I contagi calano, a che serve il pass? "L’autunno non va sottovalutato"

La curva epidemica è in picchiata ma Agostino Miozzo, ex coordinatore del Cts, avverte: "Troppi 70 morti al giorno per Covid"

Green Pass

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"Anche se ricoveri e nuovi casi stanno rallentando, bisogna ricordare che 50-70 morti al giorno di Covid non possono essere la normalità. Sono un disastro. Non possiamo abituarci a un’emergenza permanente. Per questo il Green pass esteso è fondamentale". Per Agostino Miozzo, ex coordinatore del Cts ed ex consulente del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, la carta verde obbligatoria per andare a lavorare ci aiuterà ad affrontare il prossimo autunno. Anche se l’andamento dell’epidemia nelle ultime settimane porta a un cauto ottimismo. "La curva epidemica è in decremento e l’indice di trasmissibilità Rt è sotto la soglia epidemica: ciò ci fa prevedere che anche nei prossimi giorni – ha affermato il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Silvio Brusaferro – ci sarà una circolazione del virus stabile o in lieve diminuzione". E anche dalla scuola arrivano buoni segnali: per gli under 12, 12-19 e over 20 il numero di casi è in diminuzione.

Il bollettino Covid del 18 settembre

Dottor Miozzo, cosa ci aspetta nelle prossime settimane?

"Stiamo entrando in un periodo che presenta diverse difficoltà. La prima è la scuola: parliamo di dieci milioni di persone che si muovono quotidianamente in un contesto che non ha risolto molti dei suoi antichi problemi".

In che senso?

"Il trasporto pubblico è rimasto pressoché tale e quale; ci sono ancora troppe classi numerose e s è fatto ben poco per risolvere il problema dell’aerazione delle aule. Aprire le finestre è una buona idea, ma si può fare in Sicilia fino a ottobre. Poi anche lì bisogna chiuderle".

E oltre alla scuola?

"Le condizioni climatiche nelle prossime settimane peggioreranno. Smetteremo di vivere all’aria aperta. Fattori che facilitano la circolazione del virus. Inoltre arriverà la stagione influenzale. Non siamo ancora fuori dalla crisi: ci sono almeno nove milioni di italiani che non si sono vaccinati contro il Covid. Per questo il Green pass esteso è più che giustificato".

Ma lei lo avrebbe esteso ancora di più?

"Da uomo della protezione civile, rispondo di sì. E lo avrei fatto prima. Poi mi rendo conto che la politica ci mette sempre del tempo a tradurre le indicazioni scientifiche, oltre ad adeguarle ad altre considerazioni non necessariamente scientifiche. In ogni caso, la misura arriva nel momento giusto: c’è la ripresa economica e un apparente ritorno alla normalità. Non possiamo gettare alle ortiche i sacrifici fatti da milioni italiani, tra cui personale sanitario e scolastico in primis. Inoltre dobbiamo assolutamente ridurre il livello di stress cui è sottoposto il sistema sanitario concentrato sul Covid: ci sono milioni di persone che hanno dovuto rimandare esami importanti. Il conto in termini di vite umane, sofferenze e costi per la sanità che presto ci presenteranno cancro, diabete e altre gravi malattie sarà purtroppo salatissimo".

Ma ci aspetta un autunno come quello del 2020?

"Voglio essere ottimista: con l’80% dei vaccinati non mi aspetto i numeri dell’anno scorso. L’importante sarà non ripetere gli errori, soprattutto a livello di comunicazione, che sono stati commessi in passato. Ai ragazzi andrà spiegato a scuola perché è importante vaccinarsi. Le lezioni del professor Google non servono a nulla".

Lei ha invocato il Green pass anche per gli studenti over 12. Perché sarebbe importante?

"Per eliminare la didattica a distanza e il rischio, seppur basso per i più giovani, di finire in ospedale in terapia intensiva".

Invece del Green pass esteso, non sarebbe stato meglio imporre l’obbligo vaccinale?

"Da uomo della protezione civile, lo avrei fatto. Ma mi rendo conto che forzare nove milioni di italiani a vaccinarsi avrebbe potuto generare uno Stato di polizia. Dal punto di vista politico il Green pass ha un’efficacia immediata, senza andare a turbare gli equilibri del Paese".

Per convincere a vaccinarsi gli over 50, il vero bastione degli irriducibili, cosa servirebbe?

"Un Fauci all’italiana. Solo che non c’è. La comunicazione nelle emergenze deve essere chiara, lineare e attendibile. La televisione, invece, si è riempita di improvvisati virologi e ciarlatani che sostenevano qualunque tesi, generando confusione e spingendo a non vaccinarsi gli over 50 timorosi o dubbiosi".