ArchiveCovid, la Gran Bretagna agita i virologi. "Terza dose a tutti o saranno guai"

Covid, la Gran Bretagna agita i virologi. "Terza dose a tutti o saranno guai"

Il nuovo studio: vaccini meno efficaci del 75% a sei mesi dalla prima iniezione. Figliuolo: accelerare sul booster

Ambulanza scarica paziente fuori da un ospedale di Londra (Ansa)

Ambulanza scarica paziente fuori da un ospedale di Londra (Ansa)

Basta affacciarsi Oltremanica per accorgersi che il Covid ha ripreso a correre. In Gran Bretagna salgono i contagi e torna a schizzare il numero dei decessi, anche se il premier inglese Boris Johnson, lo stesso che ha ’messo in conto’ un certo numero di vittime, continua a ostentare sicurezza. Ieri nel Regno Unito si sono registrati 49.139 nuovi positivi, appena una ventina in meno del record (da metà luglio) di lunedì, quando invece i casi in Germania furono 4.056, 1.597 nel nostro Paese e 1.057 in Francia. Da una settimana Londra deve fare i conti con una curva delle infezioni in rialzo oltre i 40mila casi giornalieri, senza trascurare che martedì ha raggiunto il picco dei decessi da sette mesi a questa parte (223). "Quanto sta accadendo nel Regno Unito è la dimostrazione che col passare del tempo i vaccini perdono efficacia – lancia l’allarme il professor Andrea Crisanti, ordinario di Microbiologia all’Università di Padova –. Loro sono partiti a immunizzare duetre mesi prima di noi, ma sono in ritardo sulle terze dosi. Dobbiamo evitare tutto ciò, accelerare con il secondo richiamo da estendere a tutti coloro che hanno ricevuto entrambe le iniezioni".

I contagi saliranno come in Inghilterra?

Calma e gesso. La lotta al Covid si sta combattendo in maniera diversa in Italia, dove il Green pass sta costituendo un argine alla diffusione del virus, rispetto alla ’morbida’ Londra. Là non solo si è revocato l’obbligo di distanziamento sociale, anche le mascherine, che da noi (non a Londra) vanno indossate ancora nei luoghi di socialità, non sono mai state vincolanti all’aperto. È vero poi che l’Inghilterra ha bruciato tutti nella somministrazione delle prime dosi (impiegando il meno efficace siero AstraZeneca), ma ha rallentato nella inoculazione dei richiami. Nel Belpaese il 70% dell’intera popolazione ha completato il ciclo d’immunizzazione contro il 66,5% dei britannici. Che viaggiano a marce ridotte sulle terze dosi (180mila al giorno), oltre ad aver vaccinato la metà del numero di giovanissimi (12-17 anni) protetti, invece, dall’Italia.

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Spunta l'ombra di una nuova variante?

Impennano i contagi in Inghilterra e si isolano ceppi del virus. L’ultima mutazione si chiama AY.4.2 e al momento non sembra destinata a prevalere sulla variante madre. Pare tuttavia più contagiosa del 10%. "Quello che deve preoccupare non è tanto il suo livello di trasmissibilità – avverte l’epidemiologo della Statale di Milano, Carlo La Vecchia – quanto l’eventuale maggior resistenza ai vaccini. Su questo punto ad oggi non abbiamo alcuna evidenza scientifica. Attualmente resta improbabile che arrivi in Italia".

Per quanto dura la protezione vaccinale?

Un ultimo studio dei ricercatori della Sapienza e dell’Umberto I, a Roma, condotto su oltre 2mila operatori sanitari, evidenzia come, a distanza di 6 mesi dalla prima dose di vaccino, il titolo di anticorpi si riduca di circa il 75%, fermo restando che la maggior parte dei soggetti testati mostrava ancora una buona risposta anticorpale: passando dalla mediana a 2 mesi di 626 AUml a quella a 6 mesi di 147 AUml. La risposta anticorpale è migliore in donne e giovani.

Che cosa dice l’ultima circolare sulla terza dose?

Il ministero della Salute ha esteso nelle scorse settimane la dose booster di vaccino ai fragili di ogni età e a tutti gli over 60, sempre comunque dopo almeno sei mesi dal completamento del ciclo primario di vaccinazione. In precedenza era stato dato il via libera a immunodepressi e trapiantati, quindi agli over 80, agli ospiti delle Rsa e al personale sanitario. Tuttavia, i sistemi di prenotazione variano da regione a regione. Per il commissarrio straordinario all’emergenza, generale Francesco Figliuolo, è tempo che gli enti locali cambino passo: "Le Regioni– scrive in una circolare – procedano con immediatezza ad effettuare i richiami vaccinali in parallelo a tutte le categorie indicate".

Serve un nuovo richiamo per tutti i cittadini?

Nonostante l’Agenzia europea per i farmaci abbia dato parere favorevole, l’esecutivo prende tempo sul disco verde alla terza dose generalizzata. Diverso l’orientamento del microbiologo Crisanti che, in vista dell’inverno, non vuole correre rischi. "Arrivare al 90% dei vaccinati garantirebbe un equilibrio che con la terza dose per tutti potrebbe diventare buono, altrimenti c’è il rischio inglese – ammonisce –. L‘immunità calerà anche in Italia, Il richiamo è il completamento della protezione. Non sappiamo quanto duri, ma in altre vaccinazioni vale per anni".

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