{{IMG_SX}}Mineo (Catania), 12 giugno 2008 - La svolta investigativa matura intorno alle 17: concorso in omicidio plurimo colposo è l'ipotesi di reato per la quale la procura della Repubblica di Caltagirone ha iscritto nel registro degli indagati il sindaco di Mineo Giuseppe Castania, il direttore dell'ufficio tecnico comunale Marcello Zampino, quattro assessori della giunta municipale, Antonino Catalano, Giuseppe Mirata, Giovanni Amato e Giuseppe Virzì, e Salvatore Carfì, legale rappresentante della ditta di spurgo pozzi neri di Pozzallo, per la morte ieri dei sei operai morti nella vasca del depuratore consortile.

 

"Sono sereno", ha detto il primo cittadino. L'iscrizione, spiegano dalla procura, è un atto dovuto per consentire a partire da domani le autopsie in programma dalle 12 a Caltagirone e, a seguire, a Mineo e a Palagonia dove si trovano i sei operai morti nella vasca del depuratore consortile di Mineo. Ad effettuarle sarà il medico legale Francesca Berlich.

 

Gli esami autoptici consentiranno di accertare le cause della strage che dovrebbe essere stata determinata da asfissia dopo che i lavoratori, privi di maschere e protezioni sono stati investiti dai fanghi neri tornati indietro da un bocchettone all'interno della vasca e dalle esalazioni di sostanze venefiche e tossiche, fra cui, si pensa, il monossido di carbonio e l'acido solfidrico, sottoprodotto della fermentazione da parte di batteri del materiale organico che si forma quando c'è carenza di ossigeno che ha già ucciso a Molfetta.

 

Secondo il sindaco e il titolare della ditta di Pozzallo, quegli operai in quella vasca non dovevano calarsi: si pensa che il guasto alla pompa per lo spurgo abbia indotto i due dipendenti della ditta, Salvatore Smecca e Salvatore Tumino, a scendere per vedere cosa fossa successo; poi, accortisi che qualcosa non andava per il verso giusto, li hanno raggiunti, uno dopo l'altro, i quattro dipendenti del comune, Giuseppe Zaccaria, Giovanni Sofia, Giuseppe Palermo, e Salvatore Pulici. Nessuno, ha confermato il procuratore di Caltagirone, Onofrio Lo Re, indossava mascherine o respiratori, "ma non sappiamo se fossero necessari".

 

Il magistrato, per il quale "si è trattato di una tragedia e non di una disgrazia", ha spiegato che gli operai erano impegnati nella manutenzione del tubo di collegamento tra una vasca di decantazione e quella che conteneva i fanghi. Ha detto che dalle carte risulta che uno dei due dipendenti della Carfì, Smecca, era stato assunto "solo ieri o l'altro ieri e quindi non poteva avere maturato una lunga formazione in ordine a questi interventi. Stiamo indagando anche su questo". I carabinieri di Modica si sono già recati nella sede della ditta per acquisire la documentazione sulle posizioni lavorative. Intanto, per tutto il giorno è proseguito il mesto pellegrinaggio di amici e familiari presso le salme e il luogo della tragedia.

 

Questa sera una veglia nella chiesa S.Agrippina di Mineo, alla presenza anche del leader della Cisl, Raffaele Bonanni, e domani Catania si fermerà due ore, su iniziativa di Cgil Cisl e Uil. In coincidenza con i funerali, si fermerà per un'ora tutta la regione e a seguire una manifestazione. Bandiera a mezz'asta e un minuto di silenzio e di raccoglimento in tutti gli uffici regionali, sempre domani, alle 12, e un tavolo sarà aperto dal presidente della Regione Raffaele Lombardo e dalle sigle sindacali per un piano straordinario per la prevenzione e il controllo della sicurezza nei luoghi di lavoro.