L’America alle urne: Repubblicani favoriti, ma adesso Trump ha l'avversario in casa

Rischio coabitazione per il presidente Biden col Congresso di destra. Anche Obama in campo per la rimonta, milizie armate fuori dai seggi. Il tycoon dileggia il rivale DeSantis: bigotto. Poi lo rassicura: sarà rieletto

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di Giampaolo Pioli

Sulla carta e ascoltando la stragrande maggioranza dei sondaggi hanno già vinto le elezioni di Midterm. L’onda rossa dei voti repubblicani potrebbe conquistare domani sera non solo la maggioranza dei seggi alla Camera ma addirittura anche quelli del Senato. Joe Biden, dal primo gennaio 2023 e per i prossimi due anni, diventerebbe un’anatra completamente zoppa. Ma nei fatti anche l’America potrebbe cambiare profondamente, se Camera e Senato passassero di mano dando vita ad una maggioranza super conservatrice con un’agenda in totale contrasto con quella del presidente democratico in carica. E, intanto, l’ex presidente Donald Trump è sempre più in campo per la rivincita nel 2024. Se la dovrà vedere prima con il governatore della Florida, il repubblicano Ron DeSantis, che lo insidia nei sondaggi.

Stati tradizionalmente blu potrebbero passare sotto il segno dell’elefantino e diventare rossi. Le commissioni parlamentari e le loro presidenze ribalterebbero tutte le presidenze. C’è chi annuncia già un impeachment per Biden e il soffocamento della commissione del 6 gennaio sull’assalto al Congresso, che però ha ancora tutto il tempo per agire visto che decade il 31 dicembre: potrebbe suggerire la messa in stato di accusa di Donald Trump magari condizionando il ministero della giustizia a farlo. Ma se il futuro per i democratici sembra buio in queste ultime ore se non tendente al disperato, è il rischio di violenza e di presenza di milizie armate pronte a formarsi quello che deve spaventare di più gli americani di qualsiasi colore politico.

Milizie armate a volto coperto che in tuta mimetica si sono già piazzate soprattutto in Arizona e Texas davanti ai seggi con lo scopo di controllare ma in realtà intimidire e provocare soprattutto fotografando chi si presentava ai seggi. Nonostante le minacce però il voto anticipato che spesso ha favorito i democratici soprattutto grazie alla presenza dei giovani, ha già raggiunto livelli record e superiori a quelli già altissimi del 2020 anche se solitamente nelle elezioni di medio termine la percentuale dei votanti cala significativamente rispetto alle presidenziali.

Per posta o di persona comunque quasi 33 milioni di cittadini si sono già espressi in stati come la Georgia o la Pennsylvania considerati critici. C’è stata un’affluenza straordinaria. Barack Obama e Biden stanno andando ancora di città in città a mettere in guardia contro questi fenomeni muscolari mai visti prima che considerano dei veri rischi per la democrazia e per la libera espressione del voto. Solo il regista Michael Moore, che nel 2016 era stato il solo a predire la vittoria di Trump, mantiene ottimismo in casa dem, sostenendo con grande sorpresa di tutti che i democratici riusciranno a mantenere anche se di misura sia la Camera che il Senato.

Con l’America pronta a svoltare a destra Donald Trump si sente galvanizzato e giustamente padrone del partito visto che la maggioranza dei candidati estremisti li ha espressi lui. È pronto ad annunciare la sua scesa in campo il 14 novembre per evitare che l’America vada allo sfascio ed ha già trovato un nomignolo per il governatore della Florida, DeSantis, suo rivale nelle primarie dell’Elefantino. Per il tycoon è ‘De Sanctimonius’, il bigotto. Poi, da Miami, prova a rassicurarlo: "Lo rieleggeremo governatore". Ma la sfida vera con DeSantis è in vista delle primarie repubblicane.