Impianti sciistici, Regioni: aperti in zone arancioni, ma con limiti. Chiusi in zone rosse

La bozza dei provvedimenti per la stagione invernale sarà esposta in Conferenza delle Regioni lunedì. Poi sarà sottoposta a Governo e Cts

Coronavirus, impianti sciistici aperti a seconda dalla zona

Coronavirus, impianti sciistici aperti a seconda dalla zona

Roma, 20 novembre 2020 - Sciare in sicurezza con il Covid sarà possibile, ma non ovunque: impianti sciistici chiusi nelle zone rosse, e con limitazioni di presenze al 50% in quelle arancioni. Via libera per le altre, naturalmente con i dovuti accorgimenti e dispositivi per la sicurezza sanitaria. E' quanto prevede la bozza del documento dal titolo: "Proposta di linee guida per l'utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici da parte degli sciatori amatoriali". Il testo sarà esposto in Conferenza delle Regioni lunedì prossimo, con l'obiettivo di sottoporlo al parere di Governo e Cts.

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"Quale misura preliminare, è necessario limitare il numero massimo di presenze giornaliere mediante l'introduzione di un tetto massimo di skipass giornalieri vendibili, determinato in base alle caratteristiche della stazione/area/comprensorio sciistico, con criteri omogenei per Regione o Provincia Autonoma o comprensorio sciistico da definire successivamente, sentiti anche i rappresentanti di categoria, concordati con i Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende Sanitarie Locali competenti per territorio", si legge nella bozza.

Quindi nelle zone a maggior rischio (al momento sono zone rosse Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, provincia autonoma di Bolzano e ora anche l'Abruzzo) impianti chiusi per gli sciatori amatoriali ("Per i territori rientranti nello scenario di cui all'articolo 3 del Dpcm gli impianti resteranno chiusi alla fruizione degli sciatori amatoriali"). Nelle zone arancioni (in questo momento Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Liguria, Marche, Umbria e Sicilia) invece si potrà sciare, ma pochi alla volta con le presenze che saranno dimezzate rispetto alla portata nelle funivie e cabinovie (Per i territori rientranti nello scenario di cui all'articolo 2 del Dpcm sopra richiamato gli impianti resteranno attivi con riduzione di portata pari al 50% per le tipologie chiuse cabinovie, funivie, e ..."). 

Inoltre non vanno dimenticati i limiti di spostamento tra comuni, quindi la possibilità di praticare sport invernali sarà consentito, ma "ferme restando le limitazioni agli spostamenti previste dal medesimo art. 2 del citato Dpcm".

Nel documento si chiariscono alcuni punti: "Nel caso delle seggiovie, portata massima al 100% della capienza del veicolo con uso obbligatorio di mascherina chirurgica anche eventualmente opportunamente utilizzata inserendola in strumenti (come fascia scalda collo) che ne facilitano l'utilizzabilità. Per le cabinovie, riduzione al 50% della capienza massima del veicolo ed uso obbligatorio di mascherina chirurgica anche eventualmente opportunamente utilizzata inserendola in strumenti (come fascia scalda collo) che ne facilitano l'utilizzabilità".

Nella bozza sono previste anche "per le funivie, riduzione al 50% della capienza massima del veicolo, sia nella fase di salita che di discesa, con uso obbligatorio di mascherina chirurgica anche eventualmente opportunamente utilizzata inserendola in strumenti (come fascia scalda collo) che ne facilitano l'utilizzabilità". In caso di necessità però sono previste eccezioni: "Per la discesa a valle in caso di eventi atmosferici eccezionali (es. temporali), ed al fine di evitare o limitare assembramenti di persone presso le stazioni a monte, è consentito per il tempo strettamente necessario l'utilizzo dei veicoli a pieno carico, sempre nel rispetto d'uso di mascherina chirurgica anche eventualmente opportunamente utilizzata inserendola in strumenti (come fascia scalda collo) che ne facilitano l'utilizzabilità".