Covid, Pregliasco: "Picco contagi a Pasqua, migliora a fine maggio"

Ma Cartabellotta (Gimbe): "Siamo già al plateau, curva sta per scendere". Mascherine al chiuso, il direttore del Galeazzi: "Senza rischiamo una nuova ondata in estate"

Il virologo Fabrizio Pregliasco

Il virologo Fabrizio Pregliasco

Milano, 28 marzo 2022 - La curva dei contagi Covid è in crescita ormai da settimane con un impatto sugli ospedali: sale infatti il numero dei ricoverati col virus. Ma cosa dobbiamo aspettarci per il futuro immediato? Gli esperti sono in disaccordo sull'andamento dell'epidemia di coronavirus in Italia. Per il direttore sanitario dell'Irccs Galeazzi di Milano .Fabrizio Pregliasco, arriveremo a 120mila casi al giorno: un picco che sarà raggiunto per Pasqua. Solo a fine maggio "le cose dovrebbero migliorare", ha detto il virologo  a Un Giorno da Pecora, su Radio2. A quel punto sarà finita? Niente affatto: con la super contagiosa sottovariante "Omicron 2", gran parte delle persone avrà anticorpi per il virus "vuoi perché infettato e guarito, vuoi perché vaccinato, vuoi perché vaccinato e comunque infettato e guarito". Ma sappiamo che questo non garantisce un'immunità per la vita e quindi un nuovo "rialzo" della curva "presumibilmente in autunno" ce lo si può aspettare. Senza contare "la spada di Damocle di una nuova variante". 

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Diverse le previsioni di Nino Cartabellotta. Per il presidente della Fondazione Gimbe, che da oltre due anni monitora l'epidemia, "ci troviamo in un plateau di nuovi casi giornalieri di contagio che si sono stabilizzati ormai da circa sette giorni attorno a quota 70-71 mila. Verosimilmente questo prelude ad una discesa della curva, auspicando che non si verifichi una diffusione del contagio nelle Regioni del nord". Cartabellotta mette in evidenza questo fattore territoriale: "La cosa stranissima di questo rialzo consistente di casi - rileva l'esperto - è data dall'aumento dei contagi prevalentemente nelle Regioni del centro e del sud mentre le grandi regioni del Nord, tra cui Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e in misura minore il Veneto, si sono mantenute con casi sostanzialmente stabili. Dunque per il presidente Gimbe, l'andamento dei contagi dipenderà dalle possibilità che il rialzo interessi o meno anche il Nord. 

Opinioni divergenti tra i virologi sulle misure anti Covid. Sulle mascherine al chiuso, Pregliasco non ha dubbi: se le togliamo "c'è la possibilità di nuova ondata di contagi" Covid "a giugno e luglio". Ma quindi andrebbero tenute anche dopo fine aprile? "Lasciamo lo step della loro eliminazione dal primo maggio - è l'indicazione dell'esperto - ma comunichiamo che c'è la possibilità di tornare indietro, se il numero dei ricoverati e delle terapie intensive si alza come in passato''. 

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Secono il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, "Omicron è incontenibile - twittava giorni fa -. Troppo per fermarla con obblighi vari. Per alcuni sembra che l'unica difesa contro il Covid sia rappresentata dall'uso della mascherina al chiuso. Il ministro sa che siamo arrivati a 200.000 contagi al giorno anche con l'obbligo della mascherina?".

Bassetti è scettico anche sul perdurare dell'isolamento per i positivi: "Tante persone non si denunceranno - commenta l'infettivologo -. Temo anche che si verrà a creare una contrapposizione tra chi ha un lavoro dipendente, e può stare a casa, e chi invece ha partiva Iva o è autonomo. Questo produrrà anche una sottostima dei casi positivi. Sarebbe stato più giusto applicare un metodo variabile per gestire la quarantena, se si ha un tampone negativo prima dei 7 giorni si può uscire".

Per Maria Rita Gismondo, direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell'ospedale Sacco di Milano, 7 giorni è un "giusto compromesso". Idem per  Pregliasco: conservare le misure di isolamento è una "giusta attenzione rispetto a quello che stiamo vedendo". Ovvero un aumento non solo dei positivi, ma "anche dei casi di pazienti ricoverati".