MONTREUX (Svizzera), 2 marzo 2012 - LUCIO DALLA è morto qui, in questo lussuosissimo, ma un po’ anonimo albergo svizzero in riva al lago di Losanna, così lontano dalla sua amata Bologna. È morto alle 10,30 di ieri mattina, in camera, di infarto fulminante. A trovarlo è stato Marco Alemanno, che alloggiava in una stanza comunicante. Sentendo un rumore provenire dalla camera accanto, si è precipitato. Ha subito chiamato soccorso, ma il tentativo di massaggio cardiaco è stato vano. La sera prima aveva tenuto il suo ultimo, trionfale concerto all’Auditorium Stravinsky, un tempio della musica. Se avesse potuto scegliere, forse non ci sarebbe stato un palcoscenico migliore per vedere calare il sipario. Nulla lasciava presagire la morte folgorante che l’ha colto alla soglia dei 69 anni, pochi giorni prima di quel 4 marzo, data apparentemente insignificante che però gli italiani conoscono meglio di tante altre date di storia.


NESSUNO poteva immaginare un epilogo così drammatico della tournée svizzera appena iniziata. Alle 9,30 era sceso per fare colazione con i suoi musicisti. Si era seduto al tavolo con Manuela Cortesi, una delle coriste, che solo qualche ora dopo, costernata e ancora incredula, non riesce a crederci: «È sceso allegro, di buonumore, ha scherzato e chiacchierato con noi. Ha preso il suo solito caffè poi ha piluccato qui e là dal buffet, non mangiava mai molto, stava attento alla salute. Poi si è rialzato, ed è tornato in camera con il suo tipico passo saltellante. Ci ha salutato con un ‘Baci, cari, ci vediamo dopo’, ed è risalito. Non l’abbiamo più visto». Meno di cinquanta minuti dopo, l’infarto fulminante. E il ritrovamento, raccontato dall’avvocato Eugenio D’Andrea.
La sera precedente, mercoledì, Lucio Dalla aveva tenuto il suo ultimo concerto. La sala dello Stravinsky, moderna, foderata di legno, accogliente e calda, è il tempio della musica svizzera. Qui ogni anno si celebra il Montreux Jazz Festival famoso in tutto il mondo, qui hanno suonato i più grandi, da Miles Davis a Ray Charles, ma anche David Bowie e Prince. Un palcoscenico impegnativo su cui però Lucio Dalla, jazzista di origine, non sfigurava affatto. La calorosa platea di 900 persone l’ha accolto in tripudio fin dal suo apparire. «Non ho visto segni di stanchezza, né tantomeno di malattia», ricorda Pascal Pellegrino, direttore della stagione culturale di Montreux. «Il pubblico è andato in visibilio appena è apparso. Quando ha intonato ‘Caruso’ la sala è esplosa in un’ovazione, e si vedeva benissimo che lui era felice della reazione del pubblico. Era molto vitale». Nessun segno di debolezza, dunque. «Forse l’unico sospetto poteva nascere dal fatto che il concerto — in tutto durato due ore e dieci minuti — è stato interrotto da una pausa di venti minuti non prevista dal programma. Forse Dalla ha accusato un’improvvisa stanchezza. Ma è solo un’ipotesi, anche perché al termine dell’esibizione si è concesso in modo molto generoso ai fan, lasciandosi fotografare e firmando decine di autografi. Quando stamattina mi hanno comunicato la notizia ho creduto a un macabro scherzo. Penso comunque che sia altamente simbolico che Dalla abbia tenuto qui il suo ultimo concerto».


LA NOTTE al Royal Plaza è trascorsa apparentemente tranquilla; la mattina Dalla ha fatto qualche telefonata, ha chiamato il suo manager per programmare il trasferimento a Basilea dove si sarebbe dovuto esibire oggi, e poi il suo avvocato. «Ci stavamo organizzando — ha detto D’Andrea — per andare in barca insieme quest’estate». Quindi la morte improvvisa e tragica. L’entourage ha cercato di tenere segreta la notizia il più a lungo possibile, uno sforzo vano. Piano piano, nonostante il proverbiale riserbo svizzero, la verità è emersa, così come il nome dell’albergo dove Lucio Dalla è morto. Dopo che il medico ne ha constatato il decesso, il corpo è stato trasportato a Losanna, nella camera ardente della Chappelle Saint Roch, nascosta tra le viuzze del centro della cittadina. In un primo tempo è sembrato che la polizia dovesse chiedere l’autopsia, mentre in serata si è diffusa la voce, negli ambienti del consolato, che la salma dovrebbe rientrare oggi stesso a Bologna. In riva a un placido lago svizzero, un giorno di marzo, la musica è finita.

dall'inviato Piero Degli Antoni