Inizio scuola, mancano ancora 150mila prof: "Troppi ritardi nelle assunzioni"

La (ri)carica dei supplementi. Oggi suona la campanella in Alto Adige. I sindacati: buchi in organico, sbagliato non tenere i docenti Covid. Il ministro Bianchi replica: abbiamo già preso 54mila nuovi insegnanti, tutte le classi saranno coperte

L’attuale ministro dell’istruzione, dell’Università e della ricerca Patrizio Bianchi

L’attuale ministro dell’istruzione, dell’Università e della ricerca Patrizio Bianchi

Roma, 5 settembre 2022 - Oggi inizia la scuola in Alto Adige, dal 12 al 19 settembre toccherà a tutti gli altri studenti italiani. E anche quest’anno si litiga sui numeri, perché una cosa è certa: la pianta organica non sarà coperta solo con insegnanti di ruolo ma facendo come sempre ampio ricorso – vizio insopprimibile della scuola italiana – alle supplenze. Quest’anno saranno quasi 150mila.

Scuola e Covid, rientro con nuove regole. Niente più Dad e mascherine: cosa cambia

Il ministero dell’Istruzione rivendica il lavoro fatto. "Stiamo aprendo l’anno scolastico, avremo tutti gli insegnanti al loro posto. In molte regioni abbiamo già fatto le supplenze" promette a Cernobbio il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, rispondendo ai sindacati che come ogni anno parlano di "concorsi insufficienti e 150-200mila ’buchi in organico’". Il ministero quest’anno poteva effettuare 94mila assunzioni, ed è riuscito a concretizzarne – il problema principale sono i concorsi, non sufficienti – circa 54mila. Per coprire i vuoti in organico si è quindi fatto ricorso a circa 40mila supplenze sui posti in pianta organica da coprire, più altri 15-16 mila supplenti ’in deroga’: le assunzioni di questi 55-56mila sono state completate in quasi tutte le regioni (tra chi non lo ha fatto ancora del tutto, Lazio e Lombardia). A questi vanno aggiunti 90mila insegnanti ’in deroga’ del sostegno. Il che significa che complessivamente, nonostante l’impegno del ministro Bianchi per fare le assunzioni, nel prossimo anno scolastico ci saranno circa 146mila supplenti. Da notare che se a questi si aggiungono i 40mila supplenti ’dell’organico Covid’, non rinnovati finito lo stato di emergenza, si arriva ai 200mila dei quali parlano i sindacati.

Il ministro ribadisce che si è fatto il possibile e che nessun alunno sarà senza i suoi professori. "Quest’anno – dice Bianchi – abbiamo fatto tanti concorsi, oltre 50mila docenti li abbiamo assunti o li stiamo assumendo, avremo una parte di supplenze, in proporzione all’enormità del numero che stiamo affrontando, ma comunque quando arriveranno a scuola i ragazzi troveranno nelle loro classi tutto il personale".

I sindacati, come ogni anno, non sono soddisfatti. Per il segretario della Flc Cgil, Francesco Sinopoli: "serviva l’organico Covid ma non è stato rinnovato, e questa è una enorme responsabilità che porta il governo Draghi. Poi c’è la questione del rinnovo del contratto collettivo di lavoro: servono risorse aggiuntive e lo ribadiremo l’8 settembre in un incontro con tutte le forze politiche". Sulla stessa linea Giuseppe D’Aprile, neo segretario Uil Scuola. "Il nuovo anno scolastico – rileva il rappresentante della Uil – parte col piede sbagliato. Nulla di diverso rispetto agli altri anni", in più c’è che "l’organico Covid non verrà rinnovato, nessuna concessione relativa all’organico di fatto aggiuntivo rispetto allo scorso anno, le graduatorie sono piene di errori e il contratto di lavoro non è stato rinnovato". "Il 7 settembre – sottolinea Ivana Barbacci, leader della Cisl Scuola – ci sarà l’incontro con l’Aran per il rinnovo del contratto e questo vuol dire che c’è la volontà di riprendere il negoziato, ma le risorse sono assolutamente inadeguate".

"Si stanno completando le immissioni in ruolo di oltre 54mila nuovi docenti nella scuola – osserva il sindacato autonomo Anief –: purtroppo saranno molte meno delle 94mila autorizzate, per colpa del ministero dell’Istruzione che non vuole assumere i supplenti con oltre 36 mesi di servizio e nemmeno dalle graduatorie comuni delle Gps (le graduatorie provinciali supplenze)". E a riprova che il sistema di reclutamento è strutturalmente inadeguato.