Ucraina, centinaia di cadaveri a Bucha. Zelensky: questo è un genocidio

Dopo il ritiro delle truppe russe, la scoperta del massacro dei civili. "È una nuova Srebrenica". Per le strade i corpi abbandonati con le mani legate e un foro alla nuca. Lo strazio delle fosse comuni

Immagini satellitari di una fossa comune a Bucha (Ansa)

Immagini satellitari di una fossa comune a Bucha (Ansa)

Una nuova Srebrenica. Mani legate dietro la schiena con degli stracci e volti sfigurati. Dalla terra emergono centinaia di corpi di civili ucraini massacrati a Bucha, a nord-ovest di Kiev, gettati nelle fosse comuni. Decine sono quelli abbandonati sulle strade ormai deserte: lungo la Yablunska, la strada che taglia in due il quadrante ovest della città, teatro di una delle battaglie più feroci dell’offensiva di Mosca, si vedono in fila i cadaveri di almeno 20 civili. Nel fango, accanto al corpo trucidato di una donna, un portachiavi con la bandiera blu e le dodici stelle dorate. Nelle immagini che arrivano dalla città alle porte della capitale ucraina, rimasta inaccessibile per quasi un mese, è racchiuso tutto l’orrore lasciato dalle truppe russe lungo la ritirata dalla regione dopo la liberazione di Bucha, Irpin e Hostomel dall’esercito ucraino.

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Tra le macerie si continuano a contare i morti, vittime di esecuzioni sommarie da parte dei militari russi. Ieri mattina il capo dei soccorritori, Serhii Kaplychny, ha denunciato il ritrovamento di 57 cadaveri, alcuni solo parzialmente sepolti. Sono 280 quelli ritrovati sabato in un’altra fossa comune della città, tutti giustiziati – come ha fatto sapere il sindaco di Bucha, Anatoly Fedoruk – "con colpi d’arma da fuoco alla nuca".

Atrocità e devastazione non hanno risparmiato nessuno. L’ultimo bollettino diffuso dalla procura generale ucraina parla di oltre 400 cadaveri di uomini, donne, bambini e anziani ritrovati nell’hinterland più settentrionale di Kiev. "Ora il mondo ha ricevuto una prova totale e indicibile dell’anti-umanità a Bucha, Irpen, Gostomel. Centinaia, migliaia di persone uccise, dilaniate, violentate, legate, violentate e uccise di nuovo. Centinaia, migliaia di civili ucraini. Volete Srebrenica del 21esimo secolo? Fatto? Siete soddisfatti?" sono state le parole il capo negoziatore ucraino Mikhailo Podolyak ha diffuso attraverso il suo account Telegram insieme alle foto del massacro che mostrano corpi dilaniati e bruciati. In serata l’accusa di genocidio è stata formalizzata da Volodymyr Zelensky. "Sì, questo è un genocidio. L’eliminazione dell’intera Nazione e del popolo. Abbiamo più di 100 nazionalità. Si tratta della distruzione e dello sterminio di tutte queste nazionalità" ha detto il presidente ucraino in un’intervista alla Cbs. Zelensky ha lanciato accuse anche all’ex cancelliere tedesco Angela Merkel, e all’ex presidente francese Nicolas Sarkozy invitandoli ad andare a Bucha a vedere "cosa hanno compiuto 14 anni di concessioni al governo di Mosca".

Di "crimini contro l’umanità" ha parlato Olkesii Arestovych, consigliere dell’ufficio di Zelensky. "Tra le persone morte ci sono donne violentate che i russi hanno cercato di bruciare, rappresentanti del governo locale, bambini, anziani, uomini. In molti casi – ha affermato Arestovych – i loro corpi sono stati trovati con mani legate, presentano inoltre segni di tortura e sono stati uccisi con un colpo alla tempia".

E mentre i media vicini al Cremlino definiscono i fatti di Bucha "fake news", Zelensky in un video si rivolge alle madri russe. "Madri russe, anche se voi avete cresciuto dei saccheggiatori, come è che sono diventati anche dei boia? Non potevate non sapere che i vostri figli non hanno anima, non hanno cuore".