Bolzano, 12 aprile 2010 - Tragico incidente ferroviario in provincia di Volzano: un piccolo treno dell’Alto Adige della linea Merano-Malles, in Val Venosta, è deragliato poco dopo le 9 tra Castelbello e Laces. Il bilancio è di nove vittime e 28 feriti, di cui 7 gravi. A disposizione della popolazione è stato istituito il numero verde 800.751.751, per avere informazioni sulle persone coinvolte nell'incidente.

 

Dieci dei feriti  hanno riportato traumi cranici, traumi al torace, escoriazioni:  sono stati portati all'ospedale di Merano, che dista poche decine di chilometri dal posto della disgrazia. Una ventina di feriti sono stati, invece, smistati negli ospedali di Silandro e di Bolzano.

 

I NOMI DELLE VITTIME - I morti sono tutti altoatesini. Le vittime sono tutte della Val Venosta e risiedevano a pochi chilometri dal luogo della tragedia. Il procuratore capo di Bolzano Guido Rispoli ha diffuso l’elenco dei morti. Si tratta di Michaela Kuenz Oberhofer di 18 anni della Val Martello, Elisabeth Peer (22) nativa di Silandro ma residente Malles, Julian Hartmann (25) di Merano, Judith Tappeiner (20) di Silandro, Rosina Ofner (36) nativa di Silandro ma residente a Tubre, Francesco Rieger (67) di Castelbello, Regina Tschoell (73) di Lasa in Val Venosta, Micaela Zosch (34) di Malles ma residente a Prato Stelvio e Franz Hohenegger (73) nato a Malles e residente a Silandro.

 

COSA E' ACCADUTO - Una frana si è staccata dalla montagna che sovrasta la linea ferroviaria, e ha travolto alle 9.01 il treno partito da Malles alle 8.20 e diretto a Merano. Alle 9.03 è stato dato l`allarme, e cinque minuti più tardi i primi soccorritori avevano già raggiunto il luogo dell`incidente, che si trova fra le stazioni di Laces e Castelbello. L`intervento si è subito presentato molto difficile, hanno spiegato i soccoritori: il primo dei tre vagoni, infatti, si trovava in bilico tra i binari e il fiume Adige, in una zona molto stretta, mentre il secondo era invaso dal fango e dai detriti. A bordo del treno, al momento dell'incidente, c'erano 39 persone. L`intervento per il recupero di morti e feriti è terminato alle 12.20.
 

A bordo del convoglio c'erano soprattutto pendolari, ha spiegato il governatore Luis Durnwalder. Al momento si esclude che vi fossero scolaresche. Non si hanno notizie del condutture del convoglio, ha detto ancora Durnwalder.  Sul posto sono giunti gli operatori del soccorso psicologico per assistere i familiari. Per i soccorsi sono intervenuti 150 operatori. Per facilitare gli spostamenti dei vigili del fuoco e delle ambulanze è stata chiusa la strada statale 38 dello Stelvio.

 

I tecnici della ferrovia della Venosta hanno recuperato la scatola nera presente a bordo del treno. L'apparecchio, visibilmente danneggiato, è stato posto sotto sequestro dai carabinieri. 

 

SCENA SPAVENTOSA  - L'intervento dei soccorritori è stato reso ancora più difficile dal fatto che il primo dei tre vagoni si trovava in bilico tra i binari e il fiume Adige. Una dopo l'altra le salme sono stata composte in dei sacchi di plastica. Per trasportarli i soccorritori hanno usato delle barelle con una ruota, di quelle per i soccorsi sui sentieri di alta montagna.

 

Un vagone, quello in testa al convoglio è andato completamente distrutto con tutti i vetri sventrati. La parte frontale è andata addosso a due pini di alto fusto. Sono questi due alberi che hanno fatto in modo che il treno non precipitasse nel fiume. Per fare in modo che il treno non precipiti ulteriormente i pompieri lo hanno assicurato con un grande paranco. Per raggiungere il punto dell’impatto i soccorritori hanno dovuto arrampicarsi lungo delle reti paramassi, salendo dal greto del torrente e raggiungendo i feriti dall’alto.

 

I morti sono rimasti intrappolati nel vagone in mezzo alla terra ed alla fanghiglia. "E’ una scena agghiacciante, il treno è pieno di terra e di fango. Dobbiamo lavorare con le mani, è una cosa tremenda", ha raccontato un pompiere volontario.

