Roma, 12 ottobre 2012 - Roma, Napoli, Milano, Torino, Bologna, Firenze, Bari, Palermo e oltre 90 città italiane oggi sono invase da studentesse e studenti pronti a rivendicare diritti e a difendere il proprio futuro. La data odierna, lanciata dall'Unione degli studenti quest'estate, per manifestare contro la svendita della scuola pubblica e la distruzione dell'università, ha avuto una grande diffusione e conferma l'apertura di un autunno di mobilitazione intenso dopo il prologo del 5 ottobre con tafferugli, fermati e feriti.

NO A PDL APREA - Spiega Roberto Campanelli, coordinatore nazionale dell'Unione degli studenti: "Siamo in piazza oggi per manifestare la nostra totale contrarietà alla proposta di legge 953 (ex- Aprea) che eliminerebbe le rappresentanze studentesche dai consigli d'istituto, limitando gli spazi di democrazia già ampiamente ridotti nelle scuole negli ultimi anni e permetterebbe ai privati di entrare nelle nostre scuole come sta accendendo in università a seguito dell'approvazione nel 2010 della legge Gelmini".

RETE CONOSCENZA - Federico del Giudice portavoce nazionale della Rete della Conoscenza movimenta la protesta: "Abbiamo deciso di rispondere alle dichiarazioni del ministro Profumo di questi giorni portando delle carote in piazza assieme a noi per ribadire al ministro che le nostre scuole e le nostre università in questi anni hanno visto solamente il bastone ma che di qualche carota presentataci come fosse un regalo noi non abbiamo bisogno e che siamo quindi da queste piazze gliele riportiamo, poiché a noi interessa che siano garantiti welfare e diritti e non che ci vengano concesse delle carote che hanno il sapore di essere dei presenti inutili".

LINK CON GLI UNIVERSITARI - Oggi in piazza "sono presenti anche molti studenti universitari - dichiara Luca Spadon portavoce nazionale di Link Coordinamento universitario - per dimostrare a questo governo che non gli studenti non sono disponibili a fare dei passi indietro sui temi della conoscenza e per ribadire con forza la nostra contrarietà all'aumento delle tasse per i fuori corso voluta dal ministro profumo e alla diminuzione dei fondi sul diritto allo studio, provvedimenti drammatici questi che non permetteranno a tanti giovani di iscriversi all'università". Come studentesse e studenti che in questi anni hanno lottato contro la privatizzazione di scuola e università "vogliamo che questo governo sappia che non ci fermeremo finché le nostre rivendicazioni non avranno voce. Se il ministro Profumo vuole veramente il dialogo con gli studenti deve liberare le piazze delle nostre città, bloccare la pdl Aprea, rifinanziare scuola e università e fermare ogni possibile aumento delle tasse nei nostra atenei. Solo così si può sperare di dare veramente un futuro ad una generazione in questo paese".

POSIZIONE UDU - In piazza anche l'Udu, l'Unione degli universitari. Tra gli striscioni esposti: 'Un'istruzione di qualita' ce la chiede l'Europa', 'Studenti protagonisti non spettatori'. Michele Orezzi, coordinatore nazionale dell'Unione degli Universitari, associazione che insieme alla Rete degli studenti medi e' stata promotrice dei cortei di oggi, spiega: "Con il blitz sotto al parlamento europeo di oggi fatto insieme alla Rete degli studenti medi rivendichiamo una nuova Europa". Come Udu - prosegue Orezzi - "siamo sbigottiti che l'unico strumento vero per cambiare l'Europa, per trasformare l'Europa finanziaria nell'Europa dei popoli, cioè l'Erasmus, sia in pericolo. Non è ancora scongiurata infatti la minaccia di fondi non sufficienti per coprire le borse: un chiaro esempio di come non si voglia mettere l'Europa positiva e il futuro dei giovani europei, in cima alle priorita' di investimento".

