Divorzio veloce. Meno burocrazia, l’addio per sempre sarà più semplice

Il primo marzo entra in vigore il nuovo processo civile. Ecco che cosa cambia per le separazioni e il diritto di famiglia

Francesco Totti e Ilary Blasi, una delle coppia vip appena separatesi

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C’è chi la definisce una riforma epocale, c’è chi la riduce a un’operazione di snellimento della burocrazia e delle procedure che gravano oggi sulla nostra Giustizia. Sta di fatto che il nuovo processo civile che entrerà in vigore dal primo marzo, porterà una serie di novità, a partire dalle istanze di separazione e di divorzio che, almeno sulla carta, vedranno una riduzione dei tempi e dei costi. Con l’aiuto dell’avvocata Patrizia D’Arcangelo, matrimonialista di Bergamo, vediamo in cosa consistono.

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La prima novità è rappresentata dall’articolo 473-bis.49 che consentirà di proporre con un unico procedimento la domanda di separazione giudiziale e di divorzio, mentre fino a oggi le istanze erano per forza di cose due (rimane però la possibilità di tenerle separate anche dopo il primo marzo). Entro 90 giorni il giudice si dovrà pronunciare con una decisione provvisoria e da quel momento decorreranno i termini perché il Tribunale possa procedere anche con il divorzio (12 mesi). I tempi però non sono fissati e quindi tutto resta in mano ai Tribunali che dovranno fare i conti con le loro congestioni e affollamenti. Per questo motivo il divorzio non sarà ‘lampo’, soprattutto se i Tribunali di riferimento sono quelli super intasati delle grandi città, ma sicuramente non depositando il secondo ricorso per il divorzio si risparmieranno tempo e denaro. Più difficile capire se il compenso degli avvocati sarà meno salato, perché anche con il procedimento unico, gli atti da produrre restano gli stessi.

La seconda novità riguarda il Tribunale a cui fare riferimento: se ci sono figli minori, sarà quello di residenza dei figli, ma se non sono presenti e la separazione è giudiziale sarà quello del coniuge convenuto, cioè di colui che ‘subisce’ la richiesta di separazionedivorzio.

La terza novità riguarda sempre le separazioni giudiziali ed è quella che elimina il passaggio davanti al presidente del Tribunale con il tentativo di conciliazione e quello successivo con il giudice istruttore; i coniugi andranno quindi direttamente davanti al giudice che, in questo caso, si chiama giudice relatore che fa sempre un tentativo di conciliazione ma se non va a buon fine, sempre in quella sede, prende una decisione provvisoria da cui partono i 12 mesi perché si possa procedere con il divorzio. Attenzione però, al giudice relatore entrambe le parti dovranno presentare una ricca documentazione del proprio assetto patrimoniale e degli estratti conto degli ultimi tre anni, e soprattutto un piano genitoriale, uno schema preciso che fa riferimento ai figli, quali attività seguono, chi li segue, quali vacanze… Il giudice prima dell’incontro dovrà aver letto entrambi i piani genitoriali, vedere i punti d’incontro e decidere in merito.

Infine, la quarta novità della riforma riguarda le separazioni consensuali e i divorzi congiunti e, proprio come durante la pandemia, rende possibile sostituire le udienze davanti al giudice con le note scritte degli avvocati, eliminando il passaggio davanti al giudice relatore. Anche in questo caso si tratta di una possibilità di accelerare l’iter, non di un obbligo. Da quel momento si calcolano i 6 mesi per poter domandare il divorzio che, se congiunto, potrà avvenire sempre con note scritte. A margine della riforma, forse non tutti sanno che resta anche la possibilità per due coniugi che decidono per la separazione e poi per il divorzio consensuale, in assenza di figli minori o figli maggiorenni non autosufficienti e che non abbiano richieste patrimoniali, di recarsi nel Comune di residenza anche senza avvocati e presentare la domanda.