Medici di base in rivolta: "Vogliamo le ferie"

A causa della campagna vaccinale non si trovano sostituti. La categoria frena anche sul Green pass: "Non tocca a noi rilasciarlo"

Vaccinazione anti Covid

Vaccinazione anti Covid

"Vogliamo andare in vacanza". Prima la lunga pandemia, poi la frenetica campagna di vaccinazione. L’anno e mezzo di emergenza sanitaria ha messo a dura dura prova i medici di famiglia, che ora pretendono garanzie sulla pausa estiva. La questione ferie è stata sollevata da Paola Pedrini – medico di base nel Bergamasco e segretaria generale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg) in Lombardia – che ha recentemente lamentato l’impossibilità per i medici di Medicina generale di poter programmare le vacanze estive "se non forse per una settimana".

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Il motivo è che mancano i sostituti, in gran parte arruolati per fare le vaccinazioni anti Covid. "Per poter andare in ferie noi dobbiamo trovare un sostituto, pagare un libero professionista che prenda il nostro posto – ha spiegato Pedrini –. Ma quest’anno effettivamente è veramente difficile trovare un collega disponibile. C’era già una forte carenza di medici in generale, a questo si aggiunge che molti sono entrati in specializzazione, molti stanno facendo le vaccinazioni, qualcuno sta lavorando nelle Usca. Questi impegni aggiuntivi per la medicina creano un’ulteriore carenza di medici disponibili per fare le sostituzioni". Dichiarazioni che arrivano in un momento delicato come quello attuale, in cui a diverse categorie è chiesto un ultimo e auspicabilmente decisivo sacrificio per il bene comune.

In quanto liberi professionisti convenzionati i medici di famiglia non hanno ferie obbligate da smaltire ma, da convenzione, possono decidere di prendere 30 giorni liberi nel corso dell’anno a patto che trovino un sostituto che gestisca i pazienti in loro assenza. Nel pieno di una campagna di vaccinazione volta a debellare una pandemia preoccupa la necessità di andare in vacanza proprio nei mesi estivi e, soprattutto, tutti nello stesso periodo. Attualmente – secondo quanto affermato da Pedrini –, almeno in Lombardia, i medici si stanno organizzando per sostituirsi "tra colleghi". Numeri alla mano – stando ai dati forniti dalla stessa segretaria – significa che durante l’estate ci saranno settimane in cui un singolo medico di famiglia, per coprire il collega in vacanza, si troverà a dover assistere oltre 3mila pazienti. La media della regione è infatti di 1.300 pazienti a medico ma – sebbene il contratto dei medici di medicina generale preveda, salvo eccezioni, che ciascun medico assista al massimo 1.500 pazienti adulti – c’è chi arriva ad averne anche 1.750.

Se si moltiplica per due ne emerge uno scenario che fa tornare alla mente il Guido Tersilli di Sordi. E a farne le spese saranno i pazienti per i quali ricevere assistenza in era Covid è, in molti casi, già molto difficile. Le misure anti contagio hanno infatti fortemente limitato l’accesso agli studi medici e questo, considerando che le finestre disponibili sono di poche ore al giorno, se non scoraggia i pazienti dal prenotare visite e controlli necessari li spinge ad andare ad affollare le unità di pronto soccorso degli ospedali per prestazioni non urgenti o inappropriate. In tale scenario si inserisce l’ultima battaglia contro il rilascio del Green pass Covid avviata dalla Fimmg.

Un servizio pensato per aiutare coloro che non hanno i mezzi per scaricare la versione digitale del pass ma che i medici di famiglia si rifiutano di fornire. Per il segretario nazionale della Fimmg, Silvestro Scotti la stampa del codice green pass costituisce, infatti, un compito di carattere "impiegatizio" che "mortifica la professionalità di un medico".