{{IMG_SX}}Palermo, 26 maggio 2008 - Una questione "di onore e di vergogna". Insopportabile sapere di avere un figlio omosessuale per un pregiudicato 53enne di Palermo che ha accoltellato il ragazzo di 18 anni durante una furibonda lite.

 I carabinieri del Nucleo Radiomobile hanno arrestato il padre violento con l'accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni. Adesso si trova rinchiuso in una cella dell'Ucciardone. È accaduto in un appartamento di via Messina Marine, al culmine di giorni di tensione e dopo un ennesimo litigio. Questa volta, però, il genitore non si è limitato alle botte.

 

"Non ci ho visto più. Troppo la vergogna e il disonore per questa storia", ha spiegato ai carabinieri. Il giovane, terrorizzato e ancora sotto choc, ha riportato ferite da taglio sull'avambraccio e sulla mano destra e un trauma cranico facciale: condotto all'ospedale Civico è stato giudicato guaribile in otto giorni.

 

 

ARCIGAY: VIOLENTA ONDATA D'INTOLLERANZA

Il padre che a Palermo accoltella il figlio perchè omosessuale è "l`ennesimo atto di violenza nei confronti di un giovane gay: ciò che è accaduto non coinvolge solamente una certa sub cultura meridionale difficile da debellare, è un intero paese che è in preda ad un raptus di omofobia, alimentata negli ultimi anni soprattutto dalla gerarchia cattolica e da alcuni settori della destra politica e sociale italiana". Così in una nota il presidente di Arcigay, Aurelio Mancuso.


"Ci sono responsabilità morali evidenti, che incitano nei fatti chi non ha gli strumenti culturali necessari, chi fa parte di gruppi dell`estrema destra a sentirsi autorizzati ad aggredire, ad attaccare fisicamente le persone lgbt", continua Mancuso, ricordando che ciò "è accaduto nel raid di qualche giorno fa contro le prostitute trans sul Prenestino a Roma, è proseguito con la spedizione punitiva contro il giornalista Christian Floris, picchiato selvaggiamente sotto casa".


Per il presidente Arcigay "negli ultimi due anni la lunga lista d`omicidi, violenze, discriminazioni si allunga spaventosamente, nella totale inerzia e indifferenza da parte della classe politica italiana. Bisogna inoltre ricordare che migliaia di gay e lesbiche subiscono proprio in famiglia angherie, violenze e discriminazioni, nella gran parte dei casi silenziosamente, al limite chiedendo aiuto alle nostre strutture d`ascolto".


"Ci stiamo incamminando verso una strada pericolosa, che fa percepire a milioni di omosessuali italiani che vivere nel loro paese sta diventando una colpa, un`impresa impossibile. Gli interventi sociali, culturali, le norme di tutela - denuncia - sono completamente assenti; totalmente silenti sono gli intellettuali, le grandi associazioni culturali e sociali, i sindacati".


"Questa nostra evidente solitudine è un problema non solo nostro, perché se questa ondata violenta d`omofobia non sarà fermata - avverte Mancuso concludendo - l`Italia rischia un ulteriore arretramento ed imbarbarimento sociale, dalle conseguenze ora non ancora prevedibili".