{{IMG_SX}}Bari, 3 marzo 2008 - Foggia, 3 mar. - "Il corpo di padre Pio rimarrà esposto nella cripta del convento di Santa Maria delle Grazie", dove è rimasto dalla sua morte, per tutti questi anni. A confermarlo il centro comunicazioni dei frati minori cappuccini di San Giovanni Rotondo.

Stanotte si è svolta la cerimonia di esumazione e della prima sessione della ricognizione canonica del corpo di san Pio da Pietrelcina.
L'esposizione ai fedeli partirà dal 24 aprile. Della commissione dei periti nominata per l'esumazione e la ricognizione canonica fanno parte Orazio Pennelli (medico legale, sovrintendente e direttore dell'area sanitaria della Fondazione 'Istituto San Raffaele - G. Gigliò di Cefalù), Luigi Pacilli (specializzato in Igiene, Medicina preventiva e Statistica sanitaria, direttore sanitario di Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo), Nicola Silvestri (medico legale, direttore sanitario della Asl di Barletta-Andria-Trani), Michele Bisceglia (anatomo patologo di Casa Sollievo della Sofferenza) e Nazzareno Gabrielli (perito del Vicariato di Roma per la conservazione dei santi, biochimico in servizio presso la Santa Sede, che ha già trattato i corpi di numerosi santi e beati, tra cui i papi Giovanni XXIII, Pio IX, Pio X; don Orione; i coniugi Beltrame-Quattrocchi; Chiara d'Assisi; Giovanni della Croce e Francesca Saverio Cabrini).


Il 28 febbraio "dopo la lettura del decreto -è scritto in una nota dell'Ufficio Stampa- tutti i nominati hanno prestato un 'giuramento di fedelta» sul Vangelo per gli adempimenti 'inerenti l'esumazione e la ricognizione canonica delle spoglie mortali di San Pio da Pietrelcinà".

 

Stanotte invece, alla presenza dell'arcivescovo di Manfredonia-San Giovanni Rotondo, Domenico D'Ambrosio, delegato della Santa Sede per il Santuario e le Opere di Padre Pio, sono stati letti il rescritto della Congregazione delle Cause dei Santi, il decreto dell'Arcivescovo e l'autorizzazione dell'autorità civile. Il ministro provinciale della Provincia religiosa 'Sant'Angelo e Padre Piò dei Frati Minori Cappuccini, frate Aldo Broccato ha spiegato che l'esumazione e la ricognizione canonica esprimono «in primo luogo i sentimenti di profonda umanità che la nostra Provincia nutre da sempre verso questo suo figlio illustre che tanto ha amato la Provincia e tanto ha offerto e sofferto per essa».


«Questo evento - ha proseguito - manifesti sempre più il segno della nostra fede nella comunione dei santi, nella risurrezione della carne e nella vita eterna. Infatti la riesumazione del corpo di san Pio, mentre ci fa guardare da vicino le sue spoglie mortali, pur preziose e care al nostro cuore di uomini, devoti e confratelli, deve spronarci ad alzare lo sguardo verso l'alto, verso la luce della vita di Dio che in Cristo si è manifestata nella sua morte e risurrezione».


Monsignor D'Ambrosio ha tenuto una breve riflessione sul significato dell'evento. «Il gesto della ricognizione canonica - ha detto - in risposta a una corale e circostanziata richiesta inoltrata alla Congregazione delle Cause dei Santi dal postulatore generale dell'Ordine, frà Florio Tessari, su richiesta del ministro provinciale, frà Aldo Broccato, con la mia convinta adesione e parere favorevole è il punto di arrivo di una meditata e prolungata riflessione, rientra nella collaudata e secolare prassi della Chiesa, risponde alla storica responsabilità di garantire, attraverso appropriate procedure, una prolungata conservazione del corpo del nostro Santo per permettere anche alle generazioni che verranno la possibilità di venerare e custodire le sue reliquie».

 

 L'ESUMAZIONE

E’ STATA aperta nella tarda serata di ieri la tomba che contiene i resti di San Pio, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie a San Giovanni Rotondo. L’operazione è avvenuta poco dopo mezzanotte e il padre cappuccino Francesco Savino ha dato notizia ai fedeli in composta preghiera che «la salma di san Pio è stata trovata quasi intatta".

 ''Sin dall'inizio - ha riferito il vescovo delegato dalla santa Sede alle opere e al santuario di padre Pio, monsignor Domenico  D'Ambrosio - si vedeva chiaramente la barba. La parte superiore del teschio e' in parte scheletrita, il mento e' perfetto, il resto del corpo e' conservato bene. Si vedono benissimo il ginocchio, le mani, i mezzi guanti, le unghie. Se padre Pio mi permette, e' come se fosse passato un manicure''.

 

Il corpo riposa sotto un blocco monolitico di marmo, che è stato rimosso per consentire l’accesso alla bara di legno calata nella terra come era nei desideri del santo di Pietrelcina.

L’ASSOCIAZIONE Pro Padre Pio, proprio ieri pomeriggio, aveva presentato alla questura torinese una istanza di sequestro preventivo della cripta con l’intento di bloccare i lavori. Con lo stesso atto è stata presentata anche una denuncia contro il vescovo di Manfredonia, monsignor Domenico D’Ambrosio, e contro due frati di San Giovanni Rotondo per i reati di violazione di sepolcro e atti sacrileghi. La questura torinese — precisa l’associazione che è presieduta dall’avvocato Francesco Traversi — ha trasmesso gli atti a quella di Foggia che ne ha confermato la ricezione e la trasmissione al pm di turno, Enrico Infante.

CONTRO LA riesumazione è prevista una udienza dinanzi al tribunale di Foggia il 6 marzo prossimo, fissata sulla base di una ricorso presentato dalla stessa associazione torinese. I suoi aderenti temono che riportare alla luce le spoglie sia il primo passo per trasferire la salma nella nuova, grande chiesa costruita a San Giovanni Rotondo su progetto di Renzo Piano.