'PIU' QUALITA' - Le manifestazioni sono partite alle 7 di mattina, sotto la pioggia, con un blitz davanti alla sede romana dell'Unione europea. Sullo striscione degli studenti la rivendicazione 'Una scuola di qualità ce la chiede l'Europa'. Osservano i manifestanti sotto una pioggia battente: "Finora governo e politici hanno tirato fuori la bandiera del 'ce lo chiede l'Europa' solo quando si tratta di sacrifici economici, in modo strumentale e volendo negare un'altra idea di Europa: la nostra! L'Europa ci chiede anche di ridurre gli abbandoni scolastici del 10%, di aumentare il numero dei laureati, di raggiungere il traguardo dell'85% dei 22enni diplomati, l'Europa ci chiede una sistema d'Istruzione di qualità".

FGC - A manifestare anche il Fronte della gioventù comunista: "In piazza contro il governo Monti e l'Unione Europea". Dichiara Lorenzo Lang, responsabile nazionale scuola Fgc: "Siamo qui per manifestare contro la condizione della scuola e dell'università in Italia, contestando i tagli ed il processo di dismissione della scuola e dell'università pubblica, e con esso del diritto allo studio che questo governo sta portando avanti, per osservare le imposizioni dell'Unione Europea".Gli studenti hanno dato la sveglia al Governo con un blitz di fronte alla sede romana del Parlamento Europeo. Nonostante la pioggia battente, è iniziata così la giornata di mobilitazione studentesca nazionale. "E' arrivato il momento di accendere i riflettori sulla scuola italiana - ha detto Daniele Lanni, portavoce nazionale della Rete degli Studenti Medi -. Le condizioni dell'istruzione pubblica sono ormai insostenibili, siamo stufi di entrare ogni giorno in aula in queste condizioni".

ROMA CAPOFILA - Passa il corteo degli studenti su via Cavour e decine di cittadini, ma anche turisti degli alberghi dislocati sulla strada, si affacciano e applaudono. Qualcuno grida "fate bene". Il corteo prosegue fra cori anti-governo e musica. "Il futuro dell'Italia siamo noi", gridano gli studenti. Rispuntano mazzi di carote, il simbolo della mobilitazione, che i ragazzi tengono in mano: "Le portiamo e le mostriamo in piazza per far capire simbolicamente al ministro Profumo, che in questi anni la scuola ha ricevuto solo il bastone. Ora basta. É tempo della carota". Appare uno striscione del coordinamento precari: "Questo Pd è contro la scuola pubblica". A questo punto è "pronti...via!": gli studenti romani si piegano e ripartono di scatto per raggiungere con una corsa piazza dell'Esquilino. Qui ad attenderli c'è un corposo gruppo di insegnanti in sciopero della Flc-Cgil. Il ritmo dei 99 Posse che accompagna i ragazzi va subito a mischiarsi con quello più calmo dei docenti, che nell'attesa orecchiano l'altoparlante con De Andrè e Vecchioni. "Salutiamoli, sono il nostro futuro", gridano dall'altoparlante del corteo degli insegnanti. "Ora siamo in 10 mila", fanno sapere gli organizzatori del corteo romano della scuola dopo che il blocco degli studenti si è unito a quello dei prof. Alle 12.40, mentre una parte del corteo romano di studenti e insegnanti sta raggiungendo piazza Santi Apostoli, come previsto dal percorso concordato, una parte dei ragazzi trattando con le forze dell'ordine per poter imboccare via delle Botteghe Oscure e raggiungere il Miur. Il percorso è sbarrato da uomini in assetto anti-sommossa. La trattativa decolla e una parte del corteo romano della scuola, quella composta in particolare dagli studenti, d'accordo con le forze dell'ordine devia verso viale Trastevere, sede del Miur, con passaggio da via Petroselli e Bocca della Verità. Gli insegnanti mobilitati dalla Cgil si fermano invece in piazza Santi Apostoli per il comizio finale. Finale come da copione: gli studenti arrivati davanti al Miur lanciano carote contro il ministero.