Coronavirus isolato, perché ora sarà più facile trovare vaccino e cure

Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Lazzaro Spallanzani: perfezioneremo terapie e test diagnostici, mettendo a punto nuovi presìdi

L'allarme Coronavirus

L'allarme Coronavirus

In generale isolare un virus significa riuscire a farlo crescere in laboratorio per moltiplicarlo e avere la possibilità di mettere a punto test diagnostici, soprattuto relativamente allo studio del sistema immunitario e la risposta delle singole cellule alle infezioni. Il team di virologi dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive ‘Lazzaro Spallanzani’, a meno di 48 ore dalla diagnosi di positività per i primi due pazienti in Italia, cioè la coppia di cinesi ricoverata a Roma, è riuscito a isolare il virus responsabile dell’infezione. Avere a disposizione in modo così tempestivo il virus è un passo fondamentale, che permetterà di perfezionare i metodi diagnostici esistenti ed allestirne di nuovi. La disponibilità nei laboratori di ricerca del nuovo agente patogeno permetterà inoltre di studiare il meccanismo della malattia per lo sviluppo di cure e la messa a punto del vaccino. La sequenza genetica parziale del virus isolato nei laboratori dello Spallanzani, denominato 2019-nCoV/Italy-INMI1, è già stata depositata nel database GenBank e a breve anche il virus sarà reso disponibile per la comunità scientifica internazionale

2 - Il prossimo obiettivo?

Il prossimo traguardo degli studiosi dell’Istituto Lazzaro Spallanzani di Roma è mettere a punto i test per il dosaggio degli anticorpi e rendere disponbile il virus a tutti gli altri laboratori di ricerca che ne faranno richiesta per procedere in autonomia e che sono già tanti. Il virus sarà utilizzato anche per sequenziare l’intero genoma, operazione che i ricercatori stavano tentando di perseguire anche precedentemente l’isolamento, ma che ora sarà possibile proprio grazie al fatto che si è riusciti a oltiplicare  lo 2019-nCoV/Italy-INMI1 in vitro 

3 - Come combattere la malattia?

L’isolamento dello specifico coronavirus è un altro tassello che aiuterà a mettere a punto nuovi test diagnostici, a individuare nuovi farmaci e arrivare finalmente a un vaccino. Essere riusciti a disporre del virus in modo così tempestivo il virus un passo fondamentale, che permetterà inolttre di perfezionare i metodi diagnostici già esistenti. In sintesi, poter disporre in laboratorio del nuovo agente patogeno permetterà inoltre di studiare i meccanismi della malattia per lo sviluppo di cure e la messa a punto del vaccino

4 - Quanto manca al vaccino?

Sicuramente d’ora in poi sarà più semplice individuare il vaccino per il coronavirus. La coltivazione del virus in laboratorio è un elemento fondamentale per qualsiasi allestimento credibile di presidi e nuove strategie. Avere a disposizione il virus significa partire da una buona base. Non è però un risultato previsto nell’immediato. Gli studi sulla profilassi sono estremamente delicati perché prevedono il coinvolgimento di soggetti sani e, come si può immaginare, non è una prassi attuabile a breve termine. L’isolamento fornisce comunque ulteriori strumenti per contrastare l’emergenza sanitaria

5 - Qual è stato l'iter?

Abbiamo scelto le regioni del genoma virale, cioè i frammenti del genoma su cui lavorare. Quello che ci dicevamo era: ‘seguiamo l’esperienza che abbiamo maturato fino ad ora su tutte le infezioni emergenti per le quali ci siano inventati da capo tutta la diagnostica’. Nel giro di pochi giorni eravamo operativi. Quasi allo stesso tempo l’Organizzazione mondiale della Sanità ha reso pubblico il protocollo fatto dai tedeschi e lo abbiamo adottato. Abbiamo cominciato a ricevere chiamate dai Centri di sanità pubblica di tutta Italia con cui abbiamo condiviso le informazioni. Ci siamo messi a disposizione per eseguire i test fino a che i laboratori di riferimento delle varie Regioni non avessero raggiunto l’autonomia nei test sui prelievi sulle persone potenzialmente contagiate, coordinandoci con il Laboratorio di riferimento nazionale per l’influenza dell’Istituto Superiore di Sanità. Sono arrivati i due pazienti potenzialmente contagiati. Quando abbiamo fatto la diagnosi abbiamo inviato i campioni per la conferma all’Istituto di Sanità e contemporaneamente messo il virus in coltura per l’isolamento, sequenziando un pezzetto del suo genoma

3 febbraio 2020