Coronavirus, Borrelli: "Manca il paziente zero". Speranza: "Tutti diano una mano"

Il capo della Protezione civile: "Difficile prevedere la diffusione senza paziente zero". Il ministro ha assicurato: "Le istituzioni stanno facendo la loro parte".

Borrelli e Speranza (Imagoeconomica)

Borrelli e Speranza (Imagoeconomica)

Roma, 23 febbraio 2020 - Il ministro della Salute Roberto Speranza ha fatto il punto sulll'emergenza Coronavirus in Italia: "Siamo al lavoro 24 ore su 24, è in corso un confronto con i presidenti di regione, con il presidente Conte e Borrelli per provare a rafforzare le misure per il contenimento del virus", ha detto il ministro in collegamento con 'In mezz'ora' su rai tre. 

Speranza: tutti diano una mano

"Il Sistema sanitario nazionale è in grado di affrontare la situazione ma c'è bisogno di una mano da parte di tutti seguendo le dieci regole" di prevenzione diffuse, ha spiegato Speranza, che ha anche lanciato un appello ai cittadini: "Ciascuno nel proprio piccolo può fare la sua parte, le istituzioni lo stanno facendo, il paese è unito, chiediamo ai cittadini di fare tutto il possibile". Il ministro ha assicurato: "Le istituzioni stanno facendo la loro parte. Si sta facendo un lavoro straordinario, nessuno è solo". "Sento la responsabilità" della guida del dicastero della Salute in questo momento, "è l'esperienza più forte della mia vita". Il ministro infine ha auspicato "che tutte le operazioni possano dare risultati di contenimento in tempi brevi". 

Speranza è nella sede della protezione civile, dove è in corso un confronto tra governo e Regioni per "provare a rafforzare le misure per il contenimento del virus", e sono presenti anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e naturalmente il Capo Dipartimento della Protezione Civile Angelo Borrelli.

Borrelli: "Si cerca ancora il paziente zero"

Borrelli, nel corso della conferenza stampa presso la sede a Roma, ha diffuso alcuni dati sull'emergenza: "Complessivamente abbiamo 132 persone che sono positive al Coronavirus. Di queste due sono decedute e una è guarita". Borrelli ha continuato: "In Lombardia sono 89 i casi, in Veneto 24 e in Piemonte 6. In Emilia Romagna 9 e 2 nel Lazio. Sono in totale 129 le persone di cui 54 ricoverate negli ospedali con sintomi. Sono invece 26 in terapia intensiva e 29 in isolamento domiciliare". Inoltre ha aggiunto: "Sono oltre 3000 i tamponi effettuati in tutta Italia". 

Mentre si cerca ancora di "individuare il paziente zero. E' difficile prevedere la diffusione", quindi "è stato giusto a questo punto chiudere i territori" ha detto Angelo Borrelli. "Il paziente zero potrebbe essere un soggetto che è guarito ma che ha contagiato altre persone. Si sta lavorando per questo", ha aggiunto.

Borrelli: presto linee guida da seguire

Il capo della Protezione civile ha raccomandato: "La guida dei 10 comportamenti da tenere è la stessa. Si stanno definendo i comportamenti da tenere nelle aree chiuse per l'emergenza. Le linee saranno emanate dal ministro della Salute quanto prima". L'Esercito e l'Aeronautica hanno messo a disposizione migliaia di posti letto per fronteggiare l'emergenza coronavirus, ha reso noto il numero uno della Protezione Civile: circa 3 mila e 412 posti sono i posti letto in oltre mille camere dall'Esercito, e circa 1.750 offerti dall'Aeronautica.

Borrelli: 20% dei casi in terapia intensiva. Come in Cina

Riguardo ai contagi Borrelli ha aggiornato i dati: sono quasi il 20%, per l'esattezza il 19,7, le persone contagiate dal coronavirus in Italia che versano in condizioni serie in terapia intensiva. Sono infatti 26 i ricoverati in terapia intensiva nel nostro Paese, su 132 casi totali. Quindi in due giorni in Italia l'emergenza sta toccando i numeri cinesi. Ma Borrelli ha assicurato: "Noi abbiamo un livello di prevenzione elevatissimo. Abbiamo predisposto per primi i controlli in porti e aeroporti. Tutti i possibili casi li abbiamo verificati e fatti i tamponi in laboratorio".

Borrelli: pronti a scenari peggiori

Infine il capo della Protezione civile ha concluso: "Lavoriamo per scenari: siamo abituati a gestire tutti gli scenari e quando c'è un'emergenza con uno scenario crescente valutiamo anche le ipotesi più pessimistiche. Il modello di intervento è quello della protezione civile, ci siamo subito attivati nei comuni dove c'è la diffusione del coronavirus, con un centro di coordinamento e soccorso e lì viene disposto il cordone di sicurezza, come un classico intervento".