Professoressa Anna Maria Ajello, diversi studi internazionali lo dimostrano: si apprende meno e male con la didattica a distanza. Perché? "A scuola si impara insieme. Mentre si spiega, si ascolta e si interviene, si articola la conoscenza – risponde la presidente dell’Invalsi e professoressa di Psicologia dell’educazione –. Tutto questo è depotenziato dalle slide della Dad". Quale futuro sociale e lavorativo rischiano i figli della Dad? "Faranno fatica a inserirsi nel mondo del lavoro. Hanno perso la costruzione dell’identità, che si forma stando a scuola e dialogando con gli altri. Ora, comunque, si sbaglia ancora: i ragazzi non vengono coinvolti in nessun processo e risultano banalizzati, infantilizzati anche se sono grandi: insomma, iperprotetti". In Italia il flop della Dad è solo causato dalla difficoltà tecnologiche e dagli strumenti che mancano? "No, anche i Paesi tecnologicamente avanzati hanno fatto marcia indietro. Se in Olanda, dove hanno avuto incentivi alla digitalizzazione e hanno tra le migliori connessioni al mondo, gli studi dimostrano che due mesi di lockdown corrispondono a due mesi di mancato apprendimento, significa che non è solo un problema di strumenti". Si può dire che, con questa pandemia, tra 2020 e 2021 gli studenti hanno perso due anni a livello di apprendimento? "Il 100% mi sembra un po’ tanto, ma ci siamo vicini". E si va verso un’altra maturità light: questo quanto danneggia i nostri ragazzi? "Siamo nell’emergenza, in questa situazione non si può fare un esame uguale al passato. Sarebbe una cattiveria verso gli studenti. È una scelta coerente". Le faccio una provocazione: si può affermare che per un ragazzo di 14-15 anni è più utile un anno in presenza con una bocciatura finale, piuttosto che un anno in Dad con la promozione? "No, ma sicuramente un anno di dad significa imparare poco o niente. Passa l’idea della dispersione ...
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