{{IMG_SX}}Perugia, 18 marzo 2008 - Il pubblico ministero, Antonella Duchini, ha chiesto oggi al gup di Perugia, Paolo Micheli, il rinvio a giudizio per Roberto Spaccino, accusato di aver ucciso, il 24 maggio scorso, nella loro villetta di Compignano, la moglie, Barbara Cicioni, incinta all'ottavo mese.

 

Secondo l'accusa Spaccino deve rispondere delle accuse di omicidio volontario, maltrattamenti, false dichiarazioni al pm, di aver provocato l'interruzione di gravidanza della moglie e aver simulato un furto nella villetta per sviare le indagini degli investigatori. Durante la sua requisitoria il pubblico ministero, ricordando anche le indagini condotte dai carabinieri, ha escluso che il delitto possa essere scaturito da una rapina e ha descritto il clima di maltrattamenti e litigi in cui viveva la coppia anche prima della tragedia. Ad avvalorare quest'ultima conclusione, secondo l'accusa, anche le testimonianze di alcuni dei familiari della coppia.

 

Alla richiesta di rinvio a giudizio si sono associate anche le parti civili, rappresentate dai legali dei genitori di Barbara, dei figli della coppia e di quattro delle cinque associazioni per la tutela dei diritti delle donne. L'udienza è stata quindi rinviata al 26 marzo prossimo quando a parlare in aula sarà il legale di Telefono Rosa e quindi la difesa di Roberto Spaccino. Quest'ultima, nel corso dell'udienza di oggi, ha depositato un dvd contenente immagini riprese da una telecamera di sorveglianza di una tabaccheria di Marsciano che, secondo la difesa, mostrerebbe il passaggio di un'auto che potrebbe essere quella dell'imputato.