La superstite: "Ho visto venire giù la montagna. I corpi travolti, c’era anche un bimbo"

Elisa Dalvit, 40 anni, era sopra al luogo del crollo: "Ho pianto e gridato. Non c’è stata nessuna imprudenza, ma su un ghiacciaio non mi vedranno mai più"

Elisa Dalvit, 40 anni, trentina in una foto prima della tragedia

Elisa Dalvit, 40 anni, trentina in una foto prima della tragedia

Elisa Dalvit, 40 anni, trentina e amante della montagna, si è salvata perché domenica sulla Marmolada si trovava più in alto, sopra il ghiacciaio che è collassato e si è portato dietro la roccia, seminando morte e dolore. La voce è rotta dalla commozione mentre ricorda la tragedia vissuta in diretta. "Con i miei compagni di cordata ci siamo fermati al rifugio di Punta Penia. Lì abbiamo incontrato un amico, volevamo che scendesse con noi. Abbiamo insistito ma lui era indeciso, ci ha chiesto di lasciargli il tempo di riposare un po’. Per quello siamo ripartiti più tardi. Altrimenti...".

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Lei ha visto tutto: le persone travolte, la morte in diretta.

"Non lo dimenticherò mai, mi porterò dietro quelle immagini per tutta la vita".

Da perderci il sonno.

"Non riesco a chiudere occhio la notte. È impossibile. Sento ancora quel rumore terribile, sento le grida delle persone. Io ero a mezz’ora da loro. Gridavamo tutti. La montagna ha reagito in un modo spaventoso".

Poi il silenzio. Aveva incrociato qualcuno prima del crollo?

"Si, ho in mente due guide alpine e un bambino di 9 anni che scendeva insieme al papà e a un amico. Spero si sia salvato. Perché continuo a sentire notizie contraddittorie".

Quindi le persone sono state travolte mentre tornavano a casa.

"Sono state colpite sul fianco. Perché nella cordata in quel punto si procede di traverso. Quindi si vede tutto".

Lei è un’amante della montagna, domenica era sulla Marmolada per quello. Come è cambiata la sua vita, ora?

"Su un ghiacciaio non mi vedranno mai più".

Secondo lei c’è stata imprudenza da parte di chi è salito, con quelle temperature?

"No, non dite queste cose, nessuna imprudenza. Il punto che si è staccato non era stato battuto da nessuno. Non è quello dove salgono ogni giorno 100 persone. Il ghiacciaio è collassato da Punta Rocca, non da Punta Penia".

Sente ancora il rumore nelle orecchie diceva.

"Mostruoso... All’inizio ho pensato a un elicottero. Mi sono chiesta, ma cosa sta facendo, perché si avvicina così?".

Quanto è durato?

"Mi è parsa un’eternità".

Cosa ha fatto, dopo?

"Non riuscivo a reggermi in piedi, sono state tre ore angoscianti. Piangevo, urlavo, mi chiedevo perché. Una discesa terribile, mi hanno sostenuto i miei compagni di cordata".

Ha temuto di morire?

"No, mi sono chiesta perché era toccato a loro e a me no, perché mi ero salvata. Mi tornano in mente i momenti sulla Marmolada prima della tragedia, mi sentivo felicissima, come una bambina. E adesso che sono scampata, penso che la mia vita debba valere il doppio".