{{IMG_SX}}NAPOLI, 23 giugno 2008 - SÌ A CHIAIANO. Forse non è un caso che il sottosegretario Guido Bertolaso scelga di convocare i sindaci di Marano, Mugnano e il presidente della municipalità di Chiaiano alle 17, poco prima della partita dell’Italia. In Prefettura arrivano solo gli amministratori, senza i tecnici, segno che Bertolaso ha già deciso: la cava è idonea ad accogliere le 700mila tonnellate di spazzatura.

Tre ore di vertice, con Bertolaso che spiega le ragioni del Governo e gli amministratori che protestano. Mentre da oggi partono i ricorsi al Tar. Il primo lo presenterà il comitato antidiscarica di Chiaiano, che annuncia la mobilitazione, il secondo — a sorpresa — il presidente della commissione Ambiente del Comune di Napoli, Carlo Migliaccio. Una scelta che rischia di trascinare l’amministrazione nella polemica con il Governo. Lo stesso Migliaccio riferisce che i rappresentanti degli enti locali hanno già preso contattato con il commissario Ue all’Ambiente, Stavros Dimas, con il quale si dovrebbero incontrare in settimana.


BERTOLASO SA di dover contrastare la protesta istituzionale e di piazza. Promette una mini-bonifica ambientale della cava dal piombo. Fino a pochi mesi fa, infatti, la cava di ‘Cupa dei cani’ è stata poligono di tiro per poliziotti italiani e forze Nato e per questo non entrerà in funzione prima di tre mesi. Poi annuncia una immediata riconvocazione del tavolo tecnico con gli enti locali per valutare l’impatto ambientale dovuto ai mezzi di trasporto e promette che non riceverà «più di mille tonnellate al giorno», portata da mezzi piccoli.

Sulla tipologia dei rifiuti da conferire, promette che in una prima fase a Chiaiano debba essere sversato solo ‘tal quale’ e «non vi saranno portate altre sostanze pericolose». Successivamente, con l’aumento a Napoli della raccolta differenziata, arriverà frazione secca. Infine un avvertimento: la cava, come le altre discariche campane, sarà sito di interesse strategico nazionale e, quindi, «verrà presidiato sia dalle forze dell’ordine sia dall’esercito».