Roma, 2 maggio 2013 - Sono circa 2,2 milioni gli studenti che tra maggio e giugno sosterranno le prove Invalsi: si parte il 7 e il 10 maggio con gli alunni delle scuole primarie (II e V elementare), per proseguire il 14 con i ragazzi delle secondarie di primo grado (I media) e il 16 maggio per i giovani della scuola secondaria di secondo grado. Infine, il 17 giugno, tocca agli studenti che fanno l'esame di terza media.

E come sempre la prova porta con sé una cosa di polemiche.

PROF IN SCIOPERO - Docenti in sciopero contro i test Invalsi al grido “la scuola-quiz e la scuola-miseria”. La protesta è stata convocata dai Cobas. "Contro il rito dei quiz - riferisce Piero Bernocchi, portavoce nazionale Cobas - si sono pronunciate centinaia di assemblee e convegni di docenti e Ata, nonchè l’Appello che ha raccolto già molte migliaia di firme di docenti di scuola e Università, uomini e donne della cultura e delle arti”.

LE NOVITA' DEL TEST - Osservatori esterni con il compito di vigilare sui comportamenti anomali, il cosiddetto fenomeno ‘cheating’, durante lo svolgimento delle prove Invalsi nelle scuole italiane. Inizialmente si tratterà di una misura in alcuni istituti campione, ma è questa una delle principali novità a pochi giorni dall’avvio dei test che misurano gli apprendimenti degli studenti italiani in questo anno scolastico.

Oltre agli osservatori esterni, che avranno esclusivamente il compito di vegliare sulle corrette procedure di somministrazione e controllo da parte dei docenti, è stato deciso anche un intervento sull’ordinamento di domande e risposte, differenziato all’interno di ciascuna classe.
Durante la presentazione, il commissario straordinario dell’Invalsi, Paolo Sestito, ha spiegato che le prove stanno “enfatizzando sempre di più le competenze più che le semplici conoscenze scolastiche. Stimoli cognitivi e non quiz nozionistici, quindi. Non si vuole offrire un metro di giudizio del singolo alunno ma la finalità è sempre dare una descrizione del sistema scolastico complessivo. Nessun ragazzo sarà ‘marchiato’ nel suo percorso sui banchi”.

Perplessità da parte di docenti e dirigenti scolastici, oltre che dalle associazioni di genitori, per quel che riguarda la possibilità da parte delle scuole di pubblicare i propri risultati. L’Invalsi ha creato un format, disponibile sul sito scuola in chiaro del Miur, che possa facilitare una lettura comparativa che approssimi il valore aggiunto di ogni singolo istituto, con lo scopo di evitare proprio liste e classifiche di istituti oppure la mancanza di trasparenza. Tra gli altri il Cidi, il centro di iniziativa democratica degli insegnanti, ha proposto la necessità di una legge che regolamenti la pubblicazione di dati.

Tutte le informazioni raccolte verranno presentate dall’Invalsi in un rapporto nazionale il prossimo 11 luglio: come al solito il focus sarà sulle differenze tra regioni sul ruolo del background socio-economico e familiare, le differenze tra scuole e classi, ma per la prima volta saranno esposti dati anche sulla motivazione e sugli atteggiamenti degli studenti che verranno ‘testati’ sul loro grado di impegno quotidiano, sull’importanza che attribuiscono allo studio anche in relazione alle ambizioni. La finalità è quella di fornire in futuro indicazioni ai docenti anche sulla capacità di coinvolgere i propri studenti.