Coronavirus, ministero: "Quarantena a casa per chi rientra dalla Cina"

Burioni: "Lo dico da gennaio". Conte: "Sorveglianza solo per chi rientra dalle aree a rischio, non da tutta la Cina". Ricciardi: "Attesi i casi italiani"

Il ministro della Salute Roberto Speranza (Ansa)

Il ministro della Salute Roberto Speranza (Ansa)

Roma, 21 febbraio 2021 - Nel giorno in cui anche in Italia esplode l'emergenza coronavirus, il ministero ha disposto la "quarantena in casa per tutti coloro che rientrano dalle aree a rischio della Cina negli ultimi 14 giorni. "L'Autorità sanitaria territorialmente competente provvederà all'adozione della misura della permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva ovvero, in presenza di condizioni ostative, di misure alternative di efficacia equivalente", ha precisato il ministero della Salute in merito all'ordinanza di oggi. Inoltre "vige l'obbligo di comunicare al Dipartimento di prevenzione dell'azienda sanitaria territorialmente competente di aver soggiornato nelle aree suddette. Il mancato rispetto delle misure previste costituirà una violazione dell'Ordinanza". 

Anche l'immunologo Roberto Burioni era tornato a ribadire la necessità della quarantena per chi torna dalla Cina senza eccezioni. "Le ultime notizie mi portano a ripetere per l'ennesima volta l'unica cosa importante. Chi torna dalla Cina deve stare in quarantena. Senza eccezioni". Questo il post del medico su su Facebook. "Spero che i politici lo capiscano perché le conseguenze di un errore sarebbero irreparabili".

Roberto Burioni
Roberto Burioni

"Quarantena senza eccezioni l'unica difesa"

L'immunologo aveva aggiunto: "L'unica misura è la quarantena. E io la chiedo dal 25 gennaio. La quarantena non è discriminazione o razzismo, ma l'unica difesa contro questo virus. Ormai sappiamo due cose: gli asintomatici possono contagiare, e la quarantena è l'unica difesa", aggiunge l'esperto, che in questi giorni ha affrontato più di una polemica per le sue posizioni: "Spiace aver avuto ragione". Per Burioni però "questo non proprio è il momento di fare polemiche. Occorre isolare chi torna dalla Cina, isolare i possibili contatti" dei soggetti risultati positivi "e bloccare chi arriva. Ma niente panico - aggiunge il virologo - E' il momento di agire. La quarantena è cruciale - conclude - e la salute non è di destra o di sinistra".

Conte: "Isolamento solo per chi torna dalle aree a rischio"

Da Bruxelles dove si trova, il premier prima ha fatto riferimento ai tre contagiati in Lombardia: "Il ministro ha appena adottato una nuova ordinanza, che dispone la quarantena obbligatoria per chi è venuto a contatto con i pazienti certificati positivi, ed ha predisposto inoltre la Sorveglianza attiva".

Poi ha specificato con riferimento a chi torna dalla Cina: "La quarantena sarà predisposta per chi è stato nelle aree a rischio, le aree a rischio le definisce con aggiornamento costante l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Quindi la quarantena non riguarda tutti quelli che vengono dalla Cina, ma solo chi è stato nelle aree a rischio".  Più nello specifico, nell'ordinanza emanata da Speranza viene disposta la sorveglianza attiva con "permanenza domiciliare fiduciaria per chi è stato in aree a rischio negli ultimi 14 giorni con obbligo di segnalazione alle autorità sanitarie locali".

Conte lancia quindi un messaggio: "Abbiamo adottato in pieno accordo con il ministro Speranza e gli altri ministri una linea di massima precauzione e prudenza e questo ci consente di scacciare via qualsiasi allarmismo sociale, qualsiasi panico. Bisogna fidarsi di quelle che sono le indicazioni del ministero della Salute".

Ricciardi (Oms): "Attesi casi italiani"

Secondo Walter Ricciardi, membro del consiglio esecutivo dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ed ex presidente dell'Istituto Suoperiore di Sanità (Iss)  la possibilità di un caso non importato in Italia "era largamente attesa, si sapeva che la guardia andava tenuta alta per mesi. Ora bisogna procedere con sangue freddo con misure dettate dalle evidenze scientifiche, senza esagerare nè in un senso nè nell'altro. Il nuovo coronavirus SarsCoV2 "è ora presente anche in Italia e la fase nuova è segnata dalla presenza di casi di trasmissione secondaria dell'infezione", come quelli rilevati in Lombardia.