Bufera a Bruxelles, la Commissione trema. Borrell vede il Qatar: "Ora serve chiarezza"

Vertice con il ministro degli esteri di Doha: si è parlato dell’inchiesta. Intanto i servizi segreti belgi tirano in ballo altri funzionari europei

Dimitris Avramopoulos, 69 anni, è stato commissario europeo dal 2014 al 2019

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La tempesta si avvicina. Anche la Commissione Europea teme l’inchiesta belga sul Qatargate, che ha investito il Parlamento Europeo e minaccia di interessare le altri istituzioni. In un allegato degli atti con cui i magistrati di Bruxelles motivano gli arresti già compiuti, infatti, spunta una relazione dei servizi segreti del Belgio, il Vsse, nella quale si avanza il sospetto che "funzionari del Seae" (il Servizio europeo per l’azione esterna, il "ministero degli esteri" della Commissione) siano stati coinvolti nelle operazioni sotto inchiesta.

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Questo si aggiunge alla vicenda dell’ex commissario Ue Dimitri Avramopoulos, greco come Eva Kaili, che ha fatto parte – retributo con 60mila euro – del comitato etico di "Fight Impunity", la ong di Antonio Panzeri. Ieri Avramopoulos , ha accusato "alcuni circoli in Italia" di voler "distorcere l’immagine della mia partecipazione del tutto legale e formale a Fight Impunity. Il primo obiettivo è indebolire la candidatura che ho presentato per il ruolo di rappresentante speciale dell’Ue nel Golfo Persico e, naturalmente, sostenere il candidato italiano". Che poi sarebbe Luigi Di Maio.

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Una delle preoccupazioni della Commissione è non far degenerare i rapporti politici con il Qatar. Per questo ieri Josep Borrell, Alto Rappresentante per la Politica Estera, ha avuto un faccia a faccia sul Qatargate in Giordania con il ministro degli Esteri di Doha Mohammed bin Abdulrahman Al-Thani. "Abbiamo discusso – ha detto – di temi bilaterali e sfide regionali, nonché di altre questioni, tra cui le accuse contro alcuni membri e personale del Parlamento europeo. Abbiamo concordato sulla necessità che le indagini in corso facciano piena chiarezza". "Ho incontrato Borrell – ha detto la controparte – per discutere di cooperazione e delle indagini sulla corruzione al parlamento europeo. Abbiamo sottolineato la necessità di rispettare il processo giudiziario ma ho affermato il nostro rifiuto delle fughe di notizie apparse sui media che prendono di mira il Qatar".

Intanto da quanto emerge, ai magistrati belgi Panzeri ha fatto le prime ammissioni dicendosi disposto a collaborare con gli inquirenti e puntando il dito contro il deputato europeo del Pd Andrea Cozzolino, che non è indagato. Nel verbale della procura federale di Bruxelles, Panzeri dice: "L’accordo prevedeva che avremmo lavorato per evitare delle risoluzioni contro i Paesi e in cambio avremmo ricevuto 50mila euro". Panzeri ha invitato i magistrati ad approfondire il ruolo di Cozzolino. "Non ho prove – ha detto – ma voi dovreste controllare il presidente attuale della delegazione del Maghreb", vale a dire Cozzolino. "È il parlamentare di cui Giorgi è l’assistente… Tra l’altro è responsabile di chiedere risoluzioni d’urgenza".

"Confermo che Marc Tarabella (eurodeputato socialista belga, ndr) – ha aggiunto – è andato in Qatar" ha risposto Panzeri, che ha scagionato invece il segretario del sindacato mondiale Ituc, Luca Visentini: "Non faceva parte della rete". Scagionato anche Niccolò Figà-Talamanca, segretario dell’ong ’No Peace Without Justice’ con il quale sarebbe entrato in contatto solo perché "affittiamo un locale assieme". Il gip di Aosta ha però disposto il sequestro per un appartamento a Breuil-Cervinia di una società che fa capo a Nicolò Figà-Talamanca, acquistato per più di 215.000 euro. Secondo gli inquirenti la compravendita potrebbe celare il riciclaggio ipotizzato dagli inquirenti belgi.