Covid, vaccino subito? Il sondaggio: un italiano su due non lo farà

Si temono gli effetti collaterali del siero anti-Coronavirus. Scetticismo sui tempi: solo il 10% crede che l’antidoto sarà pronto nel 2020

Gli italiani e il vaccino anti-Covid

Gli italiani e il vaccino anti-Covid

L’unico concetto su cui tutti gli esperti sono concordi rispetto all’epidemia in atto è che, per sconfiggere il Covid, è necessario il vaccino. I contagi non diminuiranno fino a che non si sarà trovato l’antidoto e, nel frattempo, si dovrà convivere con periodi di lieve acquiescenza di trasmissione con quelli di maggiore virulenza.

Approfondisci:

Bollettino Coronavirus, i contagi Covid in Italia dell'8 novembre

Bollettino Coronavirus, i contagi Covid in Italia dell'8 novembre

Questa seconda ondata ha generato un profondo senso di disillusione da parte dei cittadini: si pensava che, con l’estate, l’epidemia, anche se non scomparsa, sarebbe stata ridimensionata. Pertanto oggi il 68% degli italiani ritiene che solo il vaccino potrà debellare la malattia e il 53%, pur ritenendo necessari i lockdown, non crede bastino a sconfiggere il virus.

Nel caso in cui fosse disponibile, il 47% degli italiani ha intenzione di vaccinarsi subito, a questi si aggiunge un ulteriore 15% che invece vuole attendere prima la reazione al vaccino di altri soggetti, per timore di danni collaterali. In sintesi, sei italiani su dieci (il 62%) prendono in considerazione di farsi iniettare l’antidoto, anche se solo uno su due lo farebbe immediatamente.

Da notare che i normali vaccini annuali contro le influenze di stagione mediamente vengono richiesti solo dal 15-16% della popolazione (tra questi, il 70% con più di 60 anni), quindi per il coronavirus la domanda potrebbe aumentare di quattro volte. E non è detto che, almeno nella prima fase, ci sarà un’offerta adeguata.

Al contempo, però, gli stessi cittadini non credono alle parole del premier Conte secondo cui già a dicembre potrebbero essere pronte le prime dosi. Solo il 10% stima che entro fine anno sarà possibile essere vaccinati, mentre un ulteriore 32% pensa che sarà possibile farlo tra primavera ed estate 2021. A questi si aggiunge un altro 21% che pronostica almeno un anno di attesa. Non è da sottovalutare che circa un terzo del campione è pessimista, cioè non pensa che entro un anno si potrà utilizzare il vaccino anti-Covid. Lo scetticismo è sui tempi, dunque, e non sull’efficacia: il 61% ritiene che, una volta messo sul mercato, il vaccino sarà idoneo.

Quindi, fiducia nella scienza e poca nelle promesse della politica, che tendono ad anticipare a fine anno il termine dell’incubo epidemico. Il vaccino è atteso dal popolo come una sorta di liberazione: il 72% immagina che, dopo l’iniezione, si possano riprendere i normali comportamenti di vita precedenti al Covid; il 71% pensa che non ci sarà più bisogno di mascherine e il 69% che il distanziamento sociale sarà solo un ricordo lontano. Le aspettative degli italiani sono avvolte da un misto di sentimenti, delusione per quanto finora non realizzato ma anche attesa fiduciosa che le cose potranno cambiare, non entro 2 mesi come promesso dalla politica ma nell’arco di 9-12 mesi, scienza permettendo.

* Antonio Noto, direttore Noto Sondaggi

 

 

Hai già un abbonamento?
Questo articolo è riservato agli abbonati

Accedi senza limiti a tutti i contenuti di iltelegrafolivorno.it e dei siti collegati.Naviga senza pubblicità!

ABBONAMENTO SETTIMANALE

2,30 € 0,79 € a settimanaper le prime 24 settimane. Addebito ogni 28 giorni.
Nessun vincolo di durata. Disdici quando vuoi
mese
anno