Lorenzo Sani
ROMA, 20 settembre 2012 - PAESE di tassati e tartassati, certo. L’Italia è anche questo. Che il Codice della Strada, arrivato alla 66esima modifica in 20 anni, sia utilizzato per fare cassa dai Comuni e dalla Stato in tempi di tagli e spending review non lo sostengono solo le associazioni dei consumatori e, più in generale, gli automobilisti multati, ma se ne è accorta anche la magistratura. A colpi di inchieste giudiziarie ha fatto venire a galla lo scandalo dei cosiddetti ‘semafori intelligenti’ (T-Red, Photored e Vista Red), utilizzati in tutta Italia illegittimamente per multare decine di migliaia di automobilisti, una vera e propria truffa legalizzata che ha visto coinvolti 80 Comuni, 63 comandanti di Polizia municipale, mentre le amministrazioni entrate nell’altro filone giudiziario, quello relativo agli autovelox — anche in questo caso taroccati — sono state ben 146, con 367 funzionari pubblici denunciati. Come si ricorderà in alcuni casi l’autovelox è risultato tarato in modo da registrare una velocità superiore del 15% rispetto a quella reale. Una truffa vera e propria. Complessivamente sono state denunciate 558 persone, alle quali sono state contestate reati quali l’associazione a delinquere, frode fiscale e falsa fatturazione, bancarotta fraudolenta. Le violazioni del codice illecitamente contestate solo nella ‘Operazione 512’, condotta dalla Guardia di Finanza di Brescia e in parallelo dai colleghi di Sala Consilina (Salerno), sono 82.000 con indebite richieste di sanzioni per circa 11,5 milioni di euro.
Siamo il Paese delle multe, anche se azzardare dati e statistiche che ci conferirebbero la leadership mondiale in questa poco invidiabile classifica, come ha fatto qualche associazione di consumatori in questi giorni, rischia di istigare reazioni emotive che non aiutano né a capire, né ad arrivare a conclusioni sensate. In ogni caso, la rabbia dei cittadini contro le multe selvagge — soprattutto in tempo di crisi — è sempre evidente. Siti internet come contribuenti.it hanno lanciato una vera e propria campagna per tentare di arginare il salasso.
Ma quanto vale il tesoretto degli autovelox e e dei semafori intelligenti? Negli ultimi cinque, soltanto nelle 15 città metropolitane del Paese ha fruttato circa 3 miliardi. Sommando le sanzioni delle polizie locali, di Polstrada e carabinieri si arriva a qualcosa come due miliardi di euro all’anno. Di sicuro nell’ultimo decennio, con l’impiego sempre più diffuso dell’elettronica, si è fatto un uso distorto e quasi esclusivamente in chiave repressiva degli strumenti del Codice della Strada.


RECENTEMENTE
le nuove norme approvate dalla commissione Trasporti di Montecitorio consentono agli automobilisti che commettono infrazioni di beneficiare di uno sconto del 20% rispetto all’importo edittale se saldano l’ammenda entro 5 giorni dalla contestazione, o dalla notifica. Contestualmente si è registrato l’atteso giro di vite sugli omicidi colposi automobilistici, per cui è prevista la sospensione della patente per 5 anni. Nel caso di uso di alcol o sostanze stupefacenti, o di pirateria stradale si può arrivare a un massimo di 15 anni e in ogni caso bisognerà rifare l’esame di abilitazione alla guida. La sanzione aggiuntiva scatterà solo per gli stati di ebbrezza, cioè quando l’automobilista supera l’1,5% di tasso alcolemico. Le contravvenzioni per infrazioni al Codice della Strada costituiscono dunque un ricco tesoro per le amministrazioni locali e per lo Stato.


UN FIUME
di soldi che dovrebbero essere per metà reinvestiti nella sicurezza stradale, con opere di manutenzione, miglioramento, rinnovo della segnaletica, campagne educative. Ma in questa voce si registra invece il miracolo al contrario: lo Stato, nell’ultimo quinquennio, ha speso in media appena 30 milioni di euro all’anno per il Piano nazionale per la sicurezza stradale. Briciole.