"Covid, l'immunità di gregge è vicina. Non ci sarà un’altra ondata"

Dai contagi inglesi in ribasso all’Italia, il virologo Clementi (San Raffaele): a fine settembre anche noi taglieremo il traguardo

Il premier Boris Johnson, 57 anni, assieme alla moglie Carrie Symonds, 33 anni

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Professore Massimo Clementi, ora l’Italia guarda alla Gran Bretagna per leggere il proprio futuro. Si può dire che gli inglesi ci abbiano superato nell’esperienza Covid, nonostante noi siamo stati i primi colpiti in Europa. Cosa sta succedendo a Londra?

"Se questo trend al ribasso continua – ma servono altri 7-10 giorni per stabilirlo –, significa che la scelta di riaprire di Johnson, che aveva fatto gridare allo scandalo perché si prevedevano 1.300 morti al giorno, è stata vincente. E ci sono due motivi dietro tutto ciò", risponde l’ordinario di microbiologia e virologia al San Raffaele di Milano.

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Quali?

"Il primo è legato alla grande campagna vaccinale, con la scommessa di spingere sull’acceleratore delle prime dosi, tralasciando i richiami, quando era in atto l’ondata della variante Alfa. Gli stretti contatti con l’India e le tante sole prime dosi hanno consentito alla variante Delta di diffondersi, ma continuando a vaccinare in modo aggressivo sono a un passo dal traguardo. Il secondo motivo è legato alla particolarità del ceppo ex indiano: è molto trasmissibile con cariche virali alte, ma infetta le prime vie aeree. Questo Covid non scende facilmente nell’albero bronchiale, dando sindromi di faringiti, sinusiti e riniti, ma non polmoniti. Le patologie sono meno impegnative".

La variante Delta appare in ritirata e con una letalità molto bassa rispetto alla precedente ondata, questa volta senza l’ombra di un lockdown. È la vittoria della scienza e dei vaccini contro chi invoca da sempre continui lockdown e limitazioni alla vita?

"Assolutamente sì".

Il Paese guidato da Boris Johnson, col 90% di adulti con una dose, il 70% col ciclo vaccinale completo e chi è guarito dalla malattia, ha raggiunto l’immunità di gregge?

"Sono a un passo dal raggiungerla".

Dopo ci sarà una quinta ondata in Inghilterra?

"No, a meno che il virus non cambi così tanto da diventare qualcosa di totalmente diverso, ma è improbabile. A quel punto l’Inghilterra potrebbe essere fuori dalla pandemia. I patogeni non hanno illimitate capacità di mutare, soprattutto per quel che riguarda le strutture di aggancio alla cellula. L’ipotesi più probabile è che il Covid diventi endemico con pochi casi invernali all’anno e una sindrome clinica semplice".

Il governo inglese ha eliminato la quarantena per chi arriva da Usa ed Europa, già col ciclo vaccinale completato.

"È una politica corretta. Pur sapendo che chi si è immunizzato può venir contagiato e contagiare, ma per pochi giorni e con una carica bassissima".

In Italia a che punto siamo?

"Siamo in una fase di ascesa. È difficile dire quando arriverà il picco: io non credo toccherà i numeri della Gran Bretagna, anche perché loro fanno molti più tamponi e organizzano più eventi pubblici di massa".

L’Italia quando raggiungerà l’immunità di gregge?

"Verso fine settembre, raggiungendo l’80% della popolazione vaccinata con due dosi".

L’istituto Koch tedesco, invece, dichiara che è partita la quarta ondata e che i vaccini non sono sufficienti, per cui servono ulteriori misure di base.

"La Germania è molto più indietro rispetto a noi e alla Inghilterra con le vaccinazioni, è circa al livello della Francia".

Ogni Paese va a una propria velocità: è una situazione che rischia di tenerci nel limbo della quasi uscita dal tunnel per tanto tempo?

"Sì, perché fino a poco tempo fa le politiche erano diverse. Fino alla decisione unanime di procedere alla vaccinazione di massa, si andava avanti in ordine sparso. Ora ci stiamo allineando tutti. La campagna di massa ha messo d’accordo tutti i virologi, il vaccino è un linguaggio condiviso dagli scienziati che in precedenza litigavano".

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