ricoveri e dei decessi che da quelle parti, come da noi poi, non si sta verificando. Tuttavia al momento, nell’ottica di un progressivo ritorno alla normalità, dobbiamo basarci sul Green pass".

Per i vaccinati possiamo già togliere le ultime restrizioni?

"Assolutamente sì. Considerando quelli con una prima dose e chi ha sviluppato gli anticorpi, perché guarito dal Covid-19, arriviamo al 67%. Siamo oltre i 23 degli over 12".

La carta verde come premio, insomma.

"In un certo senso sì, ma il via alle restrizioni per i detentori del Green pass in questa fase è funzionale soprattutto, da un lato, a rilanciare una campagna d’immunizzazione che è ferma, facciamo solo seconde dosi ormai, dall’altro, a riportare alle capienze abituali cinema, teatri e stadi".

Non ravvisa il pericolo di favorire i contagi, togliendo del tutto le limitazioni anche a chi ha ricevuto solo la prima iniezione?

"Una parziale immunizzazione protegge già all’80% dal rischio di ospedalizzazione. E in più la carica virale è davvero bassa. Se anche avremo più persone col raffreddore o poco più, come abbiamo avuto in passato con l’influenza, non è che dobbiamo chiudere il Paese".

In caso di focolai, anche chi è vaccinato deve andare in quarantena. Che cosa ne pensa?

"È un’assurdita, gli statunitensi almeno da quattro mesi hanno abolito l’isolamento per chi è protetto dal virus".

A proposito di vaccinazioni, dopo gli operatori sanitari, è tempo di obbligare anche i docenti del mondo della scuola?

"Se non ora quando, mi verrebe da dire. Siamo a luglio e, sempre che non vogliamo rimettere in Dad gli studenti a settembre, così da garantirgli un altro anno all’insegna del mancato insegnamento, bisogna prevedere adesso una legge che prescriva il dovere d’immunizzarsi in capo agli insegnanti. E non solo".

A chi sta pensando?

"Agli studenti dai 12 anni in sù, la profilassi funziona. Non perdiamo altro tempo, se non vogliamo ripetere la situazione dello scorso anno con l’aggravante che adesso le armi per difenderci dall’infezione ci sono".

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