Rave a Modena, Piantedosi: "Sequestri e controlli web per fermare i party abusivi"

La linea dura del ministro già oggi nel vertice di governo: "Bisogna agire sulla prevenzione". Allo studio la confisca degli impianti e le intercettazioni dei canali dove nascono gli eventi

"Fermezza e cautela". Il ministro Matteo Piantedosi ripete le due parole come un mantra e dal Viminale filtra che la linea dura contro il rave party di Modena ("Sgomberate subito, con ogni iniziativa") è solo l’incipit di una nuova stagione. Dalle navi dei migranti alle occupazioni fino alle manifestazioni non autorizzate, il Governo Meloni non tollererà comportamenti illegali e già oggi in Consiglio dei Ministri arriveranno misure per decreto sui party dissennati. "Ma non vogliamo nemmeno correre il rischio di una nuova Seoul", è il riferimento al raduno techno (e alla tragedia della festa senza mascherine e con vittime in Corea del Sud) dove un’azione di forza sarà calibrata e riportata, comunque, sui binari della "cautela" iniziale.

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Il rave party a Modena (Ansa)
Il rave party a Modena (Ansa)

Piantedosi lo aveva detto già dopo il giuramento davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Lavorerò in continuità con Luciana Lamorgese", la ministra di cui era stato per un breve periodo capo di gabinetto. Poteva sembrare un ossimoro, ma era proprio ai rave – l’accidentato terreno su cui la prefetta scivolò nei giorni delle polemiche dei 7mila di Viterbo – che Piantedosi faceva riferimento. Perché Lamorgese, scottata dagli attacchi proprio di Giorgia Meloni e del suo attuale vice Matteo Salvini, stava costruendo con i tecnici un nuovo sistema di ‘difesa’. Il testo era quasi pronto, non è mai stato approvato. Ora tocca al centrodestra ripartire da quelle vestigia: l’orizzonte di attesa è al massimo di sette giorni.

Il ministro Piantedosi non ha dubbi: "Serve una norma che ci consenta di agire più efficacemente sul fronte della deterrenza – ha detto –, anche prevedendo la confisca di tutto il materiale utilizzato per la loro organizzazione. Se avremo nuovi strumenti di intervento, probabilmente il fenomeno è destinato a ridursi". Il piano odierno è strutturato in quattro mosse.

La prima riguarda la creazione di una nuova fattispecie criminosa che preveda, oltre alla confisca obbligatoria dei veicoli (camion, auto, furgoni) e degli strumenti necessari per l’organizzazione dell’intrattenimento (come le casse, particolarmente costose, i mixer e gli impianti di illuminazione), l’obbligo del ripristino dei luoghi danneggiati a carico degli organizzatori dei rave.

La seconda interessa invece tutta quell’attività preventiva (in particolare telefonica e sul web) per evitare l’organizzazione degli eventi. Tra Telegram, WhatsApp e Instagram, il rave di Modena ha catalizzato migliaia di presenze, anche da paesi europei.

L’idea è quella di introdurre la possibilità di ricorrere ad altri strumenti investigativi, come già avviene con le intercettazioni per diversi reati di particolare gravità. Non solo quindi un’azione ‘coperta’ nelle chat, ma una vera e propria marcatura a uomo con il controllo delle comunicazioni fra organizzatori e avventori. Tutto questo porterebbe l’Italia ad allinearsi alla legislazione degli altri Paesi europei, nei quali oggi gli organizzatori dei rave party rischiano molto di più che nello Stivale. Su queste ipotesi potrebbe, pertanto, esserci un confronto con il ministero della Giustizia.

Terzo step, un provvedimento di contrasto efficace in grado di aggirare una sentenza della Cassazione del 2017 incentrata sulla non punibilità degli organizzatori degli eventi "non indetti nell’ambito di una attività imprenditoriale".

Ultimo punto, l’azione delle forze dell’ordine. L’obiettivo è agire in maniera molto più veloce e più efficace, con tutti gli strumenti a disposizione. Prima cercando di stoppare i maxi assembramenti che, per mille motivi, rendono difficili gli sgomberi. Poi, con una decisione che l’ultimo governo non era riuscito a dimostrare. Torniamo, dunque, alla famosa fermezza con cautela. Uno dei motivi per cui l’ordine di sgombero non è stato eseguito nella giornata di ieri, quando anzi molti raver sono usciti autonomamente. "Quello che conta – ha detto Piantedosi ai suoi tecnici – è ricostruire un sistema, ridare subito sicurezza".