Bologna, 6 dicembre 2010 – Una notte di fine agosto 2007, tre uomini, 2 albanesi e un rumeno, si introdussero nella dependance della villa della famiglia Durante, a Gorgo al Monticano, nella marca trevigiana. Qui stavano dormendo i coniugi Pellicciardi, 67 anni lui, 60 lei, che della villa erano i custodi.

Nel tentativo di farsi rivelare i codici delle casseforti, i tre uomini massacrarono a morte i coniugi, che nemmeno conoscevano le combinazioni. Lucia Comini morì per prima in seguito a una sprangata in testa. Guido Pellicciardi spirò poco dopo, per la frattura di una vertebra cervicale. Fu uno dei delitti più efferati che il Veneto ricordi: gli assassini, catturati pochi giorni dopo, vennero battezzati 'le belve di Gorgo'.

Oggi, tre anni dopo, la Cassazione ha dichiarato che le condanne ai due sono "sproporzionate al reato effettivamente commesso". Stafa e Bogdaneanu andranno al processo d'appello, dunque, e le condanne all'ergastolo del primo, che delle sevizie fu l'esecutore materiale, e a 20 anni del secondo, 'il palo', che mise a disposizione le informazioni logistiche per commettere il crimine, potrebbero essere rese meno dure. Artur Lieshi, che con Stafa si introdusse nella casa, non dovrà scontare nessuna pena: si è suicidato in carcere nel dicembre 2007.

Secondo la Corte, infatti, l'accanimento di Stafa sui due anziani non costituisce un'aggravante tale da giustificare la crudeltà del crimine e quindi la condanna al carcere a vita. Anche per Bogdaneanu, a cui sono stati dati vent'anni, sarebbero previsti sconti di pena.

Come prevedibile infuria la polemica: sono in molti quelli che si chiedono se non siano sufficienti decine di colpi con lame e spranghe per catalogare un crimine come crudele. Anche alla luce delle parole del procuratore di Treviso Antonio Fojadelli, che all'epoca dei fatti dichiarò: "Non posso paragonare gli assassini di Gorgo alle bestie perchè ho troppo rispetto per gli animali".