Roma, 18 giugno 2008 - Sono 28 gli cingalesi residenti in Italia di etnia Tamil arrestati in alcune regioni nel corso del blitz della Polizia di Napoli coordinato dalla Procura partenopea contro una rete di aderenti al gruppo terroristico «Liberation Tiger Tamil Eelam» (LTTE, anche conosciuto come 'Tigri Tamil'). Due delle misure di custodia cautelare emesse dal gip del tribunale di Napoli, infatti, sono sono state eseguite perchè i destinatari si sono resi irreperibili, uno di questi a Rapallo. Otto persone sono state arrestate nel napoletano, 7 a Palermo, 3 a Genova e il resto tra Biella, Roma, Bologna, Mantova, Reggio Emilia.
 

L'indagine che ha portato ai provvedimenti restrittivi è nata due anni fa dopo la denuncia da parte di un gruppo di tamil residenti nel napoletano per minacce ricevute da loro connazionali per impedire una manifestazione pacifica di protesta contro gli attentati nel loro paese.
L'inchiesta ha rivelato che una rete italiana del gruppo terroristico taglieggiava i cingalesi di etnia tamil presenti nel Belpaese per rastrellare finanziamenti per le 'Tigri Tamil', chiedendo importi mensili e minacciando ritorsioni in caso di mancato versamento della rata richiesta; gli indagati, infatti, oltre che di associazione terroristica internazionale, sono accusati di estorsione aggravata.

Secondo gli inquirenti, le 'Tigri Tamil' raccolgono nel mondo complessivamente 100 milioni l'anno per la causa anti-cingalesi, un quarto dei quali in Europa e, in particolare, 3,5 milioni in Italia. Le indagini della Digos partenopea hanno anche evidenziato che all'interno dell' LTTE c'e una sorta di intelligence interna denominata Tig che controlla gli srilankesi di etnia tamil residenti in Italia, dei quali ha schede dettagliate e corredate di foto, a prescindere dal fatto che siano fiancheggiatori dell'organizzazione. I due coordinatori nazionali della rete, uno arrestato a Biella e l'altro a Palermo, erano direttamente in contatto con una centrale europea a Zurigo e con i capi del gruppo nello Sri-Lanka. I finanziamenti raccolti, sostengono gli inquirenti, erano destinati a preparare ed eseguire azioni terroristiche contro il governo, le istituzioni e i cittadini del paese a maggioranza cingalese ma anche a fare proselitismo.