Archive"Covid, immunità di gregge impossibile". Ma è un traguardo che non conta

"Covid, immunità di gregge impossibile". Ma è un traguardo che non conta

I virologi dopo lo studio inglese: "L’importante è vaccinare a tappeto, il Covid diventerà come l’influenza"

Covid, vaccinazione (foto Imagoeconomica)

Covid, vaccinazione (foto Imagoeconomica)

"Non è possibile raggiungere l’immunità di gregge con l’attuale variante Delta del Coronavirus", ha affermato il direttore dell’Oxford Vaccine Group, Sir Andrew Pollard. E la maggioranza degli esperti italiani concorda, ma senza deflettere dal ribadire necessità di vaccinare il più possibile. Anzi. È sempre quella la chiave di volta per uscire dalla pandemia. "Purtroppo – osserva l’immunologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Irccs Galeazzi di Milano – gli inglesi hanno ragione. Con questa altissima contagiosità per avere un’immunità di gregge ci servirebbe una copertura del 88% e non più dell’80%. E l’88%, considerato che i bambini son sono ancora vaccinabili e stante la presenza di non pochi no vax, non è realisticamente ottenibile". E allora? "Bisogna continuare a vaccinare il più possibile, a tappeto, anche i giovani, e in questo modo, pur senza un brusco esaurimento della pandemia, riusciremo comunque progressivamente a controllarla. L’epidemia avrà un andamento a centri concentrici via via sempre più piccoli, con sempre meno ricoveri ospedalieri anche se molto probabilmente in autunno risaliranno i contagi, soprattutto tra i non vaccinati che sono i più esposti. In prospettiva questo virus diventerà come gli altri Coronavirus e di Covid 19 si morirà come oggi si muore di influenza".

Il bollettino Covid in Italia del 13 agosto 2021

Più cauto l’epidemiologo Lamberto Manzoli, direttore del dipartimento scienze mediche dell’università di Ferrara: "Allo stato non sappiamo a quale livello sarà l’immunità di gregge e quindi se sarà raggiungibile. Di certo più vaccinati ci sono, meno circola il virus e quindi vaccinazioni restano essenziali. Da qui all’autunno i numeri rimarranno simili agli attuali, con una leggera ascesa. Ma le ospedalizzazioni resteranno basse. Quello che prevedo nel medio periodo è invece un andamento a spirale, al ribasso. Questo, a meno che non sorga una nuova variante non responsiva ai vaccini".

D’accordo con gli inglesi sono invece Fabio Ciciliano, membro del Cts e Matteo Bassetti. "Con la variante Delta – osserva Matteo Bassetti, infettivologo del San Martino di Genova – lo scenario è completamente cambiato, è come se assistessimo a malattie diverse. Malattie come varicella e morbillo, simili come contagiosità alla variante Delta, hanno bisogno per l’immunità di gregge di una vaccinazione del 95%. Quindi non raggiungibile anche solo perché una parte della popolazione, i bambini fino ai 12 anni, non si possono vaccinare, e perché ci sono i no vax". "La strategia, ora più che mai – osserva Bassetti – deve essere quella di vaccinare più gente possibile, per ridurre la circolazione del virus. Sopra i cinquant’anni si devono vaccinare tutti e se non ci arriviamo con le buone, ci dobbiamo arrivare con le cattive, con l’obbligo vaccinale perché sarebbe grave arrivare al prossimo autunno con 2 milioni e mezzo di fragili non vaccinati, esposti a una variante cosi attiva".

Quanto al tema dell’opportunità di cambiare la comunicazione sulla pandemia, e di non fare più una "campagna del terrore", tema rilanciato da Alberto Zangrillo, le posizioni sono differenziate. "Anche se concordo con Zangrillo sul fatto che vediamo una politicizzazione eccessiva di alcuni dati, i bollettini sono fondamentali per tenere sveglia la gente", osserva Mario Clerici, docente di immunologia dell’università degli Studi di Milano. "Per mantenere alta l’attenzione non serve più il bollettino dei contagiati o dei ricoverati – osserva da parte sua Matteo Bassetti – ma quello di cui avremmo bisogno, invece, è il dato dei ricoverati evidenziando quanti di loro sono non vaccinati o vaccinati con una dose sola. Quello sì stimolerebbe la gente a vaccinarsi".

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