 

MORTA MENTRE ANDAVA AD ALLATTARE IL FIGLIO - Ancora non lo sa perchè è nata tre giorni fa e si trova in una termo-culla dell’ospedale di Bolzano, ma la sua mamma Michaela non la potrà mai vedere perché ha perso la vita nell'incidente. Una delle vittime, Michaela Zoesch di 34 anni, nata a Malles Venosta ma residente a Prato Stelvio, stamattina stava andando in treno a Bolzano per allattare il figlio, partorito solo tre giorni fa. Michaela si stava recando al nosocomio del capoluogo altoatesino dove il suo bimbo si trovava nel reparto prematuri.

 

A scoprire la tragedia è stato il fratello della vittima, che fa il volontario alla Croce bianca. A lui aveva telefonato la madre, dicendogli di avere sentito alla radio del disastro ferroviario e chiedendogli di controllare se la figlia fosse stata coinvolta. L'uomo ha cominciato ungiro frenetico di telefonate ai suoi compagni volontari della Croce bianca. E' stato soltanto alle due del pomeriggio che la famiglia ha avuto la tragica conferma della morte di Michaela, arrivata a tre settimane dall’improvviso decesso del nonno della neonata.ù

 

FRANA CAUSATA DA UN IMPIANTO DI IRRIGAZIONE - L'incidente è stato causato da una frana: lo conferma Florian Schrofenneger, responsabile dei Vigili del Fuoco di Bolzano, intervistato da SkyTg24. "Il treno - due vagoni a diesel - viaggiava da Malles a Merano ed è finito contro una frana: il vagone era pieno di persone, come è normale a quell'ora. La causa della frana è da accertare, in ogni caso possiamo escludere che ci sia stato un guasto".  

 

L'ipotesi che la frana sia dovuta alla rottura di un impianto di irrigazione - come affermato anche dal direttore della linea ferroviaria, Helmuth Moroder - trova conferme da un primo sopralluogo dei tecnici.  Nel corso di questo sopralluogo, secondo quanto si è appreso, i tecnici avrebbero infatti riscontrato un difetto in un impianto di irrigazione a monte della frana. Rompendosi, l'impianto avrebbe 'infradiciato' pesantemente il terreno sottostante, rendendolo instabile fino a farlo franare.

 

E’ stata "una fatalità incredibile" a causare l’incidente. Come ha spiegato il direttore della ferrovia Helmuth Moroder, "l’impianto è infatti munito di un sistema di sicurezza che provvede ad un blocco automatico nel caso della caduta di una frana sulla massicciata. La fatalità ha voluto che la frana sia sia staccata proprio mentre passava il treno, che così è stato investito in pieno’’. Sul posto è giunto anche il procuratore di Bolzano Guidi Rispoli. 

 

NAPOLITANO - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, appena venuto a conoscenza del grave incidente ferroviario, si è subito messo in comunicazione con il prefetto di Bolzano, Fulvio Testi per acquisire elementi e informazioni su questo è avvenuto. Il capo dello Stato ha espresso solidarietà ed affettuosa vicinanza a Durnwalder, ai familiari delle vittime la sua commossa partecipazione e ai feriti gli auguri di una pronta guarigione.

 

LINEA INAUGURATA NEL 2005 -  La linea della val Venosta  è  una delle più moderne dell’Alto Adige. Realizzata su un tracciato preesistente, è stata inaugurata nel 2005. La linea parte da Malles, in cima alla vallata, nei pressi del confine con l’Austria e con la Svizzera e - con un tracciato affascinante ai piedi di monti alti 3 mila metri e lungo le pendici coltivate a frutteto- giunge sino a Merano.

 

Di prima mattina il servizio viene rafforzato, per far fronte alla maggior domanda di trasporto di lavoratori e studenti, mentre nei fine settimana i convogli circolano in gran parte in doppia trazione. In più ogni due ore c’è un collegamento diretto con i treni espresso regionali, che nel tratto dalla Bassa val Venosta si fermano solo nelle località principali e permettono di spostarsi dall’Alta Val Venosta a Merano in tempi più rapidi. Questi treni espresso - che circolano soltanto nelle giornate feriali - proseguono poi per Bolzano, garantendo un collegamento diretto anche con il capoluogo.

 

I tecnici della SAD sono sul posto, mentre l'azienda ha annunciato l'avvio di un'inchiesta interna per appurare la dinamica dell'accaduto. La SAD è un'azienda storica in Alto Adige: fornisce servizi di trasporto pubblico (oltre ai treni anche autobus e funivie) dal 1927, e questo, segnala l'azienda, è il primo incidente grave.