ArchiveL’Europa sta con Berlino: "Roma soccorra i migranti. La redistribuzione? Dopo"

L’Europa sta con Berlino: "Roma soccorra i migranti. La redistribuzione? Dopo"

Anche la commissione Ue respinge la richiesta italiana di condividere l’accoglienza dei richiedenti asilo. Dietro al no tedesco i timori che un’apertura come nel 2015 possa favorire l’avanzata della destra

La Commissione Europea rimanda al mittente la richiesta italiana – che ha portato a un duro scambio di lettere con la Germania – che siano anche i Paesi armatori delle navi che salvano i migranti a farsi carico dell’assistenza ai profughi. "Stiamo seguendo la situazione da vicino e, dalle informazioni che abbiamo – dice Anita Hipper, portavoce della Commissione Europea – ci sono tre navi con circa mille persone a bordo e che hanno chiesto uno sbarco sicuro. La Commissione non è coinvolta nelle operazioni di salvataggio in mare né nella definizione del luogo di sbarco. Tuttavia, ricordiamo che salvare vite in mare è un dovere morale e un obbligo legale di diritto internazionale degli Stati membri indipendentemente dalle circostanze".

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L’eventuale redistribuzione – prevista da un norma su base volontaria approvata lo scorso giugno e approvata da 22 paesi, 19 dei quali Ue – spiega Hipper –, è successiva. Il problema è che il meccanismo funziona male e resta sulla carta: su 8 mila offerte di ricollocazione, solo 38 migranti hanno accettato di andare in Francia e 74 in Germania.

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha chiesto alla Germania (la Humanity batte bandiera tedesca) il rispetto delle regole. A Berlino per partecipare al summit sui Balcani occidentali, Tajani ha ricordato che "la Germania è un Paese amico", ma "quando c’è da dare qualche messaggio soprattutto sul tema dell’immigrazione, lo facciamo con determinazione. Abbiamo soltanto chiesto che le navi delle ong rispettino le regole europee. L’Italia non si tira indietro quando si tratta di salvare vite umane, ma le regole vanno rispettate".

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Berlino, 4 novembre 2022 - È più di un no a Meloni, quello della Germania, sui profughi salvati in Mediterraneo, in attesa di uno scalo. Berlino pronuncia un monito severo, richiama l’Italia al rispetto delle vite umane: dovete salvare i fuggiaschi in pericolo, subito, senza perdere tempo. In sostanza cambia poco, anche ai tempi della Merkel, Berlino era sorda alle nostre richieste, ma Frau Angela era gentile.

Cosa è cambiato a Berlino? Non si risponde nel merito: chi sale a bordo di una nave che batte bandiera tedesca, come la Humanity, si trova sul suolo tedesco, questo secondo il diritto internazionale. Per ragioni umanitarie, il profugo può sbarcare a Lampedusa, o a Malta, o in Grecia, e poi dovrebbe proseguire per la Germania dove sarà accolto. Il capitano rappresenta il suo Paese, e la richiesta di asilo può essere presentata direttamente a lui. Queste le ragioni della presidente del Consiglio, a cui non si risponde.

I motivi di questo "nein", al limite dell’arroganza, sono interne. La Germania si trova in una situazione quasi simile a quella del settembre del 2015, quando Frau Merkel non chiuse le frontiere all’esodo di profughi in fuga dalla Siria, ma non solo.

In quattro mesi giunsero oltre un milione e centomila "flüchtlinge", fuggiaschi, come con più esattezza vengono definiti quelli che noi chiamiamo migranti. Saltarono le strutture di accoglienza, e la Germania perse la sua storica stabilità: l’Afd, il partito dell’estrema destra, balzò dal 4,5% al 12, entrò in Parlamento, rese difficile la formazione del nuovo governo. Gli estremisti non sono tornati indietro: anche l’ultima coalizione a Berlino nel 2021, per la prima volta, è formata da tre partiti, e funziona male, liberali e verdi non sono d’accordo. Se si votasse domenica, il socialdemocratico Olaf Scholz (foto) non sarebbe rieletto Cancelliere.

Quest’anno, da gennaio a settembre, sono state presentate 155mila richieste d’asilo, il 17 per cento in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ma non si contano i profughi dall’Ucraina, erano 930mila fino allo scorso luglio, giunti in gran parte da febbraio, oggi avranno superato il milione. L’assistenza tocca in gran parte ai comuni e alle regioni, che protestano contro il governo centrale. Cresce il malcontento contro Kiev, soprattutto nelle regioni orientali della ex Ddr. Inoltre sulla tedesca Humanity si trovano ben 104 minori non accompagnati, ci si dovrebbe porre qualche domanda sul loro numero. In inglese vengono definiti anchor children, “bambini ancora“, una volta accolti hanno il diritto di richiamare le famiglie.

Si teme di aprire una diga? Cedere all’Italia e accogliere poche migliaia di fuggiaschi in più non sarebbe drammatico, ma il colpo psicologico sarebbe grave. E si alza la voce contro l’Italia. A far alzare i toni è soprattutto la ministra degli Esteri, la verde Annalena Baerbock, da sempre in contrasto con Scholz su quasi tutto, dal fornire armi all’Ucraina, alla politica di chiusura contro i Paesi che non rispettano i diritti umani, dalla Russia alla Cina.

Il governo di Giorgia Meloni è definito di estrema destra, ancora più a destra dell’Afd, che è alla pari (al 14 per cento) con l’Spd di Scholz nel Brandeburgo, il Land che circonda Berlino, come dire con approssimazione, il Lazio rispetto a Roma. Il no brusco all’Italia dovrebbe rassicurare i tedeschi.