Roma, 26 gennaio 2012 - I danni all'agroalimentare italiano per la protesta dell'autotrasporto, ''sfiorano i 200 milioni di euro, di cui la metà ricade sull'agricoltura''. Lo afferma la Cia, Confederazione italiana agricoltori, sulla base di dati raccolti sul territorio nazionale. Secondo la confederazione, ''ci vorrà più di una settimana per ritornare alla normalità e sale intanto la conta dei danni provocati dal fermo della circolazione, dato che in Italia l'88,3% delle merci viaggia su strada.


STIME DA BRIVIDO - Secondo la Cia, "considerando tutte le attività paralizzate dallo sciopero dei tir, dalla coltivazione alla raccolta, dalla trasformazione alla vendita nella Gdo, la perdita secca per l'intera filiera agroalimentare italiana arriva a 200 milioni di euro, di cui praticamente la metà ricade solo sull'agricoltura''. Ancora oggi due aziende ortofrutticole su tre non riescono a conferire il prodotto. Una situazione che riguarda in primo luogo la Sicilia - sottolinea la Cia - e poi tutto il Centro e Sud Italia". La produzione ortofrutticola nazionale è infatti distribuita soprattutto in questa macroarea del Paese, "dove si colloca il 70% del valore commerciale e dove peraltro la rappresentatività di queste colture è dominante sulle altre produzioni agricole con il 57% (contro il 23% al Nord)''.
 

IN CENTOMILA A CASA - "Sono almeno centomila i lavoratori impegnati nella raccolta, nel confezionamento, nel magazzinaggio e nella trasformazione dei prodotti alimentari deperibili come la frutta e la verdura che non si sono potuti recare al lavoro a causa del blocco alla circolazione provocato dallo sciopero dei Tir", afferma invece il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, che sottolinea come al danno economico, salito ad almeno 150 milioni per l'agroalimentare Made in Italy, si aggiunga quello occupazionale che colpisce particolarmente giovani e immigrati, che rappresentano una buona parte dei lavoratori impegnati nel settore agroalimentare a tempo determinato.


CIFRE - Ogni giorno di blocco "distrugge" circa 50mila tonnellate di prodotti alimentari deperibili. La Coldiretti è impegnata nella mobilitazione "Coraggio Italia" con la distribuzione gratuita a pensionati e famiglie bisognose di latte, uova, frutta e verdura, che ha interessato Venezia, Napoli, Torino, Catanzaro, Cosenza, Lamezia Terme, Reggio Calabria dopo Milano, Roma, Bari, Bologna,e Catania. "Inoltre - continua la Coldiretti - mentre i prodotti agricoli rischiano di essere buttati nei negozi e nei supermercati, se non riprende la circolazione, le ultime scorte stanno per esaurirsi. Già adesso mancano molti prodotti e si registrano speculazioni al consumo sui prezzi che per alcuni ortaggi sono aumentati anche del 40%. La situazione più difficile si rileva nella grande distribuzione mentre migliori sono le condizioni dei mercati rionali e di Campagna Agricola.

ORTAGGI AI POVERI - La consegna più consistente del carico omaggio Coldiretti è stata destinata alla mensa dei poveri di Betania in Cannaregio. Il direttore di Coldiretti Veneto, Enzo Pagliano, che ha guidato la delegazione degli imprenditori ha sottolineato come questo stallo comprometta la presenza della produzione italiana sui mercati esteri e incoraggi i flussi di importazione di storici concorrenti, come Spagna, Grecia, Marocco e Olanda. ''Anche il Nord Italia non è stato risparmiato da questa paralisi - ha continuato Pagliano - in molti casi si registrano difficoltà nell'approvvigionamento che impediscono il tempestivo rifornimento dei punti vendita di ortofrutta, latte e carne visto che l'86 per cento dei trasporti commerciali in Italia avviene su strada''.
 

PROBLEMA SMALTIMENTO - La conferma delle gravissime perdite che l'agricoltura sta subendo dallo sciopero degli autotrasportatori arriva dai dati raccolti da Confagricoltura nel settore della distribuzione: si stima che, a livello nazionale, venga consegnato ai punti vendita della grande distribuzione circa il 60% del quantitativo medio abituale di prodotti deperibili, come carne, ortofrutta, formaggi. In altre parole un calo del 40% dovuto ai blocchi stradali di questi giorni, che impedivano agli agricoltori di trasferire le loro produzioni dalle aziende ai mercati e, in molti casi, anche alle aree di stoccaggio dotate di celle frigorifere. Mancate vendite e mancati guadagni che si ripercuotono direttamente sulle imprese agricole, la cui produzione sta deperendo fino a dover essere distrutta, oltretutto con gravi problemi e costi di smaltimento.
 

EPICENTRO SICILIA - Quantificazione dei danni causati dal blocco dei tir, dichiarazione stato di crisi, abbattimento delle accise per il gasolio agricolo. Queste le richieste avanzate dalle organizzazioni Coldiretti, Cia e Confagricoltura all'assessore regionale delle Risorse agricole della Sicilia, Elio D'Antrassi, al termine dell'incontro che si è svolto nei locali dell'assessorato. Durante la riunione è stata analizzata la situazione causata dall'impossibilità di commercializzare i prodotti agricoli dell'Isola, un danno economico sempre più elevato che si aggrava di ora in ora e che si protrae da quindici giorni.

FIAT STOP - Intanto la produzione della Fiat non è ancora ripartita. Come nei giorni scorsi, oggi è stato il terzo giorno di chiusura per gli stabilimenti di Melfi, Sevel, Mirafiori, Cassino e Pomigliano. Per un totale di 12.600 auto in meno.