Covid: niente cortisone, bene l’aspirina. Cure a casa: le nuove linee guida

Il ministero rivede le terapie: eparina solo a chi è immobilizzato a letto. Saturazione, allarme sotto al 92%

Andamento della campagna dei vaccini

Andamento della campagna dei vaccini

No alla somministrazione immediata di cortisone, antibiotici ed eparina, sì a paracetamolo e agli antinfiammatori non steroidei, i cosiddetti Fans (Brufen, Aspirina, Oki o Aulin). Il controllo della saturazione dell’ossigeno nel sangue deve essere costante, ma la segnalazione al medico va fatta quando questa scende sotto il 92%. A oltre un anno dall’inizio della pandemia, il ministero della Salute rivede ancora le linee guida per le cure domiciliari dei pazienti Covid-19. L’ultimo aggiustamento era avvenuto a fine novembre. La circolare firmata da Giovanni Rezza, direttore della Prevenzione per il ministero stesso, mette nero su bianco chiarimenti sulle cure più appropriate e sulle quali, nell’ultimo periodo, il tenore del dibattito tra medici stessi si era alzato e non poco. Come, ad esempio, sul cortisone da dare immediatamente al paziente risultato positivo al Covid 19, oppure se prescriverlo solo nella fase acuta della malattia.

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Il monitoraggio

La nuova circolare riguarda i soggetti a domicilio asintomatici o paucisintomatici e la cosiddetta "vigile attesa". I medici di medicina generale e i pediatri sono chiamati a una "sorveglianza clinica attiva", attuata con costante monitoraggio dei parametri vitali e delle condizioni cliniche del paziente. I primi interventi prevedono per chi non ha sintomi, l’uso all’occorenza di paracetamolo o Fans (in caso di febbre o dolori articolari o muscolari).

La saturazione sopra 92%

Il saturimetro, che misura la capacità polmonare, resta uno strumento fondamentale da tenere in casa. "Sulla base dell’analisi della letteratura scientifica – recita la circolare – e sulla base delle caratteristiche tecniche dei saturimetri in commercio per uso extra-ospedaliero, il valore soglia di sicurezza per un paziente Covid domiciliato è del 92% in aria ambiente". Prima era del 94%.

Stop all’eparina e agli antibiotici

Gli antibiotici vanno prescritti solo nei casi nei quali l’infezione batterica venga dimostrata da un esame microbiologico. Viene ribadito che non bisogna utilizzare idrossiclorochina. E non bisogna dare neanche l’eparina se non "ai soggetti immobilizzati per l’infezione in atto". Non è stata accertata neanche l’efficacia di supporti vitaminici e integratori alimentari.

L’uso del cortisone

Viene raccomandato esclusivamente nei soggetti con malattia grave che necessitano di ossigeno in più. Il ministero chiarisce che l’utilizzo della terapia in fase precoce con steroidi si è rivelata inutile se non dannoso in quanto in grado di inficiare lo sviluppo di un’adeguata risposta immunitaria e quindi riserva l’impiego del cortisone a domicilio solo per pazienti con fattori di rischio di progressione di malattia verso forme severe.

I monoclonali nei primi 10 giorni

Il ministero raccomanda che i monoclonali – molecole biologiche in grado di riconoscere, legare e neutralizzare in maniera specifica un determinato antigene – vengano somministrati solo da una struttura ospedaliera o contesto che consenta una pronta ed appropriata gestione di eventuali reazioni avverse gravi. Il trattamento deve iniziare non oltre i dieci giorni dall’inizio dei sintomi.

I bambini e la malattia

Nessun farmaco ai piccoli pazienti asintomatici, paracetamolo o ibuprofene a chi ha i sintomi, ma solo in caso di necessità.