Concordia, un dolore lungo dieci anni. Schettino punta a un nuovo processo

Il relitto davanti al Giglio fu rimosso nel 2014. Il comandante è uscito dal carcere per brevi periodi

Dieci anni di dolore mai sopito, di processi e condanne: la più pesante per il comandante della Concordia, Francesco Schettino, oggi 61 anni, in carcere per scontarne sedici di reclusione per la morte di 32 persone e il ferimento di oltre 150, nel naufragio del 13 gennaio 2012. Altri ufficiali quella sera in plancia hanno pagato, ma con pene tutte patteggiate e non superiori a tre anni. Da quella notte il relitto è stato risollevato e demolito a Genova nel 2015, i fondali del Giglio ripuliti e i parenti delle vittime e naufraghi risarciti, quasi tutti.

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Schettino, recluso a Rebibbia da maggio 2017, da alcuni mesi ha rivisto la libertà per brevi periodi. L’ultimo, il più lungo, di recente: 15 giorni trascorsi con la madre novantenne malata e la figlia Rossella. Nell’attesa di un "sì" dei giudici genovesi all’istanza di revisione del processo già presentata e un cenno dalla Corte europea di Strasburgo, "un cenno che tarda troppo", sottolinea il suo legale, l’avvocato Saverio Senese. Ma dieci anni fa fu l’apocalisse. "A dritta. Altrimenti andiamo sugli scogli". Sono le 21 e 43 del 13 gennaio 2012 quando il comandante Schettino sul ponte di comando rivolge queste parole al timoniere Jacob Rusli Bin, scherzando, per correggere un ordine che non era stato compreso, mentre la nave stava andando alla velocità di 16 nodi verso l’Isola del Giglio. È una battuta in quell’istante. Ma due minuti dopo, alle 21.45.07, il transatlantico da crociera con 4.229 persone a bordo impatta con uno scoglio del gruppo Le Scole, che squarcia il lato sinistro della nave per più di cinquanta metri, aprendolo come una scatoletta di tonno. Seguono il black-out, l’allagamento di alcuni compartimenti stagni e l’avaria dei motori. Il ritardo nella dichiarazione dell’emergenza generale e dell’abbandono della nave. Il panico tra passeggeri e membri dell’equipaggio. Trentadue perdono la vita: tra di loro Dayana, cinque anni, trovata morta insieme al padre. Vittime di uno dei più sconcertanti naufragi della storia della marineria: alcuni annegati in mare, altri nei corridoi della nave trasformatisi in trappole infernali.

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Qualcuno schiacciato mentre sta cercando scampo in mare, negli ultimi istanti di vita della Concordia, quando agganciandosi alla roccia di punta Gabbianara, si spiaggia sul fianco destro dove rimarrà per venti mesi, prima di essere risollevata nel settembre 2013. Lì dove oggi, dieci anni dopo, il mare e i suoi fondali sono tornati a splendere. "Più belli di prima", ha commentato di recente il patron di Micoperi, Silvio Bartolotti, tra i protagonisti insieme a Titan Salvage e captain Nick Sloane – il sudafricano che "ha messo le ali alla Concordia per risollevarla" – del raddrizzamento prima e del recupero poi del gigante bianco ferito a morte. Impresa storica portata a compimento il 23 luglio 2014 quando il relitto, imbracato in una ciambella di acciaio, lascia l’isola.

Ma quella gelida notte di gennaio non può essere scordata dagli isolani che accolsero con pasti caldi e coperte i naufraghi. Aprendo loro le proprie case per rifocillarli. "Fu un’apocalisse – come definisce quei giorni Sergio Ortelli, sindaco oggi come allora del Giglio –. L’arrivo al molo pieno di uomini, donne, anziani e bambini spaventati, feriti, infreddoliti mentre io pensavo di trovare solo una nave in avaria. Poi l’arrivo delle prime tre vittime: un’apocalisse, appunto". Schettino – che oggi in carcere frequenta un corso di giornalismo e non parla più di quella sera – in quei momenti di concitazione sull’isola, era impietrito e immobile davanti alla nave che stava affondando. Davanti alla sua disfatta. Giovedì prossimo il Giglio è ancora una volta pronto per le celebrazioni del decimo anniversario e per rendere omaggio alle vittime.

Le voci di chi c’era, i ritratti delle vittime, i risvolti giudiziari di una vicenda che ha segnato la storia d’Italia sono al centro di una inchiesta a cura di Quotidiano Nazionale - La Nazione. “Il Naufragio della Concordia“, dall’11 gennaio su quotidiano.net, lanazione.it, ilgiorno.it e ilrestodelcarlino.it proporrà interviste esclusive, foto e video per raccontare la catena di errori che costò la vita a 32 persone