Roma, 11 maggio 2014 - Chiara Rizzo, moglie dell'ex deputato Amedeo Matacena, è stata arrestata all’aeroporto di Nizza al suo arrivo da Dubai, negli Emirati Arabi. La donna è stata presa in consegna dalla polizia francese, presente l’ufficiale di collegamento italiano e funzionari della Dia che, nei giorni scorsi, hanno arrestato l'ex ministro Claudio Scajola.

Coinvolta nell’indagine ‘Breakfast’ della Dia di Reggio Calabria, Chiara Rizzo è "gravemente indiziata di intestazione fittizia di beni, per aver occultato la titolarità di diverse società riconducibili al marito, nonché per aver favorito l’inosservanza della pena allo stesso Matacena, condannato in via definitiva a 5 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa". Matacena attualmente vive a Dubai, dove - a suo dire - si mantiene fecendo il maitre.

SERVE L'ESTRADIZIONE - La donna dovrà comparire domani, alle 14,30 a Nizza, davanti al giudice competente per l’udienza di convalida dell’arresto in base al mandato d’arresto europeo disposto dall’autorità giudiziaria di Reggio Calabria. Una volta valutate come regolari le procedure attuate, il giudice chiederà la documentazione che riguarda l’inchiesta in cui è coinvolta. Sarà necessario qualche giorno, dunque, perché la donna possa essere estradata in Italia.

L'AVVOCATO - "Avevo comunicato nel dettaglio il piano di volo della nostra assitita, tutti i voli e gli orari e le modalità di rientro dall’estero. La signora stava rientrando spontaneamente in Italia - ci tiene a sottolineare Bonaventura Candido, legale di Chiara Rizzo - Così si allungheranno i tempi prima che possa presentarsi ai magistrati di Reggio Calabria. Hanno voluto fare così, pazienza". Quanto al rapporto della donna con Claudio Scajola. "La famiglia Matacena vive a Nizza", quindi vicino alla Liguria dove risiede Scajola, "non c’è assolutamente nulla di strano che tra le parti ci sia un rapporto di amicizia consolidato nel tempo".

L'INDAGINE: "SEPARAZIONE APPARENTE" - Nell’ordinanza di custodia cautelare a carico dello stesso Matacena, latitante a Dubai, della moglie Chiara Rizzo, di Claudio Scajola e di altre cinque persone, il gip rileva che il progetto di fusione per incorporazione della società Solemar srl, che detiene il 100% del capitale della Amadeus, nella medesima Amadeus (la cosiddetta "fusione inversa"), avviato nel giugno 2013 è "il logico completamento del percorso di occultamento delle reali disponibilità della famiglia Matacena".

"La ricostruzione fin qui operata - scrive il gip - consente di comprendere che, dopo una prima fase in cui i membri della famiglia Matacena ricoprivano incarichi diretti in ambito societario, si è passati ad una fase successiva, caratterizzata dalla operatività anche di imprese di diritto estero e dalla presenza di continui progetti di fusione finalizzati a schermare gli effettivi titolari e, quindi, i reali beneficiari degli utili prodotti dalle società che, alla luce delle indagini in corso, sono da individuarsi in Amedeo Matacena e nei suoi prossimi congiunti".

Una strategia di attribuzione fittizia dei beni posta in essere "consapevolmente dagli indagati". E in tale contesto il gip indica la "apparente" separazione coniugale di Matacena dalla moglie. Al riguardo nell’ordinanza sono contenute le sintesi di alcune intercettazioni telefoniche. In una, del 30 settembre 2013, la Rizzo parla con la ex moglie del fratello di Matacena che "si congratula con Chiara per la decisione assunta di separarsi da Amedeo. Chiara, mostrandosi esterrefatta rispetto al fatto che tale informazione sia in possesso della sua interlocutrice, replica prontamente precisando che, in effetti, ‘non si tratta di una separazione’".

Lo stesso giorno la Rizzo chiama Martino Politi, un altro arrestato, con il quale, "si lamenta del fatto che qualcuno ha fatto circolare la notizia della separazione con Amedeo. Nella circostanza si sente Chiara alquanto seccata e nervosa per le voci diffuse e si rivolge a Martino dicendogli: ‘tu lo sai per quali motivi ... al telefono, a lei cosa dovevo dire’. Martino le risponde che le cose di famiglia non si devono dire’ e, Chiara, di rimando: ‘ ... ma poi non hanno capito della gravità se questa cosa si sa in giro!?’".